Capitolo 11.

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11.

Il mattino seguente arrivò troppo presto. Dalla finestra penetrava una luce così intensa che le tende non riuscivano ad attutire il colpo! Ancora sonnecchiando mi alzai dal letto e andai a fare colazione: latte caldo e biscotti e mentre rimettevo a posto qua e là per casa, sul divano trovai un libro ed ecco la mia coscienza "studiosa" che iniziava a farsi sentire.

"Prima il dovere e poi il piacere" ma i ricordi e le soddisfazioni della sera precedente non lasciavano spazio ai rimorsi ed anzi sovreccitata chiamai Agata.

«IO NON HO PAROLE» e come poteva? Non riuscivo ad averne nemmeno io.

«Già...»

«E adesso come ti senti? Per te sono cose nuove cosa hai pensato di fare?»

«Credo che mi prenderò la cosa come verrà. Di certo pensavo che le lezioni fossero di tutt'altro genere. Forse immaginavo tutto questo molto più volgare di quanto in realtà sia. Sinceramente rispetto a ieri posso solo dire che mi sono divertita, che mi sono lasciata andare e che ho imparato delle cose che non sapevo. Tu sai benissimo che più di tutto pensavo di essere IO il vero problema.

IO che non accettavo me stessa, IO e la mia timidezza, IO ed il mio non saperci fare!

Ecco io non dico di aver superato tutto questo, ma ieri l'ho tenuto da parte, l'ho tenuto per me e non ho lasciato che le mie ansie o paure potessero interferire.»

«Tesoro sono davvero felice per te! Sapevo che lui era la persona che poteva aiutarti. Molte volte noi donne non ci rediamo conto che le nostre paranoie sono solo il frutto della nostra immaginazione, anche se... —prese una pausa, già sapevo dove voleva andare a parare»

«Agata..»

«Sai come la penso. Secondo me il tuo ex non ci sapeva fare e ti ha fatto sentire in colpa!»

«Ma non è così!»

«Questo lo dici tu e comunque adesso sono solo felice di questo tuo piccolo passo verso la ripresa! Ora però devo scappare. Ci sentiamo il prima possibile, metticela tutta. Ti voglio bene!»

Mi era davvero dispiaciuto riagganciare, eppure condividere la mia esperienza mi aveva fatto davvero bene. Iniziai a vedere la riabilitazione come un gioco.

Il primo livello era passato. Adesso toccava al prossimo obiettivo.

Misi su il primo paio di leggins e maglietta che trovai, fascia nei capelli, scarpe da ginnastica e da oggi sarebbe iniziata la versione "salutare" di me. Non avevo grandi aspettative su quanto la mia persona ci avrebbe messo a scocciarsi di questo nuovo obiettivo. Sapevo di avere un brutto carattere riuscivo sempre ad iniziare tante cose, poche erano quelle che concludevo. Per il livello successivo "nuova me" avevo pensato di immergermi nel fitness, dicevano che era salutare, dicevano che aiutava a dimagrire, dicevano che funzionava, poi l'inventore del jogging muore molto prima di quello della Nutella e questa teoria va a puttane miei cari signori. Ma visto che ci siamo, che mi costa?

Era la prima volta che lasciavo la mia nuova casa, era così un gioiellino che avevo paura a lasciarla sola, soletta...era così piccina carina e coccolosa, ma mentre chiudevo la porta di casa sentì un rumore provenire dai piani superiori. Da quando mi ero trasferita non avevo avuto contatti con nessuno degli altri inquilini ed in realtà non ero nemmeno sicura che ci fossero.

Arrivai al decimo piano, ma i rumori non sembrarono provenire dallo studio, continuai a salire.

Una porta blindata rimasta socchiusa all'ultimo piano di un condominio fantasma. Ironia della sorte? Oppure la fan più sfegatata dei film horror stava per prenderne parte ad uno di essi? E così nonostante tutte le regole imparate dagli horror sulle cose che non bisogna mai fare e quali sono le situazioni da evitare, entrai.

Un maestro da lettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora