A life for another life

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Abbassai lo sguardo per capire a cosa si riferisse: aveva ragione. Non mi ero resa conto di stare sanguinando, ma il rosso che sporcava i pantaloni azzurri era fin troppo evidente.
Non era solo una normale perdita della gravidanza, non poteva esserlo data l'abbondanza di sangue.
Alzai subito lo sguardo verso le gallerie, per vedere chi stesse assistendo al tutto: c'era Regina, che mi guardava incerta mordendosi un labbro. Poi c'erano Ariel e Kristoff a bocca aperta, infine Anna e Aurora che si stringevano le mani terrorizzate.
-Andiamo avanti dottor Nolan. Non sono ferita, sto avendo un aborto spontaneo.- dissi inespressiva, mantenendo un tono di voce completamente calmo. Una volta fuori di lì gli avrei permesso, forse, di preoccuparsi per me, ma ora la mia priorità era un'altra, e così doveva essere anche per lui.
Dopo un attimo di esitazione annuì, facendomi segno di incidere.
E lo feci. Riaprii la ferita che aveva iniziato a guarire, e avrebbe consentito l'inizio di una riabilitazione entro pochi giorni.
Il sangue che mi bagnò immediatamente i guanti mi diede quasi il voltastomaco per il terrore: era troppo. Lanciai uno sguardo disperato a mio padre che sembrava sorpreso quanto me, ma diede subito ordine di continuare con la trasfusione, e a me di aspirare.
-E io cerco di capire qual'è il vaso lesionato. Chiaro?
-No, lascia che ci pensi io. So farlo, voglio farlo.- "Voglio essere io a salvargli la vita, glielo devo dato che ho appena infranto una promessa", aggiunsi mentalmente.
Probabilmente l'embrione era già senza vita e non potevo farci nulla, ma potevo invece fare qualcosa per lui.
Infilando le dita con delicatezza cercai di tastare piano per identificare l'origine di quel flusso eccessivo, mentre mio padre iniziava ad aspirare. Continuava però a esserci troppo sangue, e la paura di non riuscire ad intervenire in tempo mi fece completamente da anestesia ai dolori che il mio corpo stava ancora lanciando, anche se in maniera più lieve.
-Dottoressa Swan, sta perdendo troppo sangue. Abbiamo poco tempo, sei sicura di farcela?
-Sono sicura.- e lo ero davvero. Non l'avrei lasciato morire, semplicemente sapevo che l'avrei salvato.
Guardai lo schermo, i suoi valori stavano precipitando troppo velocemente, il battito si stava indebolendo notevolmente e se non mi fossi sbrigata sarebbe andato in arresto.
Poi, finalmente percepii la provenienza del flusso e la coprii con un dito. L'aspirazione fece il suo dovere e mi liberò la visuale, così potei chiudere il punto lacerato.
Estratta la mano tirai un grande sospiro di sollievo. Ce l'avevo fatta. Era salvo.
Il battito accelerò, riprendendo un ritmo regolare, e i parametri vitali tornarono ai livelli giusti.
-Brava. Ora inserisci un drenaggio e poi si può richiudere. Ce la fai?
Annuii. Anche se il dolore era tornato, volevo completare il mio intervento. Per diventare chirurgo d'urgenza dovevo essere forte in qualunque circostanza, essere in grado di mantenere il sangue freddo e svolgere il mio lavoro.

***

Una volta fuori dalla sala, finalmente mi concessi di poggiarmi contro il muro e chiudere gli occhi. Ero esausta. L'ansia, il dolore, la concentrazione e la paura mi avevano completamente distrutta.
-Tesoro. Ora che siamo fuori sei di nuovo mia figlia.
-Papà- riaprii gli occhi, e trovai l'uomo di fronte a me, a scrutarmi preoccupato; -Sto bene, è tutto ok.
-Non è tutto ok. Tu eri incinta, e hai avuto un...- si fermò, pensando forse che mi avrebbe ferita o qualcosa del genere se avesse pronunciato l'ultima parola.
-Aborto- conclusi quindi da sola -è solo da stamattina che ho scoperto di essere incinta, e non lo volevo... quindi non ti preoccupare! Ora scusa, devo andare ad informare dell'esito dell'intervento...
-Informare chi? Lo sai che Jones non ha nessuno qui per lui.
-Il paziente di Regina è il suo migliore amico. Ora, con permesso...- feci per scansarlo, ma mi fermò per le spalle. Sbuffai.
-Vai a farti controllare però, appena hai fatto. Tanto Jones non si risveglierà prima di qualche ora.
Annuii. Era comunque mia intenzione farlo, volevo assicurarmi che fosse davvero un aborto, e in caso farmi prescrivere i farmaci e il necessario.
-Non dire niente alla mamma- lo ammonii e uscii dalla stanza, dove c'era un po' troppa gente ad attendermi.
C'erano tutti quelli che erano stati ad assistere dalla galleria: mi squadravano preoccupati, neanche fossi un'attrazione da circo.
-Via, ragazzini!- Regina intervenne in mio soccorso -non c'è niente da guardare, andate a lavorare o vi faccio licenziare. E provate solo a sparlare in giro e vi ritroverete senza lingua prima di avere il tempo di dire "a"!
Le sue minacce funzionarono come sempre. Gli specializzandi si dileguarono velocemente, anche se mia sorella non lo fece senza un attimo di esitazione.
A volte invidiavo da morire il modo in cui Regina sapeva tenere sotto controllo ogni situazione: non che io me la cavassi proprio male, ma non ero in grado di terrorizzare tutti come lei.
-Dovresti andare a cambiarti se non vuoi attirare l'attenzione.- iniziò.
-Lo so. Dopo. Robin sa cos'è successo a Killian?
-Gliel'ho dovuto dire prima di venire ad assistere, aveva visto il trambusto... era preoccupato, sarei rimasta da lui ma mi ha chiesto di venire a vedere come andava...
-Andiamo a dirglielo allora.

Rescuing the Jolly Roger helmsman - Storybrooke HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora