16 (2.0)
Dovevo aspettare che mi passasse, che le ferite non bruciassero.
«Il dolore non passa, devi imparare solo ad abituartici, a costruire una vita intorno alle cicatrici»
Funziona così giusto?
Cosa dovrei raccontarti? Che fa male, male sempre.
Che ne sono passati di "pretendenti".
Che tutti mi nel bene o nel male hanno conosciuto la nostra storia, che ognuno di loro mi chiedeva come si potesse "abbandonare".
Che quando a distanza di mesi è andato tutto male volevo solo sentire la tua stupida voce che mi canticchiasse stridulamente "Se ti dico che andrà tutto bene, se ti dico non ti preoccupare, che alla fine ne usciremo insieme anche al costo di dover lottare"
Che il mio posto sicuro, che il solo sentire il nome, che la sola calma che...che stupida!
Questo capitolo è 16 (2.0) perché noi siamo il 16, anche se forse sarebbe stato più consono metterci il 17, perché il 16 non siamo mai riusciti a vederci.
Fantastico spesso, fantastico tanto.
Ho continuato a scrivere, tu non hai continuato a leggere.
E mi hai conquistato.
Ero fragile, piena di paure ed incertezze, non conoscevo cosa fosse l'amore, pensavo esistesse nei libri.
Poi arrivi tu, quasi per caso.
La nostra storia sembrava una favola così perfetta.
Alla fine vuoi o non, sei sempre stato il mio psicologo.
Vuoi o non, non mi è ancora pervenuta la mia cartella clinica, rido dai.
La tua certezza.
La mia certezza.
La mia donna.
Il mio uomo.
E sembravamo completi, belli. Insieme il mondo ci ha invidiato.
I nostri momenti, le nostre risate.
I giardini, i musei, le passeggiate, la camera a tema, i cibi strani, le convivenze lampo e quegli scatti rubati.
Non è rimasto niente se non qualcosa di bellissimo che non c'è più.
A chi vuoi che lo racconti? Che mi hai salvato, che mi hai aiutato, ma che poi sei caduto anche tu in quello che negli altri giudicavi, di cui parlavi.
Ti sei perso anche tu e non hai saputo reagire, non hai saputo scegliere.
E c'ero io lì con il cuore infranto e le ferite stracciate!
Io che mi ero ripromessa di salvarlo quell'amore perché era tutto ciò di cui avevo più caro.
Ci ho provato amore mio, stavo lì da vittima a rimettere insieme i cocci, i pezzi, gli abbracci.
Vedevo muri alzarsi, occhi allontanarsi "Non sono più degno di stare con te"
Lascia che sia io a deciderlo, tu prova solo a scegliermi.
Quei muri si alzavano ed io mi affacciavo "Ehilà tutto bene?"
Sorridevi, ma orami eravamo già distanti.
Abbiamo provato a salvarla quella storia, quella cosa bella, quell'amore puro, quel fuoco d'artificio.
Perché n'è sempre valsa la pena.
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Un maestro da letto
Chick-LitMorena, una ragazza come le altre: grande lettrice ed amante della musica e dell'arte, vive la sua vita in un appartamento in condivisione con un'amica, lontana dai genitori. Il suo appartamento è una via di fuga da quelle tradizioni a i suoi vorreb...