Uscendo dall'istituto suor Anastasia si tranquillizzò un po', ci scambiammo i numeri di telefono nel caso ci fossero serviti e poi cominciammo una conversazione sulla madre superiora dell'istituto.
Mi disse che suor Claudia, la badessa appunto, era un mastino.
Da qualche mese, però era bloccata a letto per via di una malattia alle ginocchia e la sua grave obesità non le permetteva di deambulare normalmente.Quando si alzava però diventava Hitler e nessuno poteva trattenerla, soprattutto se scopriva cose che non andavano nel suo istituto.
Con i bambini era dura, ma dato che da un po' aveva impedimenti e restava a letto, il problema non esisteva più.
Mi trovavo più o meno all'uscita dell'istituto, al cancello esterno, rividi una faccia conosciuta e lei riconobbe me, suor Paolina.
Mi guardò con uno sguardo duro, severo, ma contemporaneamente non sapeva cosa mi avesse trattenuto così tanto con quella bambina, non era un semplice saluto quello che le avevo fatto, e non aveva neanche l'intenzione di esserlo.
-Salve ancora! Cos'è ci ha cenato con la bambina?-Disse -No perché sono due ore che rompe qui.- Continuò d'un tratto la donna.Suor Anastasia era d'avanti a me che mi accompagnava all'uscita e quando sentii la suora dire quelle parole ci si scontrò.
-Eh senti Paolina, non ti avevo detto di restare all'auditorium ad aiutare?-
Disse.-Ho fatto Anastasia, ho fatto.- Rispose la sorella guardando tutti e due con uno sguardo da serpe, stava architettando qualcosa.
-Quando ti ho detto di restarci, intendevo che dovevi restarci anche dopo aver finito.- Rispose duramente Anastasia.
-E se per una volta ti andassi contro, Anastasia- Iniziò Paolina.
-Cosa succederebbe?-Continuò. -Se ti andassi contro, e "aprissi la bocca", cosa succederebbe?- Concluse mantenendo quel ghigno.-Paolina l'unica cosa che ti posso dire è che devi fare quello che la sottoscritta dice, se apri la bocca te la rompo.- Rispose velocemente suor Anastasia mentre mi spingeva fuori dal cancello per distogliere l'attenzione di Paolina da me.
-E adesso seguimi che devo preparare gli striscioni per dopodomani.- Finí.
Suor Paolina continuava a puntarmi mentre mi mettevo in macchina.
-Suor Paolina! CAMMINA!- Urlò suor Anastasia nel bel mezzo del cortile, poi si voltò verso di me e accennò un sorriso, mentre la suora balzò per lo spavento e seguì la sua consorella.Mi sorprese il linguaggio colorito col quale Suor Anastasia teneva testa a Suor Paolina, dopo tutto erano due suore, ma capii che ciò che aveva fatto Anastasia, sarebbe potuta essere per lei una buona azione nei confronti di Sonia, indipendentemente dal linguaggio da lei usato.
Una volta in macchina misi in moto e mi avviai.
Squillò improvvisamente il cellulare. Collegai col Bluetooth allo stereo dell'auto e mi accertai di chi fosse il mittente, Christine.
Sapeva che avevo avuto un incidente in un market, glielo aveva detto mia madre che era stata avvisata, però non aveva potuto chiamarmi per questioni lavorative.
Christine lavorava come legale per una nota azienda di abbigliamento, il suo lavoro l'avrebbe tenuta in Italia a tempo indeterminato, ma quando sarebbe tornata avremmo deciso cosa fare col nostro rapporto, se consolidarlo su carta, oppure no.
-Pronto, Amore?- Iniziò lei.
-Amore! Menomale che ti sento! Mi mancavi.- Le dissi.
-Tesoro come stai? Tua madre mi ha avvisato della rapina e sono in ansia da un giorno.- Mi rispose preoccupata.
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UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]
General FictionQualcuno una volta disse che una madre nasce contemporaneamente a suo figlio, un padre a volte aspetta degli anni prima di nascere. Questa è la storia di un adozione, la storia dell'amore per una bambina, fino alla fine. Una storia tragica, ma che i...