Mi presi la testa tra le mani incredula. Non poteva essere, dopo tutto quello che avevo passato non poteva non essere ancora finita.
Come potevano essere andate male pure delle semplici analisi di controllo? Ora che mi sentivo finalmente bene, dovevo ricevere un'ennesima brutta notizia.
-Sto per morire? Ho un cancro allo stadio terminale? O qualche altra malattia incurabile?- le domandai in tono sommesso. Tanto valeva che me lo dicesse subito.
-No! No Emma, è altro. Ma sarebbe meglio parlarne in privato, ecco.
-Vai tesoro- fece Killian accarezzandomi gentilmente una mano -se poi vorrai... io sono qui, lo sai che per te ci sono sempre.
Mi alzai riluttante dalla comodità del letto e del calore dell'uomo, e raggiunsi l'infermiera sulla soglia della porta. Aveva uno sguardo preoccupato ma indecifrabile... non abbastanza preoccupato per annunciare la mia morte, ma neanche abbastanza tranquillo da dirmi che avevo la febbre o qualcosa del genere.
-Così tu e lui, eh?- cercò di sorridere.
-Sì... no. Non lo so, non ho ben chiaro quel che sta succedendo... usciamo, dai.
Lanciai un ultimo sguardo a Killian che mi sorrise rassicurante, ma non appena aprii la porta mi ritrovai davanti Regina e mio figlio.
-Mamma! Stai bene!- il ragazzino non mi diede neanche il tempo di guardarlo che mi abbracciò forte, e io non potei fare altro che ricambiare la stretta.
Mi era mancato, nonostante ci fossimo sentiti regolarmente al telefono e lui mi raccontava le sue giornate. Io non gli avevo raccontato le mie, o almeno avevo omesso parecchi particolari... ma l'avevo fatto per proteggerlo, per lasciare che si godesse la sua gita come un normale bambino di 10 anni.
-Sì... Regina, sei tu che gli hai raccontato tutto?- le domandai fulminandola con lo sguardo.
-No, no Emma. Ha sentito della bomba alla radio in pullman, e mi ha chiesto cos'era successo.- si mise sulla difensiva lei.
-Ok, scusa è che... non voglio si preoccupi. Sto benissimo tesoro, e tu? Poi prendiamo hamburger e patatine da asporto e mi racconti tutto al caldo sul divano! E Regina, grazie per essere andata a prenderlo, ti devo un favore...
-Figurati. Tutto ok piuttosto?
Annuii, e baciai le guance infreddolite di mio figlio. Avrei voluto rimanere ancora un po', ma era meglio portarlo a farsi un bel bagno caldo.
-Io vado a salutare Robin... ci si sente Emma, Henry... ciao Hook, Trilli!- ci salutò la donna e uscì per andare a trovare il suo uomo.
Mi scambiai uno sguardo anche con l'infermiera facendole capire che non era il momento di parlare dei miei problemi; magari l'avremmo fatto l'indomani, per ora mi bastava sapere di non avere una malattia letale.
Quindi ci salutò anche lei e mi lasciò sola con Henry e Killian.
-Ciao!- lo salutò il ragazzino con un sorriso -la mamma mi ha raccontato di te! Sei un timoniere, vero? Dev'essere forte!
-Sì, lo è! E tu quindi ti chiami Henry- sorrise a sua volta l'uomo.
Accompagnai mio figlio vicino al letto cercando di non fargli notare che zoppicassi e mi sedetti sul bordo. La situazione era piuttosto imbarazzante: gli avevo detto di Killian, ma solo le formalità... non gli avevo detto che mi piaceva o che comunque era un amico "speciale".
-Posso vedere il braccio senza mano?- gli domandò poi eccitato, squadrandolo.
-Henry! Ma cosa ti salta in mente, non è il caso!- mi vergognai da morire, Henry era sempre stato un bambino curioso, ma arrivare a chiedere a un paziente di fare una cosa del genere era piuttosto imbarazzante.
-Non c'è problema Emma- mi rassicurò, e tirò fuori il braccio da sotto la coperta.
A Henry si illuminò il viso, e io volli sprofondare. Avrei dovuto davvero portare mio figlio subito a casa, non volevo che mettesse Killian a disagio... anche se sembrava stranamente tranquillo.
-Wow! Potresti metterci un uncino! Sarebbe davvero forte!
-Potrei farlo, tanto già mi chiamano così. Magari quando esco di qui... non penso mi farebbero portare un uncino di ferro in ospedale, vero?
-No, credo di no! Posso aiutarti a cercarlo io quando uscirai.
Restai tutto il tempo in silenzio, a guardarli chiacchierare. Le mie preoccupazioni erano state vane dato che i due sembrarono andare piuttosto d'accordo.
Mi venne da sorridere, e quasi subito mi vergognai del mio pensiero: non eravamo una famiglia, e non era detto che lo saremmo diventati. Non che io non lo volessi...
Ma non era davvero il momento di farmi certi pensieri adesso. Eppure li vedevo così bene... non avrei mai detto che Killian ci sapesse fare coi bambini.
-Scusatemi se interrompo il vostro discorso tra uomini, ma noi dovremmo andare a casa... domani c'è scuola!- mi alzai in piedi e presi la valigia di Henry, che si rivelò piuttosto pesante.
-Oh, di già! Ciao Killian, è stato bello conoscerti! Ci vediamo presto... vero mamma?
-Ma sì, uno dei prossimi giorni ti porto con me dopo scuola se vuoi... vai a salutare papà poi torna qui e andiamo, ok?
Lui annuì e corse fuori dalla stanza: conosceva l'ospedale come le sue tasche ormai, col mio lavoro ero costretta a portarmelo dietro spesso, ma per fortuna a lui era sempre piaciuto.
-Allora Swan, mi piace tuo figlio! È un ragazzino molto sveglio, avrà preso dalla mamma- fece l'uomo prendendomi la mano per farmi accomodare accanto a lui. Io non protestai e mi chinai a dargli un bacio sulla guancia.
-Gli sei piaciuto... scusa se ti ha fatto sentire a disagio.
-Tranquilla, non ha fatto niente di male... anzi! È per te che sono preoccupato... non hai dato modo all'infermiera di dirti cos'hai.- i suoi si erano colmati di preoccupazione, tanto da farmi tenerezza. Per rassicurarlo gli accarezzai la fronte e sorrisi, non volevo passasse la notte ad avere paura per me. Non sarebbe stato nulla di grave, altrimenti avrebbe insistito per parlarmene ora, forse.
-Non ci pensare... non sarà niente. È tornato mio figlio e voglio passare una bella serata. Mi dispiace non poter rimanere a farti da spalla per Piccoli Brividi, forse dovrei davvero regalarti un peluche... così non avrai paura!- scherzai.
Sentivo che dopo l'accaduto il nostro rapporto si era ulteriormente evoluto, eravamo diventati più intimi, ma non volevo che questo rovinasse il nostro divertimento. Era con le sue battute che mi aveva convinta ad avvicinarmi a lui, e non volevo che cambiasse. Anche se ci avevo quasi fatto sesso.
-Oh, quando sarò fuori di qui troverò un cinema che trasmetta l'horror più spaventoso di sempre... così sarai costretta a stringerti a me per la paura e smetterai di prendermi in giro!- mi fece l'occhiolino.
-Wow, è un invito ad un appuntamento questo?
-Ti piacerebbe- ammiccò, ripagandomi con la mia stessa moneta.
-Se paghi tu il biglietto sì! È una vita che non vado al cinema.
-Avvicinati Swan... voglio darti il bacio della buonanotte, se permetti...
Io annuii e mi avvicinai lasciando che mi prendesse il viso e mi baciasse sulle labbra con dolcezza. Cercai di godere senza fretta delle sue, calde e morbide come sempre. Insinuò anche la lingua nella mia bocca, facendo sì che mi lasciassi andare completamente a quel "bacio della buonanotte".
-Emma!
Mi voltai di scatto, e sulla soglia della porta vidi Neal e Henry che ci guardavano sconvolti. Io restai in silenzio non sapendo cosa dire, non avrei mai voluto che qualcuno dei due scoprisse di noi in quel modo... soprattutto mio figlio.
-Sono passato a vedere come stavi. E per accompagnarvi a casa. Ma vedo che stai più che bene.- fece Neal inespressivo.
Non riuscii a spiegarmi quella reazione: ora che non stavo più con August si aspettava di avere qualche chance con me? Dopo quello che aveva fatto in passato non avrei mai potuto desiderare di avere di nuovo una relazione con lui, avrebbe riportato a galla ricordi troppo dolorosi e non sarei riuscita a fidarmi. Possibile non l'avesse capito?
-Io... sì. Sto... sto bene. Grazie. Non c'è bisogno che ci accompagni. Ho la macchina.- balbettai in maniera ridicola, ma non riuscii proprio a controllare la mia voce.
-Hai una caviglia mezza rotta, non puoi guidare. Andiamo, forza.
Feci per protestare, ma prima che avessi il tempo di farlo la porta si aprì di nuovo.
-Emma, devi venire. È per Graham!- Regina entrò in fretta e furia, e dal modo in cui mi guardò sospettai che non dovesse essere nulla di buono.
-Lei deve andare a casa con Henry a riposare, ti aiuto io Regina- si intromise Neal, ma lo fulminai con lo sguardo. Era diventato davvero irritante, e solo perché mi aveva vista baciare Killian, ci avrei messo la mano sul fuoco.
-No, va' tu con Henry, ci penso io. Puoi rimanere a dormire da noi, io vi raggiungo dopo- tagliai corto e diedi un bacio sulla fronte a mio figlio, per poi seguire la donna quanto più in fretta mi fosse possibile in quelle condizioni.
-Scusa Emma, se non fosse stato importante non ti avrei chiamata. Ce la fai?- fece preoccupata la donna mentre percorrevamo il corridoio.
-Sto bene. Che ha Graham?
-Si è svegliato, però è... è strano. Sembra confuso, e continua a ripetere il tuo nome.
Mi morsi il labbro cercando di non guardarla, sapevo quanto questo dovesse costarle. Era stata lei la sua "ragazza", e adesso che si era svegliato chiedeva di me.
Ero sicura che nonostante avesse Robin un minimo d'amaro in bocca doveva esserle venuto spontaneamente.
-Emma... Emma!- lo sentii farfugliare già mentre aprivamo la porta, così accorsi subito al suo letto e gli strinsi forte la mano.
-Sono qui, sono qui... calmati Graham, va tutto bene...
-Sei viva... Io ricordo la tua voce. E poi l'esplosione, e poi tu che hai urlato...- borbottò ricambiando la stretta, ma il suo respiro cominciò a regolarizzarsi.
-Io sto bene, non ti preoccupare... respira. Sono contenta che tu sia vivo...
L'uomo avvicinò la mia mano alle sue labbra e la baciò; in un altro momento sarei stata imbarazzata fino al midollo, ma ora non potei che chinarmi e baciargli la fronte.
Quell'uomo era un eroe, e a quanto pare anche un osso duro. La prima cosa a cui aveva pensato al risveglio ero stata io.
"Secondo me gli piaci. Viene a letto con me, ma con te vorrebbe una storia seria" erano state le parole di Regina qualche mese fa, ma io ci avevo soltanto riso su. Graham non aveva mai fatto nulla per farmi credere di piacergli; era sempre stato molto tenero nei miei confronti, ma lo ero stata anch'io con lui... ero sempre stata convinta che la nostra fosse una gran bella amicizia, ma niente di più.
Eppure... eppure un fondo di verità ora riuscivo a vederlo. Ma non avrei mai potuto dargli di più, da parte mia non c'era mai stato di più... forse.
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Rescuing the Jolly Roger helmsman - Storybrooke Hospital
FanficEmma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un proprio paziente, ma le regol...