Capitolo 15

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Un rumore alquanto fastidioso, irritante e insistente.

Un tonfo sordo e seccante proveniente dal lato destro del mio corpo.

Io, accovacciata sul letto, abbracciata al mio morbido cuscino di lattice.

Finalmente un sogno spensierato e felice, un campo di girasoli diventato la pace del mio subconscio.

Un rumore imperterrito continua a martellarmi la testa...

Apro mal volentieri i miei occhi verdi-castani e... Dannatissima sveglia.

Ma oggi non doveva essere domenica?

"Nicla! Sbrigati o perderai il pullman!" -urla mia madre per il corridoio.

D'accordo, il mio tentativo di non andare a scuola è fallito miseramente. Anche oggi, potrò ingannare il tempo domani.

Grazie al fastidioso suono della mia sveglia, caduta poco prima dal comodino e che ancora imperterrita continua a squillare sul mio tappeto, sono ormai sveglia e costretta ad alzarmi dal mio morbidissimo letto.

Non appena sposto le calde coperte verso i piedi del letto, le temperature basse creano immediatamente dei brividi lungo tutto il mio corpo. Ormai
l'inverno è la stagione che regna sovrana: ciò mi obbliga ad indossare felpe pesanti e calde per recarmi a scuola con il pullman e non a piedi come i primi giorni estivi.

Sarà forse il gelo invernale, ma dentro di me avverto già che questa giornata sarà più faticosa del solito, nonostante sia un giorno come gli altri. Un giorno come gli altri in cui per i corridoi passo davanti a visi anonimi, cercando di mostrare indifferenza e quiete, non di certo irrequietezza e noia.
Solitamente chi ha un carattere timido viene associato ad una persona chiusa e in uno stato di depressione mentale... E allora perché io vivo in uno stato continuo di frenesia e di ansia? Incomincio a pensare che il mio iniziale presentimento su quest'anno che sarebbe stato diverso sia proprio vero.

Ormai vestita, lavata e con un po' di trucco sul viso, scendo le scale, per salutare mia madre e addentare un pezzo della colazione, che questa mattina gentilmente mi ha preparato. Due toast andranno più che bene per affrontare una giornata monotona di scuola.
Inutile dire che fuori casa le temperature sono ancora più basse e mi tocca camminare a passo svelto, verso la fermata del pullman, per non congelarmi sul posto.
Salita sul bus, le note di "Treat you better" riecceggiano nella mia mente, mentre la melodia scorre attraverso le cuffiette collegate al mio smartphone.

"I know I can treat you better
than he can
and any girl like you
deserves a gentleman."

Le parole del ritornello mi portano a pensare alla mia migliore amica Kate e alla sua travagliata relazione con Jack.
Lei ha bisogno di qualcuno che la tratti meglio di così, che non la disdegni dopo un singolo bacio e che non la butti via per una qualsiasi bella ragazza conosciuta qualche momento prima.
Forse Jacob ora fa parte della vita di Kate proprio perché lui può trattarla meglio.
Eppure non posso dimenticare il momento in cui Jack, la mattina dopo la festa, si è presentato a casa di Kate, chiedendo il suo perdono. Non posso dimenticare il suo viso spaesato, come se il suo corpo si fosse in qualche modo smarrito in quella casa, con i suoi occhi che sembravano talmente sinceri mentre imploravano Kate.

"You got me scattered in pieces
Shining like stars and screaming
Lightining me up like Venus
But then you disappear and make me wait
And every second's like torture
Hell over trip, no more so
Finding a way to let go
Baby baby no I can't escape
[...]
There's a million reasons why I should give you up
But the heart wants what it wants."

I can't stand youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora