Capitolo Quattro

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Tornai a scuola tre giorni dopo, il diciassette dicembre.
Appena ebbi messo un piede in classe, Caitlin mi saltò addosso con la grazia di un elefante obeso e urlai per la sorpresa, quasi finendo a terra.

- Cait! Sono felice anch'io di vederti, sai com'è, ma non potresti lasciarmi respirare? Sono a corto di ossigeno al momento - borbottai, boccheggiando alla ricerca di aria e di una stretta meno forte da parte della mia migliore amica.
Dopo qualche brontolio di troppo, la ragazza mi mollò e potei riprendere a respirare senza affanno.
Ebbi appena il tempo di accomodarmi al mio posto accanto a Caitlin che il professore Brown entrò in classe, facendo calare su noi studenti un silenzio intimorito.
Quell'uomo, laureato in letteratura inglese, riusciva a mettere ansia e paura persino a Xavier, che era il ragazzo più tranquillo e coraggioso che conoscessi.

Tentai di seguire la lezione senza distrarmi, mentre con una mano mi attorcigliavo i boccoli biondi che avevo quella mattina.
Spostando un po' lo sguardo verso destra, vidi Caitlin prendere appunti di ogni singola parola del professore che, in quel momento, stava leggendo e commentando un estratto di un autore americano di cui non ricordavo il nome.

L'ora passò abbastanza velocemente e mi ritrovai a camminare verso la mensa al fianco di Xavier e Caitlin per mettere qualcosa sotto i denti per pranzo.
Aprendo la porta, notai subito la fila infinita di studenti che aspettavano il proprio turno per riempire il proprio vassoio con i piatti del giorno.
Avanzammo fino alla pila di vassoi, ne prendemmo uno ciascuno e, dando un'occhiata in giro per vedere se qualcuno si era seduto la nostro tavolo ed avendo appurato che non era così, ci mettemmo in fila.
Circa venti minuti dopo, riuscimmo a sederci al tavolo e a consumare quel pranzo tra le battute stupide di Xavier e i commenti di Laura e Philippe, due nostri compagni.
Laura, oltre ad essere mia compagna del corso d'arte, faceva anche parte della squadra di cheerleader, mentre Philippe, il suo ragazzo da anni, frequentava lo stesso corso di italiano di Xavier.
Infatti i due si erano conosciuti durante una vacanza in Italia, visto che la famiglia di Laura, prima di trasferirsi a Chicago, viveva in Sicilia.

- E quindi cosa vorresti insinuare? Noi italiani siamo di cuore, soprattutto quelli del sud.-

- Non sto dicendo questo, ma siete anche molto spacconi- ribattè Philippe, ridendo.

- Ma sei serio? Phil, spero per te che tu stia scherzando.-

Laura ebbe un fremito. Era nata qui ma aveva un importantissimo rapporto con le sue radici familiari e odiava che qualcuno parlasse male del paese da cui i suoi genitori provenivano.
- Oh, andiamo! Non te la prendere, sto scherzando!- provò a dire il ragazzo, ma la fidanzata si era già alzata ed era uscita dalla mensa, lasciandolo lì basito dalla sua reazione.

- Cazzo, se l'è presa...- sbuffò, innervosito.

- Sai meglio di noi che è permalosa, cosa pretendi?- dissi, alzandomi e raccogliendo le mie cose.
-Io devo scappare a consegnare il progetto alla professoressa Walter, ci vediamo dopo.-

Mi incamminai per i corridoi, svoltando un paio di volte e arrivando a quello principale, dove si trovava il mio armadietto.
Inserii la combinazione e afferrai il progetto per l'ora successiva, controllando che l'armadietto si fosse chiuso correttamente.
Raggiunsi l'aula A-25 e mi accomodai al solito posto nella seconda fila centrale.
Presi il telefono e controllai se vi fossero messaggi o chiamate, trovandone due di mio padre, uno di mia sorella e uno di Cameron e lessi prima quelli di papà.

Cassandra⚠👱:
Io e Georgia siamo a casa questo pomeriggio per studiare storia, non ti preoccupare se trovi un po' di confusione!

Cass xx

Rachel🌙:
Okay, non fate troppi casini che poi devo sistemare io prima che torni papà.

Strangers || Cameron Dallas ~ Sasha PieterseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora