22-10-1916

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22 Ottobre 1916


Mio amato,

Non penso che a te.
A te che sei solo, disperso al fronte in qualche luogo dimenticato da Dio.
A te che potresti essertene andato proprio mentre il mio cuore ti scrive queste parole.

Un macigno mi schiaccia inesorabilmente lo stomaco ogni volta che sento parlare uno dei ragazzi che è riuscito ad avere la licenza.
Ad ognuno di loro chiedo di te, se ti hanno visto, se stai bene.

E vorrei poter tirare un sospiro di sollievo quando mi riferisco che non ti è accaduto niente, che mi mandi a dire che mi ami, ma poi cominciano a raccontare degli orrori che hanno visto in trincea, del fango, della pioggia, della puzza di morte, del fragore assordante dei canoni nemici, e mi sembra di annegare, soffocata dal pensiero di ciò che stai vedendo.

Amore mio continua a scrivermi.
Solo le tue lettere mi danno la forza di andare avanti, solo la promessa che un giorno saremo di nuovo assieme.

Ogni volta che comincio una lettera, mi appare che ci siano mille cose che mi piacerebbe raccontarti, ma poi la preoccupazione per te prende inesorabilmente il sopravvento e tutte quelle facezie che accadono qui a casa, perdono qualsivoglia importanza. Vorrei poterti dire di più, consolarti magari, ma il foglio è quasi terminato e mi pare di non averti ripetuto a sufficienza quanto ti amo.

Ti amo. Ti amo. Ti amo.


Tua, con tutto il corpo, tutto il cuore e tutta l'anima,

Eleonor

Lettere al fronteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora