22) Senza Parole

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Era la vita delle persone quelli che mi scandalizzava, tutto così flebile, senza alcun motivo.
"Non siamo nessuno." Sospirava spesso suor Anastasia.
"Non siamo veramente nessuno." Continuava.
"Oggi ci sei, domani non lo sai..."
"Suor Anastasia, ti prego." La bloccai.
Si ricompose e poggió la testa al muro, espirando e chiudendo gli occhi nell'attesa.

Chissà se da quella porta così scura è angosciante sarebbe uscito qualcuno capace di dire qualcosa di bello.
Sonia non stava più bene, non poteva più stare come prima con noi, era una bimba e "le sue cellule sono molto più veloci degli adulti o anziani, sia nel bene che nel male" disse il medico qualche tempo prima.
Forse la vita di quella bimba tanto coraggiosa stava scivolando tra le mani di molti, ma non dovevo pensare male, non potevo.
Pensai piuttosto a tutte le cose belle che avevo vissuto con lei, a tutti i momenti carichi di emozioni che nella mia vita ormai così corta, avevo provato.

Non siamo nessuno, non siamo nessuno, non siamo nessuno...

Nel frattempo in convento, suor Paolina quella sera stava pulendo le aiuole.
"Queste erbacce vanno estirpate dalla radice sorella Alfredina" comandava dispotica alla sua consorella mentre lei si occupava dell'altra aiuola vicina.

"Paolina vieni un attimo qua" La chiama una sua consorella.
"Pete, Anastasia e Christine sono all'ospedale..." Inizió tentennante.
"S...Sonia, ci sta.."
"Continua suor Francesca! Su!" La spronó Paolina.
"Ci sta... lasciando." Concluse, con la voce modificata dalle lacrime che stavano per uscire.

Paolina si pietrificó, ma non volle far vedere alla sua consorella che qualcosa era stato in grado di scalfirla.
Tuonó qualcosa dentro di lei, fissó nel vuoto, iniziò a camminare passo dopo passo senza badare a dove stesse mettendo i piedi, lungo il corridoio si inginocchiò per terra, scoppiando in una valle di lacrime.

È colpa mia

Un dottore uscì dalla sala, ci diede una brutta notizia.
Non volli sapere nulla e mi voltai dall'altra parte.
Però dovevamo sapere tutto ciò che c'era da sapere, il coraggio si fece strada in me.

"Signor Gavin, il cancro di sua figlia è in metastasi, ha già compromesso reni e linfonodi, la chemioterapia non servirà più a fare nulla"

la chemioterapia non servirà più a fare nulla
la chemioterapia non servirà più a fare nulla
la chemioterapia non servirà più a fare nulla

Non lo avrei mai accettato, non è mai stata una cosa che io avrei mai potuto pensare di mettere in conto.
E adesso cosa dovevo fare?
Andare da lei?
Piangere? Urlare?
No, io non potevo fare nulla, qualsiasi cosa avrei fatto, non avrebbe cambiato la sorte.
Qualsiasi cosa avrei fatto, Sonia sarebbe morta ugualmente.

UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora