CAPITOLO XXI

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CAMILA POV
L'avevo lasciata in bagno, non capendo cosa era appena successo.
I suoi occhi smeraldo guardavano con desiderio le mie labbra e per un attimo ho creduto che avrei commesso quello che forse sarebbe stato l'errore che avrebbe compromesso la nostra amicizia per sempre.
Seguo Dinah verso i divanetti, ma sento solo il bisogno di vomitare.
Gli do un colpetto sulla spalla per attirare la sua attenzione, e poi corro fuori, seguita da lei.
Corro verso il parcheggio e vomito dietro una macchina.
Sento Dinah che prende i miei capelli per evitare che io mi sporchi, e mi fa qualche carezza sulla schiena.
- Quanto hai bevuto?
- A quanto pare troppo. - riesco a dire dopo qualche secondo, senza fiato e con voce strozzata.
- Mila mi spieghi cosa stavate facendo te e Laur in bagno?
- Niente, ci stavamo abbracciando, l'hai visto.- dico tirandomi su, appoggiandomi al cofano della macchina.
- Si, anche io e te ci abbracciamo, ma te non mi guardi in quel modo, come se tu mi volessi saltare addosso.
Mi guarda come una che sa più cose di quello che credo.
- Davvero DJ, non stava succedendo nulla.
- Come vuoi come vuoi, farò finta di niente.
- Rientriamo?
- Sei sicura? Hai appena vomitato.
Annuisco e la precedo verso la porta del locale.
Il puzzo presente all'interno mi fa tornare la nausea, ma cerco di trattenermi dal vomitare di nuovo.
I miei occhi vagano per tutta la pista, finché non vedo Lauren con Brad in un angolo, intenti a parlare a bassa voce, molto vicini.
Quasi come se sentisse la mia presenza alza gli occhi, e li fa incontrare con i miei.
I suoi occhi sono verdi scuro, sembrano appartenere a qualcun altro.
Il suo viso è sfinito, le occhiaie sono pesanti e solo ora mi rendo conto che probabilmente sta affrontando qualcosa di più grande di lei, da sola.
Ma è anche vero che io non posso starle accanto se non me ne parla, se non mi rende possibile aiutarla.
La nausea si fa più forte e mischiata al caldo oppressivo, rendono quasi impossibile continuare a stare lì dentro.
Mi volto, prendo Dinah per un braccio e la guardo supplichevole.
- Ti prego andiamo a casa o mi sento male.
Mette un braccio intorno alle mie spalle e si dirige fuori, dove riesco di nuovo a respirare, infatti mi sento già meglio.
Dalla porta riesco a intravedere Lauren, che mi guarda, come per salutarmi, e rimango delusa quando poi si gira di nuovo verso il suo ragazzo, senza venirmi a salutare.

LAUREN POV
Sono tornata dal locale, e sono esausta. Sono le sei del mattino e l'effetto della droga ormai se ne è andato da ore, così quando mi stendo sul letto, non posso fare altro che cadere in un sonno profondo.
Quando mi sveglio è ormai pomeriggio, e quando mi sveglio, tenendo sempre gli occhi chiusi perché vedo la luce entrare dalla finestra, sento qualcuno seduto sul mio letto.
- Buongiorno tesoro.
Apro gli occhi e Brad è di fronte a me, lo guardo un po' sorpresa.
Sono disorientata per colpa del sonno e per la sua presenza in camera mia.
- Sono arrivato da pochi minuti, mi ha aperto tua sorella.- mi dice con un enorme sorriso.
- Sei molto dolce mentre dormi. Usciamo?
- si dammi un attimo, mi lavo e usciamo.
Mentre mi lavo, Brad mi aspetta seduto sul mio letto, con il mio computer sulle gambe.
Dopo essermi preparata scendiamo velocemente le scale, saluto mia madre affettuosamente e saliamo in macchina.
- Dove andiamo?
- Ho fame, mangiamo qualcosa?
Mette in moto e partiamo, per farmi capire che accetta la mia proposta.
Parcheggia di fronte a un fast-food e mi chiede di rimanere in macchina.
Mi slaccio la cintura e mi piego in avanti verso il cruscotto, per aprire il cassetto che contiene i cd.
Quello che mi trovo davanti mentre cerco della musica mi lascia di sasso.
In fondo al cassetto c'è una bustina piena di pillole.
Sono combattuta: non posso rubare la droga al mio ragazzo, ma allo stesso tempo sento che quella è un occasione da non lasciarmi scappare.
Alzo gli occhi verso la porta da dove è entrato Brad per comprare da mangiare e non vedo segni di lui.
Apro la bustina, con le mani che mi tremano per la paura di essere scoperta, e penso che non sarebbe saggio prenderle tutte, meglio prenderne solo qualcuna.
Ne prendo quattro o cinque, apro la borsa e prendo il borsello, per infilare le pasticche al suo interno.
Chiudo la bustina e la rimetto dentro al cassetto, per poi tornare a cercare un cd con ancora le mani che mi tremano per l'adrenalina.
Vedo il cd di Ed Sheeran e i ricordi di ieri sera tornano prepotentemente nella mia testa.
Me, Camila, i nostri corpi vicini, i suoi occhi sulle mie labbra.
Sento il mondo cascarmi addosso, e penso che adesso sto aspettando il mio fidanzato mentre penso alla ragazza che amo, ovvero la mia migliore amica.
Perché tutto questo deve accadere a me?
Non posso più aspettare, prendo la pillola dalla bustina e la prendo subito, mentre sento le lacrime formarsi nei miei occhi.
Appena sento montare in me il suo effetto, mi sento meglio, senza pensieri senza senso sull'amore sbagliato che provo.
Brad torna, con un sacco di cibo che è decisamente troppo per noi due.
- Mi ha chiamato Tristan mentre ero dentro, andiamo da Bea, i suoi genitori se ne sono andati adesso per andare a cena fuori.
Ceniamo da lei e beviamo tanta birra, veramente troppa birra, e di nuovo l'alcol si mischia alla droga.
Sono stanca di stare qui dentro, stanno tutti fumando tranne me, che ho rifiutato con la scusa di non avere voglia, per evitare di sentirmi male, considerando che sono già fatta.
Faccio finta di guardare il telefono poco prima delle undici, e avverto tutti che Ally mi sarebbe venuta a prendere qui fuori, solo per evadere da quel posto di cui ero veramente stufa.
Esco fuori dopo aver baciato il mio ragazzo e inizio a camminare barcollando.
Un paio di macchine mi suonano quando mi sposto troppo verso la carreggiata.
Sono più ubriaca di quello che pensavo, e l'idea di uscire con un giacchetto di pelle durante il periodo natalizio non si rivela una delle migliori.
Mi rendo conto di aver sbagliato strada.
Mi inizio a guardare intorno, ma nessuno dei posti che vedo mi sembra familiare, probabilmente anche per colpa delle sostanze che stanno facendo a botte dentro di me.
Faccio la cosa più sensata che mi viene in mente, e chiamo Ally.
- Lauren dimmi!
- Non so dove sono Ally.
- Ma come non lo sai? Che stai facendo? Cosa è successo?
- Ho finto che te saresti venuta a prendermi a casa di Bea per scappare da quella casa.- faccio fatica a parlare, ho la bocca impastata.
- Sei ubriaca?
- Non solo.- dico scoppiando a ridere.
- Dimmi dove sei, ti vengo a prendere.
- Ally voglio Camila. - le parole escono da sole dalla mia bocca, non riesco a controllarle.
- Laur non farmi preoccupare dimmi dove sei.
- Sono accanto a un palazzo rosso, con un insegna blu.
- Arrivo subito.- sembra aver capito dove mi trovo.
- Ally, Camila.
- Ne parliamo appena arrivo.
Mi siedo sugli scalini del palazzo e mi sdraio a guardare il cielo, la luna è nascosta nel cielo e io mi sento un po' come lei.
Mi nascondo dietro qualcosa, per non farmi vedere nella mia interezza, per ciò che realmente sono, aspettando che il sole esca fuori per salvarmi da questa mia vita da attrice.
Non percepisco più il freddo, e il collo mi fa male per aver tenuto troppo tempo la testa rivolta verso l'altro.
Rimango abbagliata da dei fari della macchina, e vedo scendere Ally a corsa.
Rimango nella stessa posizione, e la sento sedersi vicino a me.
- Lauren qual è il problema?
- La amo. - dirlo ad alta voce fa tutto un altro effetto - La amo così tanto che tutta questa situazione mi sta distruggendo. Te mi riconosci? Ti sembro ancora io? Guardami negli occhi.
Mi giro verso di lei e la guardo intensamente per qualche secondo per poi tornare nella posizione di prima, con la testa verso il cielo.
Posso vedere tutta la sua preoccupazione e la sua paura in un solo sguardo.
- Ovvio che no, non sono io questa. La amo talmente tanto che io posso essere me stessa solo stando con lei, sono totalmente dipendente da lei. Non posso uscirne. Tutto questo amore era mascherato da amicizia, come ho fatto ad essere così cieca? Evidentemente non volevo rendermene conto, non volevo aprire gli occhi. Infatti finché per me quello che provavo per lei era solo affetto tutto andava bene.
- Laur non so che dire.. Non devi avere paura di quello che provi.
- Ho appena capito questo Ally: non ho paura di quello che provo alla fin fine, ho paura di quello che divento e che posso fare a causa di quello che provo, che è addirittura peggio.
- Andiamo a casa,  non posso vederti così, vieni a dormire da me, avverto io tua madre.
Annuisco, abbassando la testa e sentendo sollievo a causa della posizione scomoda.
- Anche io non posso più vedermi così, eppure devo convivere con me stessa.

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Hola genteeee!
Mi è piaciuto un sacco scrivere questo capitolo, mi sono divertita!
Aggiornerò domenica, intanto votate per questo capitolo se vi è piaciuto.
Ps: grazie M.

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