Portammo Sonia in ospedale, l'avrebbero dimessa qualche giorno dopo.
La chemio era dura, destabilizzante, ma non serviva che lei restasse in ospedale quando poteva godersi la sua famiglia.-Sonia, adesso resta qui, ti verremo a prendere.- Le dissi accarezzandola.
-Si, resto.- Rispose sospirando.
Mi chinai e la guardai negli occhietti blu.
-Su, non essere triste.- Le sussurrai.
In realtà ero più triste io di lei probabilmente, ma la vita ci insegna ad essere forti nella nostra debolezza, ed era quello che stavo facendo.-Pete, adesso dobbiamo andare, infermiera ci guarda male da venti minuti.- Mi intimò Christine.
Sbuffai, rialzandomi.
Presi in braccio la bimba e la feci sedere sulla branda.
-Adesso vado.- Le dissi
Mi schiarii la voce.
-Adesso andiamo.- Mi corressi.
Ormai dovevo cercare a rispettare la famiglia che io da tempo stavo cercando di costruire:
Io, Sonia e Christine.Mi sforzavo di credere di amare tutte e due allo stesso identico modo, ma forse mentito a me stesso.
Io amavo Sonia, volevo bene a Christine.Non avrei mai voluto dire, ma se non ci fosse stata Sonia probabilmente ci saremmo lasciati.
Ma tutto quello non c'entrava, i miei monologhi interiori non servivano a nulla perché io e mia moglie ci eravamo appena sposati e tutto stava prendendo forma, certo tra varie disgrazie, ma eravamo fiduciosi... Dovevamo.Tornammo a casa, Christine mi afferrò dalla cravatta, avvicinando il mio volto al suo, le mie labbra alle sue.
Tutto scoppiò in una notte d'amore, la nostra prima notte d'amore dopo tanto tempo.-Mi è piaciuto.- Sentii al mio fianco.
-Anche a me...- Risposi.
-Dovremmo rifarlo.- Chiese.
-No, domani devo alzarmi presto e sono le tre di mattina.- Risposi stanco.
-E vabene.- Disse delusa.
-Pete.- Mi chiamò.-Dimmi.-
-Io ti amo, ricordalo.- Sentii dirmi.
Mi girai e baciai le sue labbra, anche io l'amavo.
Quel "Io ti amo" mi suonava come dolce e sfrontato, una delle poche dimostrazioni d'amore che Christine mi abbia mai fatto.
[Qualche Mattina dopo.]
Buongiorno al mondo, ero sveglio dopo quella notte.
Guardai la sveglia ed erano le 7:15 giusto in tempo.
Mi alzo, mi sveglio per bene e faccio colazione, ma non dopo essermi vestito e lavato.-Buongiorno!- Esclamò Christine guardamdomi pieno di energie come pochi giorni.
-Sei felice?- Ridacchiò.-Abbastanza, oggi è il grande giorno!- Risposi
Dopo il lavoro sarei dovuto andare a prendere Sonia con Christine che ormai poteva venire a stare da noi, perché ormai era una Gavin!
Andai a lavorare, tra una carta e l'altra da firmare e scartoffie da compilare, passò velocemente quella che sembrava una lunga giornata.
Finí presto di lavorare e senza attendere un secondo di più mi alzai dalla scrivania e cercai di uscire dalla porta.
-HALT- Udii urlare contro di me.
Mi girai, era il mio capo.
-Signor Gavin, non vorrei dire ma ultamente mi trascura il lavoro.- Mi ammoní.
-Ma non è vero!- Mi difesi.
-Si che è vero, aspetti.- Rispose.
Andò nel suo ufficio e tornò con un foglio, lo afferrava con due dita, come se fosse la cosa più deplorevole che avesse mai visto.
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UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]
General FictionQualcuno una volta disse che una madre nasce contemporaneamente a suo figlio, un padre a volte aspetta degli anni prima di nascere. Questa è la storia di un adozione, la storia dell'amore per una bambina, fino alla fine. Una storia tragica, ma che i...