Capitolo 11

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Presero la 15 Avenue, per poi imboccare la 54 esima. Conoscevo quella strada: era quella per andare al supermercato, dove sia Raul che io ci recavamo per fare la spesa.

Cosa diavolo devono fare in un supermercato, per lo più chiuso?

I ragazzi e il furgone sfrecciarono veloci sull'asfalto umido mentre io e il mio motorino lì stavamo lontani  almeno una cinquantina di metri. Mi sentivo come nei film, una sorta di spia del FBI o roba simile; era eccitante ma allo stesso tempo inquietante.
Fermarono il furgone nel parcheggio del negozio e scesero dal posto del guidatore tre ragazzi incappucciati, completamente vestiti di nero. Si diressero verso il supermercato con passo svelto e stando attenti a guardarsi bene attorno: per questo motivo scesi dal motorino e mi nascosi dietro un cespuglio che circondava l'asfalto rigato. Uno dei ragazzi teneva in mano un borsone nero mentre gli altri due tenevano in mano due picconi.

Ti prego Dio fa si che mio fratello non sia diventato un criminale

Facendo molta attenzione a non essere vista o essere sentita, mi avvicinai furtiva in prossimità dello sportello del furgone e con una rapida occhiata guardai dentro il finestrino. Riuscii a scorgere Felix, il ricciolo che era venuto a casa mia una settimana prima, intento a captare codici di accesso sopra un monitor e un'altro ragazzo stravaccato con le gambe sopra il volante e le mani dietro la nuca.

<<Call, Raul, Han avete un minuto e mezzo prima che riparta l'allarme>> Disse Felix premendosi l'orecchio mentre guardava l'orologio sul polso.
<<Siamo dentro, VIA!>>
Spostai lo sguardo verso la porta del supermercato ed in effetti stava succedendo quello che avevo temuto fin dall'inizio: stavano scassinando la serratura per entrarvi e rubare.
Non potei credere a quello che stavo guardando: mio fratello, un criminale.
Mi sentii mancare per un attimo, così strusciai la schiena fino a terra sulla fiancata del furgone laccato bianco e chiusi gli occhi per analizzare la situazione.

Mio fratello aveva organizzato una banda di criminali, mio fratello era un ladro, mio fratello la roccia della famiglia, mio fratello il figlio prediletto da nostra madre

Mi veniva da piangere, ho sempre provato schifo e disgusto per i ladri. Sono più che convinta che ci siano mille modi per guadagnarsi da vivere è uno di quelli non è sicuramente rubare.
Mi alzai in piedi con l'intenzione di fermare Raul, ma qualcuno si fiondó sul mio corpo facendomi sbattere la colonna vertebrale contro lo sportello del veicolo. Mi afferrò, con una mano, entrambi i polsi e li portò con estrema forza verso l'alto; mentre con l'altra mi tappò la bocca.
Pensai di essere in trappola così cominciai a dimenarmi, urlando più forte che potei aiuto, ma la sua presa era troppo forte e resistente. Così mi concentrai sul viso del aggressore e sui suoi occhi che si intravedevano appena appena dalla maschera. Erano blu come l'oceano, lucenti...

O no!

<<Fox>> Riuscii solo a dire.
La sua presa si allentò leggermente e i suoi occhi strabuzzarono.
<<Blanco?>> Domandò anche lui incredulo.
Non feci in tempo a pensare a cosa dirgli dopo, che qualcuno alla nostra destra, mi sferrò un pugno sullo zigomo talmente potente che persi i sensi all'istante. Non ricordo nient'altro di quella sera, lo giuro.

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