CAPITOLO XXXVII

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Stamattina ho preso la pillola, e sto decisamente meglio.

Dopo  la giornata di ieri avevo bisogno di staccare il cervello, di cercare  di non pensare a quella presa forte che stringera il mio corpo ancora  una volta.

Sono sul letto, ad ascoltare la musica con le cuffie, abbiamo pranzato da sole io e Mani perchè la sua famiglia non c'era.

Sento il campanello suonare, ma non me ne preoccupo, perchè so che Mani è in cucina e che sicuramente andrà lei ad aprire.

Mi sento ossevata, e quando alzo lo sguardo, vedo due grandi occhi marroni intenti a scrutarmi.

Spengo immediatamente la musica, per poter salutare la ragazza di fronte a me,

- Ciao Camz.

-  Ehi. - risponde con un sorriso, avvicinandosi al letto. - ho detto a  Mani che sarei rimasta io qui con te, così poteva uscire un po'.

- Mi dispiace essere un peso, a volte vorrei solo tornare a casa mia così sareste libere di uscire quando volete.

- Tranquilla, non vedo l'ora di essere costretta a rimanere chiusa in casa con te.

Mi scappa un sorriso, inevitabilmente.

Quando  ero con lei era facile essere felice, era normale. Raramente mi era  capitato di essere triste vicino a lei, è una di quelle persone che  porta allegria e entusiasmo qualsiasi cosa faccia.

- Come stai oggi?

- Bene, meglio.- rispondo sinceramente.

- Sei fatta? Comunque mi hanno detto che è successo ieri.

Annuisco in risposta, e abbasso la testa.

-  Mi ha mandato tanti messaggi in questi giorni, mi aspettavo di vederlo  da qualche parte, mi dispiace solo aver rovinato il pomeriggio alle  ragazze.

- Che ti ha detto?

- Che non sono una vera puttana, ma che mi può scopare quando vuole, anche senza pagare.

Non c'è intonazione nella mia voce, è totalmente piatta. Adesso che sono fatta i ricordi di ieri non fanno più male.

- Ti ha toccata in qualche modo? Ti ha baciata?

- Non mi ha fatto niente di che, non mi ha baciata.

Sembra sollevata, quasi sollevata dalla mia risposta, e un grande sorriso torna sulle sue labbra.

- Mi sei mancata.- dice, guardadomi fissa negli occhi.

- Anche tu.

Viene verso di me, lentamente, aspettando un mio segno che potesse fermarla, che però non arriva.

Più si avvicinava più il mio cuore batteva, e ormai era a pochi centimetri dalle mie labbra.

- Ti amo.

Esce dalla mia bocca, improvviso, ma lei non fa una piega, le mie parole non la sconvolgono.

-  Ti amo anch'io.- dice con semplicità, come sei fosse ovvio, come se lo  avesse detto già altre mille volte, e forse era così. Forse me lo aveva  detto, ma non a parole, e io non me ne ero mai accorta.

Unisce le sue labbra con le mie, e il mio petto sembra esplodere.

Non  provavo emozioni così forti da settimane ormai, e ogni volta che le  avevo provate ero sempre accanto alla ragazza che adesso mi sta baciando  con tutta questa passione.

La amo, e poterlo dire mi fa sentire legggera e libera, come non lo ero da tempo, e mi bastava il contatto che avevo con lei.

Approfondisco  il bacio e la faccio stendere sopra di me, piano e con delicatezza, la  trattavo come si faceva con le cose fragili.

Afferro il  bordo della sua maglietta, e gliela sfilo, e una volta avergliela  sfilata del tutto, i suoi capelli gli cadono sulla faccia, e mentre se  li sistema ho il tempo per ammirare la ragazza seduta su di me senza  maglietta.

Devo avere le guance rosse all'inverosimile,  però mi sento bruciare la faccia mentre la fisso e non mi capacito che  si sia innamorata di me.

Riafferro le sue labbra tra le mie, ma dopo qualche secondo la sento allontanarsi.

- Non adesso che sei fatta, non è il momento Lolo, ma quando sarai completamente pulita so che sarà bellissimo.

Si alza, prende la maglietta e la borsa che aveva lasciato vicino alla porta, si riveste e se ne va, salutandomi con un sorriso.

Io rimango dove sono, incredula, con i capelli in disordine, con lo sguardo rivolto alla porta da cui è uscita Camila.

Forse è stato un sogno, o forse è tutto vero.

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Scusate se è più breve del solito, ma ci tenevo ad aggiornare!

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