With You I'm born again (part 2)

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-Cosa...?
-Sei ritardato o fai solo finta?- lo provocai, iniziando a slacciargli un bottone della camicia, mentre continuavo a spingerlo su per le scale.
Lui mi guardò sconvolto, e mi divertì: rimasi a studiare la sua espressione, fermandomi sul primo pianerottolo. Era decisamente incredulo, per un motivo o per un altro, e sembrava incapace di reagire.
Per dargli una mano, lo spinsi contro il muro per baciarlo con forza, e dopo i primi istanti di esitazione finalmente ricambiò.

KILLIAN POV
Avevo desiderato Emma fin dal primo momento, ma con tutto quello che aveva passato mi ero ripromesso di essere tenero con lei, di non farle pressioni. Di proteggerla, di farla sentire al sicuro con me, e di farla star bene. L'unica cosa che volevo era far andare bene la nostra relazione, passare dei bei momenti insieme e rafforzare ciò che avevamo: ma mai e poi mai avrei allungato le mani troppo presto, la rispettavo e amavo tanto che avrei aspettato anni se necessario.
E ora mi aveva colto completamente alla sprovvista con quel "Stiamo andando in camera tua", non avevo preso neanche lontanamente in considerazione l'idea che potesse succedere.
Mi guardava sorridente, mentre io continuavo a sembrare un perfetto idiota... ma non riuscivo a non essere sconvolto.
Poi, improvvisamente, mi spinse contro il muro e mi baciò, spingendo il proprio corpo contro il mio e poggiando le mani sul mio petto.
E fu lì, nonostante i primi istanti in cui cercai di controllarmi, che non ce la feci più: ricambiai il bacio con forza, stringendola a me ancora di più e contemporaneamente esplorando la sua schiena scoperta grazie a quel vestito che aveva deciso di indossare.
Prese nuovamente lei le redini, per spingermi lungo la seconda rampa di scale; mi resi conto che per via del tacco alto aveva qualche problema nei movimenti, quindi senza pensarci due volte la presi in braccio, facendole scappare un leggero gridolino che soffocai con un bacio perché nessuno ci sentisse.
Non feci nemmeno in tempo ad assicurarmi che le andasse bene, che mi portò le braccia al collo per tenersi meglio e continuò a baciarmi mentre salivo.
Ignorai facilmente una fitta che mi attraversò il torace, per la frattura ancora non completamente guarita, ma al momento non me ne importava proprio nulla. Non era di certo il dolore il senso dominante, e poi lei era così leggera e facile da portare in braccio. Così profumata, così morbida, così perfetta...
-Ce la fai?- mi sussurrò sulle labbra, quando finalmente arrivai al mio piano, dovevo solo percorrere il corridoio per arrivare alla stanza 201.
-Mai sottovalutare un uomo di mare, tesoro.
-Mmh... sai, ti ci vedo davvero tanto come pirata. Lo spirito ce l'hai...
-E anche il fascino...- aggiunsi baciandole il collo, mentre con un calcio deciso aprii la porta che per fortuna non avevo chiuso benissimo.
La richiusi allo stesso modo, e con fare deciso raggiunsi il letto, lasciando sdraiare Emma sopra di me. Volevo che non si sentisse oppressa, e allo stesso tempo mi eccitava che fosse lei ad avere il controllo.
Sembrò apprezzarlo, e non attese neanche un solo istante prima di finire di slacciarmi la camicia, e accarezzarmi il petto.

EMMA POV
Anche presa dalla passione non potei non accorgermi della premura che riservava nei miei confronti, con gesti piccoli e apparentemente insignificanti... invece volevano dire tanto per me.
Lentamente, finii di sbottonare la sua camicia, e lasciai scivolare la mano sul suo petto, dall'alto verso il basso, fino alla pancia e poi al bordo dei pantaloni.
Sentendolo sussultare sorrisi, e mi abbassai su di lui per baciargli il collo. Da tanto avevo aspettato questo momento, da tanto avevo desiderato che fosse mio, e che io fossi sua.
Scesi coi baci con estrema lentezza, passando per la clavicola, e poi sul petto. Tracciai con la lingua la cicatrice che era ormai una linea leggera, poco più chiara della sua pelle: in qualche modo lo rendeva più reale, più attraente. Forse perché era quella il motivo per cui l'avevo conosciuto, senza l'incidente probabilmente non ci saremmo mai incontrati.
-Ti amo, Emma...
Il mio cuore ebbe un fremito, e poi si fermò, insieme al mio respiro. Il mio stomaco sembrò capovolgersi, e la mia testa si fece pesante, come se non fosse più in grado di elaborare nulla.
Le mani e le braccia tremarono, e solo a stento fui in grado di mantenere la presa per non crollargli addosso, e alzare lo sguardo su di lui.
-Ti amo...- ripeté -volevo dirtelo prima di... prima di farlo. Perché non volevo che dopo sembrasse che...
-Shh...- feci, portandogli l'indice davanti alla bocca.
Lo guardai negli occhi, quegli occhi che mi avevano convinta a rischiare la vita per salvare la sua.
Quegli occhi in cui avevo letto un oceano di sofferenza, a cui avevo sentito la necessità di restituire la gioia.
Quegli occhi che avevano letto nel profondo della mia anima senza neanche conoscermi.
Quegli occhi che mi avevano compresa più di chiunque altro.
Quegli occhi in cui avevo trovato conforto quando nessun altro aveva potuto darmene.
Quegli occhi che davano un vero significato alla parola "sorriso".
Quegli occhi pieni d'amore, riflesso con forza nei miei.
-Ti amo anch'io Killian.- dissi in un sussurro, lasciando scivolare una piccola lacrima dispettosa lungo la guancia.
Lui la asciugò, a portando una mano dietro la mia testa, dolcemente mi avvicinò a sé e mi baciò come non aveva mai fatto.
In quel bacio racchiuse tutta la passione, la dolcezza, e l'amore che teneva dentro di sé, e solo dopo averne goduto per attimi che potevano tranquillamente essere stati ore intere, ricambiai scivolando al suo lato, pregandolo con lo sguardo di prendere quel controllo che io non riuscivo più a sostenere.
Mi fidavo così tanto che chiusi gli occhi, e mi lasciai andare completamente in balia di lui, limitandomi solo a sfilargli la camicia per farla finire chissà dove alla mia sinistra.
Le mie gambe erano intrappolate in mezzo alle sue, e le spalle tra la sua mano e l'altro braccio.
Sentii il suo respiro avvicinarsi sempre più al mio viso, finché non tornò a baciarmi, soffermandosi sulle labbra solo qualche attimo prima di scendere al mento, poi al collo, e poi ancora giù.
Mi lasciai scappare un gemito nel momento in cui la scia di baci iniziò una discesa lungo la scollatura del vestito, per fermarsi al centro, nell'incavo dei miei seni.
Sentii la sua mano afferrare una manica del vestito, e io lo aiutai con l'altra, lasciando che entrambe scendessero in completa armonia lungo le mie braccia. Insieme alle maniche scivolò inevitabilmente anche il vestito stesso, e quando Killian si fermò mi ritrovai nuda fino all'altezza della schiena, se non per il reggiseno.
Aprii gli occhi per assicurarmi che fosse tutto a posto dato che non lo sentii più muoversi: si era fermato a guardarmi, e lessi nei suoi occhi un gran desiderio mentre squadrava ogni centimetro di me.
Tracciò le mie forme col dito, dalla clavicola, passando per il seno e poi l'ombelico; infine afferrò di nuovo la stoffa dell'abito e continuò a farlo scendere. Per facilitarlo mi sollevai quanto potei, il tempo di lasciarlo passare sotto di me.
Infine, lo fece scivolare via dai miei piedi, e lo lasciò sul bordo del letto, per tornare a guardarmi.
Sentii le guance calde, ero sicuramente arrossita, ma non mi dava alcun fastidio che mi guardasse; quella sua brama non fece altro che intensificare anche la mia, ma non volevo correre troppo, volevo godere appieno di ogni singolo istante.
-Sei bellissima... hai una pelle così candida, sei perfetta...
-Non esagerare- sorrisi timidamente -non sono perfetta...
-Lo sei per me. E non parlo solo del tuo aspetto.
-Anche tu per me, se è per questo- sorrisi, accarezzandogli il petto muscoloso, e approfittai del momento per imprimere nella mente ogni suo lineamento. Dalle spalle larghe, ai muscoli delle braccia, il petto possente insieme a degli addominali scolpiti.
-Sei troppo vestito- aggiunsi, e intimandolo con lo sguardo di rimanere in quella posizione, le mie mani corsero alla cintura dei suoi pantaloni, liberandolo da essa, e poi direttamente sui due bottoni.
Lo sentii chiaramente trattenere il fiato nel momento in cui glieli feci scivolare lungo le gambe, e mi aiutò scalciandoli via, per rimanere soltanto in un paio di boxer neri a coprirlo.
Ci guardammo negli occhi per un attimo, poi afferrai le sue spalle; lo attirai fino a farlo sdraiare su di me lo baciai con forza, appropriandomi avidamente delle sue labbra, mentre il suo corpo caldo contro il mio non faceva che accrescere la sete di lui.
Portò deciso la mano dietro la mia schiena, e slacciò il reggiseno per poi sollevarsi sui gomiti.
Fece scivolare le spalline lungo le mie braccia, e solo quando fui completamente libera da esso lo afferrò e lo gettò da qualche parte.
Con lussuria si avventò con sul mio seno, e quando sentii la lingua su uno dei capezzoli gemetti forte, inarcando la schiena senza più riuscire a trattenere gli ansimi.
Socchiusi gli occhi per guardarlo torturarmi con la lingua e con i denti, per poi passare all'altro, e mi eccitai ulteriormente.
Tirai un sospiro e abbassai la schiena quando scese con le labbra sulla pancia, ma la quiete non durò a lungo dato che decise di soffermarsi con la lingua sull'ombelico, provocandomi nuove scosse di piacere.
Ringraziai il fatto che fossimo al quarto piano a che tutti gli altri fossero a festeggiare, perché ansimavo ormai senza sosta, e gemetti ancora quando le sue labbra arrivarono al bordo dei miei slip.
Con una lentezza straziante ne afferrò il bordo, per iniziare a farli scendere, e soffermarsi con la mano sul mio fondo schiena.
-Perizoma, Swan?- sussurrò, alzando lo sguardo per guardarmi con una sensualità estremamente provocante.
-Erano più comodi per via del vestito... è attillato, sicuramente lo avrai notato, non potevo mettere altro...- spiegai cercando di mostrare assoluta innocenza, ma ero contenta l'avesse notato.
Strinse le mie natiche facendo sì che sussultassi con un ennesimo gemito, e poi riprese lentamente nella sua operazione di spogliarmi dell'ultimo indumento.
Nel momento in cui mi aprì leggermente le gambe per far scivolare via gli slip trattenni il fiato, e chiusi di nuovo gli occhi in attesa.
Un attesa che sembrò eterna, fino a che finalmente, cogliendomi del tutto alla sprovvista, portò una mano sulla mia intimità.
-Se vuoi che mi fermi dillo adesso... perché tra poco potrei non rispondere più di me...
Non riuscii a fare altro che a bofonchiare qualcosa di incomprensibile, e per fargli capire che si trattava di un "non fermarti", affondai le unghie nelle sue spalle e lo baciai, per poi gridargli contro le labbra quando due delle sue dita si insinuarono dentro di me.
Il mio respirò accelerò notevolmente, mentre istintivamente allargavo le gambe e lui mi baciava il collo, succhiandolo in più di un punto.
Le sue dite uscivano e rientravano, per muoversi dentro di me ogni volta più in profondità, ogni volta più intensamente.
Mi lasciò una scia di baci dal collo fino alle labbra e viceversa, e io portai le mani tremanti dall'eccitazione intensa ai suoi boxer, mettendoci tutto l'impegno possibile per liberarlo da questi, e calciarli via.
Ci guardammo negli occhi, che erano lucidi per entrambi per le emozioni forti; presi la sua mano intrecciando le nostre dita, e senza esitazione gli afferrai anche il moncone, per fargli capire che amavo ogni parte di lui, ogni centimetro.
-Ti amo...- dissi nuovamente, mentre allargavo le gambe e lasciavo che si posizionasse tra di esse; la pressione della sua eccitazione sul mio inguine non fece che accrescere la mia ancora una volta, ancora di più.
Non chiusi gli occhi, volevo ricordare quel momento, volevo ricordare il suo sguardo, i suoi occhi nel momento in cui saremmo diventati un tutt'uno.
-Ti amo- disse anche lui, e finalmente entrò dentro di me, facendomi gridare e non riuscendo a soffocare l'urlo neanche con la sua bocca.
La stretta della mia mano sulla sua era più forte che mai, cercava come di controllare i miei ansimi, invano.
Ansimavo e gemevo forte, inarcando le schiena più che mai, dietro la quale portò l'altro braccio, caldo e forte a sostenermi.
-Ti ho fatto male...?- domandò premuroso, e io mi limitai a scuotere la testa e circondargli la vita con le gambe, per permettergli di entrare ancora più a fondo.
Gemetti ancora, ma mi decisi a chiudere gli occhi e lasciarmi andare in balia dei suoi baci mentre il suo bacino iniziava a muoversi su di me.
Inizialmente le spinte furono leggere, ma andarono ad intensificarsi man mano che assecondavo i movimenti.
Ogni spinta accresceva le sensazioni di piacere, e accelerò abbastanza da far muovere e scricchiolare il letto, mentre i nostri gemiti si confondevano annebbiando le menti sempre di più.
E poi un'ultima spinta, più profonda, più forte, e più intensa fece sì che il mio corpo tremasse come non mai, lasciandomi invadere dall'apice del piacere insieme a lui, che venne dentro di me dilungando la durata del mio orgasmo.
Non seppi dire quanto tempo fosse passato nel momento in cui il mio corpo decise finalmente di rilassarsi, lasciandomi riprendere fiato.
Ero sudata, fiacca e stremata da morire, ma erano sensazioni imparagonabili alla felicità che provavo in quel momento.
Lo strinsi permettendogli di adagiarsi completamente su di me, essendo un peso che potevo benissimo sostenere.
Lui lo fece, ma scivolò quasi subito su un fianco senza lasciarmi andare per invertire le posizioni, e farmi ritrovare stesa su di lui.
Socchiusi gli occhi con un sorriso, e lo sorpresi a guardarmi anch'egli sorridente. Gli stampai un bacio sulle labbra e poi lo guardai ancora, lasciando che la sua mano mi accarezzasse i capelli che ricadevano sulla mia schiena e sulle braccia.
-È stato...- borbottò, senza riuscire a trovare la parola giusta per finire la frase.
-Magnifico... no, perfetto- conclusi io, per poi poggiare la testa sul suo petto e rilassarmi al suono del battito del suo cuore.
-Già...
Restammo per vari minuti in quella posizione, ad accarezzarci e scambiarci ancora qualche bacio, a coccolarci.
Sentivo che tutte le mie paure, le mie inibizioni, si erano dissolte completamente, e non potevano più riemergere per farmi del male.
Non l'avevo voluto ammettere a me stessa, ma inizialmente avevo avuto un po' paura di rovinare tutto, di non riuscire ad andare fino in fondo per quanto lo desiderassi: invece era stato tutto perfetto, tutto naturale, tanto che al suo tocco le paure erano sparite. Del tutto.
Gli unici ricordi sarebbero state le sensazioni di piacere, di gioia e d'amore che mi aveva donato, facendomi sentire ancora una volta unica, e in qualche modo speciale.
-Tesoro, stai dormendo?- sussurrò piano vicino al mio orecchio.
-No... credo che dovremmo alzarci, rivestirci e tornare di sotto... prima che ci diano per dispersi- riflettei a malincuore, nonostante fossi già pronta per fare l'amore ancora una volta.
-Già, immagino tu abbia ragione...
Annuii, ma non accennai minimamente ad alzarmi. Ero davvero troppo comoda per trovare le forze di tirarmi su, però dovevo farlo.
Mi feci coraggio e mi lasciai cadere al suo lato, restando stesa ancora qualche attimo.
Ero felice che avessimo fatto l'amore proprio in quella stanza; era lì che aveva iniziato a flirtare con me, lì che avevo iniziato a provare interesse per lui, lì che ci eravamo scambiati i primi baci, lì che ci eravamo confidati i segreti più profondi, e soprattutto lì che avevamo iniziato ad innamorarci.
-Amore, se vuoi posso vestirti io...- propose con fare malizioso, accarezzandomi un fianco.
-Mi fa strano che mi chiami così...- riflettei -ero abituata a "tesoro", "dolcezza" eccetera...
-Se non vuoi...
-No, no, non intendo questo. Volevo solo dire che è strano... però mi piace.- mi voltai verso di lui e dopo aver tirato su le coperte lo cinsi con le braccia e lo baciai: decisi che ancora qualche minuto di coccole potevamo concedercelo.
Però, chiaramente, come sempre, non tutto poteva andare fin troppo liscio. Non mi era concesso.
La porta si spalancò, e senza riflettere mi tirai su il lenzuolo fino a coprirmi il viso, e mi strinsi al petto di Killian che dopo un attimo iniziò a sogghignare.
-Swan. Io non ci credo.
-Oh. Regina.- tirai leggermente fuori la testa e mi voltai in direzione della porta, per trovare la donna sconvolta, accanto a Robin che invece aveva deciso di cercare le ragnatele in un angolo del soffitto.
Mi morsi un labbro e continuai a guardarla, cercando di mettere bene a fuoco la situazione assurda che si era creata. E poi scoppiai a ridere, seguita prima da Killian e poi anche da lei e Robin.
-Avrei bussato. È solo che non pensavo che... tu...
-Lo so, non pensavo neanch'io. Però si bussa lo stesso.
-Ehi, poteva essere successo qualcosa, siete spariti da più di mezz'ora... non si sa mai!- protestò, posando lo sguardo sui vestiti ai piedi del letto e alzò il sopracciglio.
-Ok. Io e Robin torniamo di sotto, e voi... sbrigatevi. Prima che anche i tuoi si accorgano della vostra sparizione, Emma. E non credo sarà piacevole se vi trovasse tuo padre...
-Hai ragione. Arriviamo...
-E fa' prendere un bel bicchiere d'acqua al tuo fidanzato- aggiunse Killian; aveva ragione, Robin aveva posato lo sguardo su di noi e sembrava davvero molto più imbarazzato di Regina. Era comico in un certo senso, ma io stranamente non ero in imbarazzo... lo sarei stata se fosse stato qualcun altro a beccarci probabilmente.
-Divertente Killian.- borbottò lui -Ciao... a dopo.
Aspettammo che i due uscissero dalla stanza e scoppiammo in un'altra risata liberatoria, non mi era mai successo di essere sorpresa a letto con qualcuno... ma c'era una prima volta a tutto probabilmente!

Rescuing the Jolly Roger helmsman - Storybrooke HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora