Erano le dieci di sera, una come tante.
Stavo tornando dal lavoro e le strade erano deserte, come al solito.
Ricordo che avevo una fame da lupi, ma pochi soldi e poca voglia di cucinare.
Decisi quindi di svoltare per S.J Street invece che per la strada che faccio di solito.
Sapevo che avrei trovato qualche supermercato aperto anche a quell'ora, ricordavo di averne visto uno qualche sera prima mentre tornavo a casa.
Quelle strade potevano sembrare veramente spaventose per uno che non abitasse li:
tutto buio, illuminato soltanto dai lampioni posti ai lati della strada che facevano una asettica luce bianca e, in fondo alla strada si vedevano i malfunzionamenti di alcune lampadine che rendevano tutto ancor più sinistro.
Ricordo ancora adesso che in quelle silenziose serate si potevano sentire solo i cani che abbaiavano, anche qualche gatto che litigava a dir la verità.
Scene da film horror a parte, quello era un luogo come un altro, davvero!
È che di notte qualsiasi luogo può sembrare pauroso, è un qualcosa che viene naturale da pensare, la luce è bene e il buio è male, è ancestrale.
Io avevo il mio lavoro, una "casa", una fidanzata che avrei voluto sposare e un tenero cagnolone, alla fine non era male, si stava meglio, ma si stava anche peggio.
Ricordo che aveva piovuto qualche ora prima e la strada era ancora umida, i miei passi si sentivano di più mentre camminavo per arrivare a quel market, e in sottofondo si poteva sentire anche quel rumorino di quelle goccioline che ancora cadono dalle grondaie e dai tubi posti lungo i muri esterni delle case per convogliare le acque piovane sulla strada.Finalmente riuscii a raggiungere il supermercato aperto che tanto cercavo.
La porta del supermercato era evidentemente in plexiglass o di un qualche materiale trasparente, infatti riuscivo a vedere già dall'esterno un signore giapponese seduto alla cassa che stava giocando con quelle che sembravano due biglie, ci si annoia in quei luoghi a quelle ore, non era raro trovare persino senzatetto a giocare a carte fra loro.
Ricordo quando con Karen, durante un viaggio a Milano ci mettemmo a giocare a carte con un gruppo di persone che vivevano sulle panchine di Milano Centrale, non ci capivamo per via della lingua ma riuscimmo a litigare comunque per la vittoria.
Nessun altro era in quel negozio.
Appena entrai un sonaglio posto sul soffitto e che urtava in qualche modo alla porta si mosse, il signore sobbalzò dallo spavento insieme a me che non mi aspettavo il sonaglio attaccato al soffitto, ma nemmeno il signore che si spaventasse perché io mi ero spaventato;
Un casino insomma.L'uomo mi guarda con faccia contrariata e in americano ma con l'accento chiaramente della sua terra mi dice che avrei potuto essere più delicato, io gli risposi ancor più contrariato che il sonaglio ce lo aveva messo lui sulla porta, ma sempre conservando la mia calma perchè dopo tutto non lo conoscevo e cosa più importante volevo tornare a casa il prima possibile, litigare non era nei miei programmi.
Mi trovai d'avanti tanti scaffali. Erano messi in modo che dall'entrata si vedessero di lato, e quindi vedevo tanti piccoli corridoi. Stavo cercando il freezer e lo trovai in fondo al market, dopo gli scaffali. Apro il congelatore e non trovo le pizze surgelate, una vera e propria disgrazia.
Avevo una fame che avrei potuto mangiare il signore della cassa e pure la cassa, ma non trovavo le pizze, perciò optai per i gamberetti surgelati che erano nell'altro freezer accanto.
Mentre afferro la scatola fredda, sento il sonaglio familiare della porta del negozio."Sarà arrivato qualcuno che renda il tutto meno deserto grazie a Dio!" Pensai tra me e me.
Invece la situazione all'entrata iniziò più movimentata di come mi sarei aspettato.
-Brutto lurido pezzo di merda! Apri questa cazzo di cassa e dammi tutto quello che c'è dentro!- Sentii dire da una voce maschile.
Era roca e bassa, ma non avevo molta voglia di andare a vedere chi fosse, preferii nascondermi dietro lo scaffale, dato che erano posti in modo che dall'altra parte si vedesse solo il freezer.
Io ero nascosto all'estremità dello scaffale e lui non mi avrebbe visto a meno che non fosse venuto a controllare.
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UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]
General FictionQualcuno una volta disse che una madre nasce contemporaneamente a suo figlio, un padre a volte aspetta degli anni prima di nascere. Questa è la storia di un adozione, la storia dell'amore per una bambina, fino alla fine. Una storia tragica, ma che i...