Capitolo 6

230 60 15
                                    

Ore 10:15
Ormai è suonata la campanella della ricreazione.
L'ora di arte è volata talmente in fretta, da non permettermi neanche di finire il mio disegno.
Il professore ci ha lasciato la possibilità, come primo giorno, di disegnare un tema a piacimento.
Senza accorgermene, le mie mani instintivamente hanno impugnato la matita e hanno incominciato a scarabocchiare linee e curve non connesse tra loro. A poco a poco, la bozza nera ha incominciato a prendere la forma di due occhi. Anche in bianco e nero, la mia mente sembrava intravedere, tra quegli spazi bianchi, due smeraldi verdi.

La successiva ora era di storia e a essere sincera, non ho prestato molta attenzione alla professoressa. Alexander mi è sembrato vagamente interessato, ma forse è stata solo una mia impressione, visto il suo scarso approccio con le materie scolastiche.

Ora sono seduta sulla sedia di legno, appoggiata a questo scomodo banco; dalle finestre accanto a me penetrano i raggi solari. Con un morso, divoro un pezzo del mio panino, innervorsita dal comportamento di Kate. Batto freneticamente le mie dita lunghe e affusolate sul banco, pensando alla mia migliore amica continuamente presa dalla conversazione con Jack, per ricordarsi dell'esistenza di Nicla Rossi.

"Hai deciso di rovinare ancora di più questi banchi?"
La voce divertita con cui Alexander mi schernisce, mi irrita ulteriormente.
Sono ancora infastidita dal comportamento di Kate e non ho tempo per pensare alle frecciatine di Dallas.
È da stamattina che mi tormenta con battutine e quando il silenzio regna in classe, noto sempre che mi rivolge sorrisi sghembi e smalianti.
A mio malgrado, mi accorgo di aver realmente scalfito leggermente il mio vecchio banco.
Con disinvoltura decido di rispondergli: "Non penso che faccia la differenza!"
"Sbaglio o qualcuno oggi è arrabbiata?"

No, Alexander per niente.

Non capisco da dove derivi tutta questa confidenza da parte sua: sono solo due giorni che siamo compagni di banco. È molto strano che mi rivolga la parola, nonostante il mio cattivo umore e la presenza delle ragazze cheerleaders, che non aspettano altro di parlargli.
Preferirei rispondergli di comprarsi un dizionario, per arricchire il suo povero lessico, visto che "arrabbiare" lo può ultilizzare con il suo cane...
Ma alla fine rispondo con un "Cosa te lo fa pensare?!"-più infastidita di prima.
"Oh andiamo ragazzina, ti sei sbranata il panino e ora manca che rompi il banco"
"Ma... Ragazzina a chi? E poi da quando ti interessa?"

Stranamente oggi sono più infastidita del solito, da tutto e tutti. Invece dovrei essere grata ad Alexander, che in questo momento è l'unico che mi sta considerando realmente.

Alle mie parole, il ragazzo moro si acciglia e si siede sul banco di fronte a me, dandomi una bella vista del suo corpo, da footballer, scolpito.

"Io -dice puntandosi l'indice sul suo petto- posso." Scandisce le ultime parole, come se fossero le più ovvie sulla faccia della Terra.
"Ricca e dettagliata spiegazione, Dallas." -rispondo senza pensare.

"Alexander cosa fai con quella sfigata? Vieni qui, no?"
La voce da oca di Emily, mi fa battere con ancora più forza le mie dita sul banco.
Emily è la capo cheerleader e sfortunatamente, frequenta tutti i miei stessi corsi.

"Il dovere mi chiama Rossi, cerca di non rompere il banco in mia assenza."
Alla fine della sua affermazione mi lancia un occhiolino e con uno sorrisino stampato in volto, si dirige verso le cheerleaders.
Sono ufficialmente infuriata.
Smetto di battere freneticamente le unghia sul banco ammaccato, quando mi ritrovo una Kate sorridente che sta venendo in mia direzione.

"Oh Nicla, scusami di averti lasciata da sola!"
Anche se indecisa, le dico di stare tranquilla.
"Dai Nicla, ho notato il tuo nervosismo per il mio comportamento... Mi dispiace, mi farò perdonare. Però sono felice che stai instaurando un bel rapporto col tuo compagno di banco!"
"Ma cosa dici Kate!" -scoppio in una fragorosa risata e decisamente divertita metto lo zaino in spalla. La ricreazione è quasi terminata e devo prendere dei libri dall'armadietto.

I can't stand youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora