Dovevo assolutamente scoprire che cosa tramasse mio fratello. Questo mi avrebbe ricondotto al perché di tutte quelle assenze al lavoro, al perché di tutte quelle uscite in piena notte e al perché di quell'atteggiamento distaccato. Tutto il resto della settimana lo passai infatti a pensare a come avrei fatto a pedinarlo: perché qualcosa c'era e cavolo se c'era.
<<Signorina Blanco, non siamo a scuola per dormire bensì per studiare!>> Mi riprese durante la sua lezione, del venerdì mattina, il sig. Smith.
<<Mi sa dire quando entrò nella scena letteraria, dell'epoca Vittoriana, Charles Dickens?>> Mi domandò secco.
<<Io...ehm...io... Allora Charles Dickens entrò nella letteratura Vittoriana...>>
<<Nella prima metà del 19esimo secolo>> Completo la mia frase sicuro Demon.
<<Molto bene Fox. Andiamo avanti...>> Si congratulò il professore.
Lo guardai, chinai la testa in segno di ringraziamento e lui mi schiacciò un occhiolino sfiorandosi il labbro inferiore con il pollice. Fu un gesto tremendamente sexy.
Finita l'ora di letteratura inglese incontrai casualmente Fox fuori dall'aula.
<<Grazie per avermi parato il culo prima>> Dissi mentre le mie guance andavano in fiamme.
Aveva il ciuffo biondo leggermente spettinato e i suoi occhi blu brillavano alla luce del neon del corridoio.
<<Figurati... Sono i San Jose Giants?>> Chiese poi indicando il cappellino rosso che portavo sempre in dosso.
<<Si! Ci giocava Raul da piccolo>>
<<Ma non mi dire! È da tanto che non vedo tuo fratello>>Ma se l'ha visto una settimana fa?
Ne sono certa: era lui a parlare con Raul fuori da scuola. E poi ha detto che ci somigliamo per cui vuol dire che l'ha visto in giro a scuola.<<Potrei venire a casa tua domani...>> Iniziò a parlare.
<<Per vedere Raul intendo>> Tenne a precisare.
<<Ah si! Ovvio! Solo che sono a casa da sola domani sera, lui è a fare il turno al locale>>O a fare qualche follia con i suoi amici, dovevo ancora scoprirlo
<<Capisco>> Si fermò un attimo per pensare.
<<Potrei aspettarlo a casa con te se ti va>>No cavolo! Proprio domani sera che avevo intenzione di pedinare Raul
<<Vieni domenica, lui è sempre a casa la domenica>>
Non sembrò contento della mia risposta così fece un passo avanti e cominciò a guardarmi prima la catenella che avevo al collo e poi le labbra.
<<Deduco che lei abbia paura di me, signorina Blanco>>
<<Perché dovrei avere paura di lei, Fox?>> Chiesi sprofondando nei suoi occhi.
<<Qualcosa mi dice che le ricordo un nazista>> Sorrise.
<<Non ricordo di aver detto nulla di simile...>>
<<Me lo dimostrerà domani sera allora>> Bisbigliò facendomi andare su di giri.
La mia concentrazione stava lentamente cedendo. C'era qualcosa, in quel ragazzo, che mi aveva fatto perdere completamente la cognizione del tempo e dello spazio. Forse la pochissima distanza tra i nostri corpi, gli sguardi intensi e irremovibili, la sua presenza così sicura e forte, resero la situazione eccitante e irresistibile.
<<A domani Blanco>> E sistemandosi la bretella dello zaino sopra la spalla, mi lasciò in mezzo al corridoio.
Mi ricordo che rimasi ferma per qualche istante, senza sapere cosa fare: avrei dovuto avere un semi appuntamento con un ragazzo che avrebbe aspettato tutta la sera mio fratello che, per quanto si era inteso, non sarebbe tornato prima della mattina seguente. Si proiettava una lunga serata.Molto lunga
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The Greenage
ActionInes, una diciassettenne di origini cubane. Cresciuta orfana di madre in una famiglia di soli maschi, deve destreggiarsi tra la pizzeria di suo padre, i problemi economici della famiglia e la scuola. La vita le pareva monotona e insignificante, fino...