KILLIAN POV
Robin impiegò tutte le sue forze per trattenere me e Anna su quella poltrona.
Non ebbi neanche le forze per urlare o piangere, o fare qualsiasi altra cosa.
Rividi davanti ai miei occhi il suo sguardo determinato quando mi aveva salvato la vita: il momento in cui avevo capito quanto quella ragazza così coraggiosa fosse speciale.
Ricordai quanto mi aveva reso semplice il fatto di essere rimasto con una sola mano, con la sua battuta su Capitan Uncino.
Ripensai ai nostri momenti così intimi, a rivelare i tasselli più scuri delle nostre vite, fidandoci l'uno dell'altra.
Rividi la paura e la sofferenza del suo sguardo nel momento in cui aveva scoperto di essere incinta di un uomo che aveva smesso di amare.
Ripensai alle sue lacrime quando era riuscita a dirmi di aver perso il suo bambino, soffrendo di un dolore che non aveva creduto potesse toccarla.
E poi rievocai noi. Rievocai i nostri corpi stretti sotto le coperte, il suo viso d'angelo mentre dormiva con la testa sul mio petto.
Rievocai ogni nostro bacio, ogni volta in cui le nostre labbra si erano incontrate.
La prima volta ero stato io a baciarla. La volta successiva era stata lei.
Poi, ancora, le avevo rubato dei piccoli baci, e lei a me.
E poi c'era stato l'ultimo bacio.
Rievocai quel bacio che era stato il più intenso che mi avesse mai dato. Era stato carico di passione, di dolcezza, di parole non dette.
Così dannatamente colmo d'addio.
Nel momento in cui avevo sentito che qualcosa non andava avrei dovuto agire, fermarla e convincerla a tornare al sicuro, dove non avrei potuto perderla.Fui strappato dai ricordi dal singhiozzo della ragazza che si stringeva tra le mie braccia, la sorellina per cui la mia Emma aveva deciso di dare la vita.
-A... andiamo- disse tra i singhiozzi -almeno andiamo di là, forse stanno bene, forse sono scesi prima che quella cosa esplodesse... loro stanno bene, ci stanno aspettando!
La sua disperazione fece sì che anche le mie lacrime decidessero di non seguire il mio volere e offuscarmi la vista.
-Vado io, è meglio se voi restate qui.- intervenne Robin con cautela.
In quel momento la ragazza si alzò e gli afferrò il colletto guardandolo con rabbia.
-SONO IO LA DOTTORESSA QUI, E TU SEI UN PAZIENTE. IO ho il diritto di prendere le decisioni, IO ho il DOVERE di prenderle! Quindi TU non dirai a me di starmene qui quando mio padre e mia sorella potrebbero essere morti per colpa mia! Ora stattene al tuo posto e smettila di starmi tra i piedi o ti faccio sedare dato che sei ancora ricoverato ufficialmente!
Restammo entrambi a bocca aperta: Anna non era la sorella biologica di Emma, ma per il caratterino che aveva appena tirato fuori dalla sua maschera di ragazza dolce e impacciata, non si sarebbe mai detto.
Ci guardavano anche gli altri pazienti, ma lei non se ne curò e mi tirò per mano per accompagnarmi fuori da quella stanza inutile.
-Ho esagerato?- mi domandò una volta che la porta si fu richiusa alle nostre spalle.
Non riuscii a rispondere e scoppiai a ridere. Scoppiai a ridere, tanto da far paura perfino a me stesso.
La ragazza mi guardò negli occhi, in un primo momento sconcertata, poi si unì alla mia risata incontrollata.
Eravamo probabilmente entrambi in preda all'isteria, nulla sembrava riuscire a placare quelle risa.
Nulla se non le lacrime, che le sostituirono senza preavviso, e lei tornò a stringersi nelle mie braccia, mentre ci dirigevamo nell'ingresso dell'ospedale dove tutti erano radunati.-Jones! Cosa ci fai qui... Anna... tu... sai...?
Anche Regina era in preda al panico, come non l'avevo mai vista. Mi aveva sempre dato l'impressione di essere quella donna forte, con le redini sempre in mano, ancor più di Emma.
-Non sappiamo niente- singhiozzò lei -nessun idiota è andato a controllare?! Come si fa a essere così... idioti!!
-Calmati ragazzina! Ci sono delle persone sul posto e degli infermieri al terzo piano. Ci informeranno a breve. Loro... stanno bene.- il modo in cui lo disse però non suonò affatto convincente, ma anzi, sembrò che volesse convincere più sé stessa che l'altra.
Erano passati ormai vari minuti dall'esplosione, ma l'unica cosa che sembrava regnare era il caos, nessuna informazione.
Sentivo dolore ovunque; tutte le ossa, le costole, la testa, la mano... ma nulla faceva così male come il timore di averla persa.
Mi resi conto di amare quella donna, perché improvvisamente smisi di vedere un futuro per me. Un futuro senza di lei.
Senza il suo sorriso a illuminare le mie giornate avrei passato il resto della mia esistenza a brancolare nell'oscurità.
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Rescuing the Jolly Roger helmsman - Storybrooke Hospital
Fiksi PenggemarEmma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un proprio paziente, ma le regol...