La sveglia trillò alle 7.15.
Non mi piaceva arrivare in ritardo, sopratutto il primo giorno di scuola, quindi l'avevo impostata mezz'ora prima del solito.
Mi alzai dal letto, infilai i piedi nelle pantofole e scesi in cucina a fare colazione.
<<Primo giorno di scuola?>> Mi chiese arzillo Raul uscendo dalla sua camera.
<<Eh già ... Papà dove è ?>> Chiesi a mia volta, meno arzilla però.
<<È al mercato. Prendo io il motorino oggi>>
<<Non ci pensare nemmeno Raul>> Risposi disinvolta prendendo un biscotto dalla confezione.
Raul andava come me alle superiori, al quinto anno, mentre io al quarto. Anche lui era bravo a scuola, è dotato per la chimica e la matematica.
<<E comunque l'ho usato per ultima, le chiavi ce le ho ancora io>>
<<Si vede che sei la più piccola, sei ancora troppo ingenua!>> E fece tintinnare le chiavi del motorino vicino al suo viso spigoloso.
<<Ti odio>>.Finii la colazione in fretta e dopo aver tirato una gomitata a quell'odioso di mio fratello, mi preparai per il primo giorno di scuola.
Mi lavai e vestii velocemente. Presi il cappello rosso sbiadito con la visiera di quando Raul giocava ancora a baseball e uscii di casa.
Guardai l'orologio: ero maledettamente in ritardo, così cominciai a correre.
Faceva caldo, era una bella giornata di sole. Eravamo ancora in estate dopotutto, il tredici settembre per l'esattezza.
Arrivai finalmente a scuola, giusto qualche minuto prima del suono della campanella. Mi sentii a disagio in un primo momento. L'atmosfera era frizzante. Tutti si scrutavano a vicenda per scorgere i cambiamenti estivi: chi era il più abbronzato, chi era arrivato con la macchina nuova, chi si era fidanzato, chi si era mollato e chi come me era sempre la stessa persona dell'anno precedente. Suonò la campanella d'inizio e la mandria di alunni si diresse verso le porte appena aperte.
Entrai in classe per ultima e mi ritrovai a decidere se sedermi al fianco di Chantal o il banco in prima fila. Avrei fatto di tutto pur di non stare al fianco della diva nevrotica. Mi sedetti davanti e aspettai l'entrata del professore, ma qualcuno mi picchiettò un dito sulla spalla.
<<Ehi Ines! Lo sai che abbiamo un nuovo compagno quest'anno! Dicono che sia carino...>> Mi informò Mouse con il suo tono pervertito e inquietante.
<<E allora ?>> Domandai acida.
<<Così ...>>
Scrutai ogni singolo banco per vedere chi fosse il nuovo arrivato. Non che mi interessasse particolarmente, ma sono sempre stata una ragazza curiosa. Non riconobbi nessuna faccia nuova, sempre le stesse: il gruppo di atleti capitanato da quell'imbecille di Clayton, le fighette con il ciclo 360 giorni su 365 (gli altri cinque erano incazzate per problemi personali, come il ragazzo che le aveva mollate, lo smalto scadente o il chilo di troppo dopo Natale) e i nerd. Il mio status a scuola non é molto popolare, non sono neanche lo zimbello però. Diciamo che sono la classica ragazza che si fa gli affari suoi e non attira l'attenzione. Non ho tempo per cretinate come il trucco sbavato, i capelli piastrati o i gossip scolastici.
<<Buon giorno ragazzi!>> Ci salutò il professor Smith con voce squillante.
<<Buongiorno professore!>>. Contraccambiammo, alzandoci in piedi.
Smith è uno dei miei professori preferiti: ci insegna la letteratura classica. La sua materia è abbastanza barbosa, ma il suo modo di spiegarla è geniale. Penso che non abbia tutti i neuroni al posto giusto. È piuttosto goffo e scoordinato, con quei suoi buffi occhiali tondi e il ciuffo brizzolato che gli pende sopra la fronte.
<<Zitti che facciamo l'appello!>> Ci riprese Smith mentre un foglio di carta gli scivolava dalla cattedra.
<<Allora iniziamo:Blanco!>> E alzai al mano.
<<Clayton!>>
<<Presente!>>
<<Cardiff!>>
<<Sono qua!>>
E proseguì così fino alla lettera F.
<<Fox!>>
Ma nessuno alzò la mano o disse presente.
È da scemi saltare il primo giorno di scuola, sopratutto se sei nuovo.
<<Non c'è? Andiamo avanti allora... Hall c'è?>> E andò avanti come se nulla fosse.
<<Scusate il ritardo, sono Demon, Demon Fox >> Esordì qualcuno con voce profonda e roca dall'uscio della porta.
<<Benvenuto signor Fox, si accomodi pure. C'è un posto là in fondo, vicino alla signorina Chantal>> Lo informò il prof facendo un cenno con la mano verso il banco.
Il ragazzo nuovo ubbidì.
<<Prima di iniziare, dovrà compilare un modulo per me Fox... Ma dove l'ho messo?>> Rovistò in mezzo al ciarpame di fogli che teneva sulla cattedra.
Tutti indicarono un foglio per terra in prossimità del mio banco e io non feci altro che alzarmi dalla sedia e piegarmi per raccoglierlo.
<<Grazie Signorina Blanco! Mi faccia la cortesia, lo porti lei al nuovo arrivato>>
Una vampata di calore arrossì le mie guance quando mi girai verso il fondo della classe. Sentii tutti gli occhi dei miei compagni addosso e io odiavo quella sensazione. Cominciai a camminare verso il banco di Fox e verso la metà dell'aula ci mancò poco che non caddi sopra lo zaino di Wilson. Delle risatine riempirono la stanza.Bel modo per non attirare l'attenzione.
Arrivai scapicollando al banco del nuovo arrivato e gli porsi il foglio.
<<Grazie>> Disse solamente alzando lo sguardo.
I suoi occhi erano azzurri come l'oceano. Erano lucenti. Ne ero rimasta incantata.
<<Bene Blanco, può tornare al suo posto ora...>> Mi ordinò disinteressato Smith.
Demon sorrise e i suoi occhi si assottigliarono leggermente. Aveva un sorriso meraviglioso, espressivo, contornato da labbra rosse e carnose, messe in risalto da una carnagione chiara.
<<Svegliati cazzo Blanco!>> Spezzò la mia atmosfera sognante Chantal.Stronzetta egocentrica
E ritornai al mio posto più in fretta che potei.
Calmati
Continuavo a ripetermi.
Mi sedetti al mio posto ed ascoltai le inutili parole del prof riguardo alle nuove regole scolastiche.
Era vero: il nuovo arrivato era carino.
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The Greenage
ActionInes, una diciassettenne di origini cubane. Cresciuta orfana di madre in una famiglia di soli maschi, deve destreggiarsi tra la pizzeria di suo padre, i problemi economici della famiglia e la scuola. La vita le pareva monotona e insignificante, fino...