Capitolo 12

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<<Ines,svegliati... Ines!>> Sentii all'improvviso una voce ovattata, seguita da un eco continuo. Percepii delle sberle delicate sulle mie guance accaldate.

Dove sono? Dove sono?

Aprii con fatica le palpebre e dalle fessure, penetrò una luce fredda. Cercai di aprirli ancora di più e delle sagome scure ristrinsero il campo di luce; le misi a fuoco e riuscì dopo poco a riconoscere a chi appartenessero. Davanti a me c'era Raul e in senso antiorario si trovavano: Call, con la sua solita espressione tranquilla, Han, con la torcia del telefono puntata sulla mia faccia, il tipo grosso, che sembrava essere piuttosto annoiato, e Felix, preoccupato e su di giri come sempre.
Sollevai il busto di scatto e indietreggiando, andai a sbattere contro la parete interna del retro del furgone.
<<Cosa avete da guardare?>> Ruggii.
Ma mentre pronunciai quella domanda sentii una fitta di dolore allo zigomo.
<<Mi spieghi perché ci hai seguiti?>> Irruppe Raul.
<<Vuoi davvero iniziare con le domande? Perché la prima a cominciare sarei io>> Risposi acida, massaggiando la botta.
<<Perché non sei restata a casa ad aspettare Demon?>>
<<Perchè...>> Cercai di spiegare accorgendomi della presenza di Fox che stava stravaccato al posto del guidatore.
<<Aspettate un'attimo... >> Corrucciai la fronte.
<<Avete organizzato un finto appuntamento per tenermi a casa, così che io non uscissi per seguirvi?>> Ripresi il discorso osservando Fox e l'arroganza con cui si fumava una Marlboro.
<<Perspicace la ragazza>> Bisbigliò il biondo nervoso, scendendo poi dal furgone.
<<Sapevamo che avevi capito qualcosa quando ci avevi visti nello scantinato>> Prese a parlare Han.
<<Così tuo fratello ha chiesto a NightFox di mettere su un teatrino per tenerti occupata>>
<<Figlio di putt...>> Fissai furiosa mio fratello.
<<È anche tua madre>> Mi sorrise malizioso.
<<Sei piuttosto sveglia però>> Si congratulò con me Han.
<<Pensavamo ti saresti rassegnata ad aspettare il biondo dallo sguardo magnetico, e invece, eccoti qua>> Blaterò Caleb sorseggiando una lattina di birra.
La sua delicatezza e fermezza nel pronunciare quelle parole, mi innervosirono a tal punto che sbottai.
<<Sta di fatto che ho scoperto che siete dei fottuti criminali!>> Dissi strozzando la frase.
<<Ladri per la precisione...>> Aggiunse Felix tirandosi con un dito la montatura degli occhiali fin sopra il naso.
<<Sta zitto terabyte>> Lo misi a tacere per poi riconcentrarmi sul volto di mio fratello.
<<Raul perché lo fai?>> Gli domandai diretta.
<<Lo sappiamo entrambi il perchè>>
<<Ci sono mille modi per guadagnare>>
<<Questo è il più efficace>>
Lo guardai scuotendo la testa, mentre una lacrima rigava lo zigomo malconcio.
<<Mi dispiace che lo sei venuta a sapere in questo modo>> E mi asciugò con il pollice la goccia dal sapore salato.
<<Non mi toccare>>
<<Io mi vergogno di te>> Gli sussurrai, in fine, guardandolo fisso negli occhi.
Non glie l'avevo mai detto prima, quelle parole suonarono strane anche per me, ma
ero arrabbiata e allo stesso tempo delusa.

"Prenditi cura di Ines..."

Diceva la lettera. Come ha potuto mia madre fidarsi. Sin da piccolo Raul è sempre stato uno a cui piaceva rubare per divertimento: rubava i miei giochi, rubava le mie merendine e rubava i sigari che mio padre faceva importare direttamente da Cuba. Il suo punto forte è che ha sempre avuto un bel visino da angelo innocente, per cui gliela davano sempre vinta. Se fossero stati più duri con lui, di certo non avrebbe creato, poi, il più grande clan di truffa a San Jose.

Non voglio che un ladro si prenda cura di me; non voglio diventare come lui; non voglio diventare una ladra
Basta, devo scappare! Questa situazione sta diventando più grossa di quello che potessi immaginare

Con un gesto rapido, feci finta di stirare la schiena e arrivai con le dita al maniglione interno dello sportello; lo tirai con forza e portai il mio corpo fuori dal furgone. Cominciai a correre, più forte che potei. Dovevo fuggire dal mio peggiore incubo.

<<Ma dove cazzo vai?>> Mi urlò dietro Demon, mentre, con stizza, buttava a terra il mozzicone di sigaretta, cominciando a correre.
<<Merda sta scappando>> Gli rispose Han.
<<Se scappa ci manda tutti a puttane>> Sbraitò Call.

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