6) Una quasi bella giornata

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Quella serata passó veloce, mangiai qualcosa, guardai un
po' la televisione e si fece mezzanotte in un batter d'occhio.

Non smisi mai di pensare al messaggio in segreteria che suor Anastasia mi aveva lasciato, provai a richiamare quel numero ma putroppo non rispose nessuno, d'altronde non sapevo nemmeno da quale telefono mi avesse mandato il messaggio.

La vita non perdona mai, e quella bimba sembrava accerchiata da tanti demoni che facevano di tutto per fargli andare storto qualcosa.

Adesso non per altro, ma il fatto che ci fosse qualcosa contro di me da parte della badessa, era secondo me una cosa brutta perchè Sonia parlava solo con me, modestia a parte.

Mi buttai sul letto e chiusi velocemente gli occhi abbandonandomi al sonno che mi prese velocemente.
Fu subito mattina.

Quel giorno era cominciato male perche dopo aver dormito un paio d'ore, mi svegliai nel mezzo della notte e pensavo a cosa avesse potuto dirmi la signora grassa e goffa a capo dell'istituto.

Mi alzai definitivamente alle cinque di mattina facendomi la doccia.

Per fortuna che era domenica, non avrei potuto perdere un altro giorno di lavoro.
Conclusione alle sei di mattina ero gia pronto vestitpo e profumato.

Non avrei voluto darla vinta alla Madre superiora, non sono mai stato un tipo del genere, ma qui c'era in gioco la felicità di una bambina, perciò mi misi in tiro il più possibile per fare una bella impressione alla signora dalla taglia duemila.

Verso le otto presi l'auto per raggiungere la trentaduesima, alla quale ormai ero abbonato.
Raggiunsi il cancello dopo esser sceso dall'auto e provai a premere il pulsante per citofonare all'interno, ma non feci di nuovo in tempo perché tempismo a parte, qualcuno stava uscendo dal portone, era suor Anastasia.
Mi chiesi se mai avessi potuto premere quel benedettissimo pulsante, ma appena suor Anastasia mi vide, spalancò le palpebre. Si aspettava di vedermi ma non già alle otto di mattina.

Mentre raggiungeva nervosamente il cancello, si faceva il segno della croce che, per quanto sacro sia, mi fece un po' di paura.

-Oh Pete! Gia qui?- Mi disse preoccupata.

-Beh si, voglio sapere cosa vuole la madre badessa.- Risposi.

-Si dice Madre superiora!- Mi rispose quasi ammonendomi, ma segnata dal nervoso. -Ma perché dico cose stupide poi! Entra su!- Continuò.

Mentre percorrevamo il vialone, mi raccontò cosa succedette la sera prima.

-Ero in auditorium con quella Santa Paolina, mi assentai un attimo e quando tornai non la vidipiù- Iniziò arrabbiata. -Dopo poco mi viene a chiamare Suor Alberta dicendomi che mia Zia voleva parlarmi.- Continuò.
Suor Claudia la rimproverò per il fatto che avesse fatto entrare un uomo qualunque a parlare con un bambino del suo istituto, provò a spiegargli che la bambina stava bene con me, ma lei andò su tutte le furie.

Mentre suor Claudia parlava con Anastasia, Suor Paolina era là, di fianco a lei con un ghigno malvagio, bella suora!

Tuttavia, La badessa volle parlarmi, ma me ne ero già andato, così mi fece chiamare dall'ufficio della madre superiora, ecco spiegato perché non rispose quando richiamai, troppa massa da spostare per arrivare alla cornetta.

-Mi raccomando, testa bassa e dici sempre di si!-Iniziò velocemente suor Anastasia quando ci trovammo dietro la porta della stanza di Suor Claudia.
-La madre superiora ti chiederà se hai intenzione di sposarti, tu dirai di si se vuoi la bimba con te, altrimenti non potrai più entrare qui!- Finì bisbigliando.
Nonostante stesse parlando a bassa voce, da dietro la porta della badessa si sentimmo: -ANASTASIA FAI ENTRARE DIAMINE.-

Aveva una voce roca, dura, per niente fine e delicata.
Suor Anastasia aprii la porta intimorita, mi fece entrare ma lei non oltrepassò neanche di un po' l'uscio e poi richiuse la porta dietro di me.

Mi trovavo li, davanti a questo enorme letto, con questa signora che somigliava vagamente ad una suora solo per la tonaca che indossava, cucita quasi sicuramente su misura.
La stanza era molto scura, le tapparelle erano abbassate e si vedeva qualcosa solo per la luce che filtrava da sotto la porta.
Per farvi capire quanto fosse grande, posso dirvi che occupava quasi sicuramente un letto per due persone.
-Bene bene bene, ecco il mio caro e illuso sciacallo.- Iniziò, prendosi gioco di me.
Io continuavo a guardarla ma non rispondevo.

-Ti piace seminare panico nel mio istituto?- Mi chiese.

-No, sono venuto a trovare una baambina.- Risposi a bassa voce.
-Uh!- Esclamo. -Non è che sei uno di quelli a cui piace fare cose promisque con delle POVERE ANIME INDIFESE?!- Esclamò urlando verso la fine accentuando il "Anime indifese?!".

-No signora, siamo stati entrambi coinvolti in una rapina e..." Cercai di rispondere.

-LO SO COSA E' SUCCESSO!- Mi interruppe urlando.

Io continuai a parlare, non curandomi del fatto che mi avesse urlato in faccia.

-E... mi sono affezionato alla bambina.- Conclusi.

-Ah.- Rispose. -Dunque vuoi adottarla?- Mi chiese a bruciapelo.

-Io non sono sposato ancora.- Risposi.

La donna sembrò trasformarsi. Prima sembrava cattiva, adesso era cambiata, era anche simpatica nel modo in cui mi rispondeva, non sapevo cosa gli avessi fatto.

-Male, molto male mio caro Pete.- Rispose quasi allegramente. -DEVI SPOSARTI!- Urlò improvvisamente facendomi sobbalzare.
-
Si mi sposerò presto.- Le risposi.

-Bene! Se mi prometti che ti sposi e mi fai conoscere la tua futura moglie, nulla mi impedisce di farti conoscere la piccola, SENNO' ARIA!-. Rispose velocemente.

Era un problema il fatto che volesse conoscere Christine. Le avevo detto da poco tempo che avevo conosciuto una bimba adorabile e aveva urlato come Suor Claudia, come potevo fargli conoscere la Badessa dell'istituto?

Era un problema a cui avrei dovuto porre rimedio, ma in quel momento mi interessava il presente, e nel presente dovevo uscire da li.
La madre superiora mi disse che potevo uscire e quando apii la porta per andarmene, suor Anastasia cascò a terra, stava origliando da un po'.

-ANASTASIA E CHE CAVOLO, FATTI UNA VITA!- Le ringhiò suor Claudia, mentre tutta imbarazzata lei si alzava e si sistemava la tonaca.

-AH, E GIA' CHE CI SEI, VEDI DI PORTARMI UN PANINO.- Le ordinò successivamente.
La povera suora mi guardò con un misto di voglia di farsi una risata e imbarazzo, ma mi fece cenno a bassa voce che Sonia era fuori con gli altri bambini.
I miei occhi brillarono, avrei potuto rivedere il suo sorriso, dovevo correre subito.

-Anastasia quanto sei cretina, CI SENTO!- Le urlò la badessa dopo che lei mi rivelò che la bimba era all'esterno. -Tanto è quasi tutto apposto.- Continuò, con un sorrisino beffardo.

Suor Claudia era un tipo fuori dal comune, tutti sapevano del suo caratteraccio, ma lo prendevano in simpatia e nessuno si offendeva, neanche la stessa suor Claudia secondo me voleva offendere nessuno, sapeva che le sue consorelle la sopportavano, ma ne avevano allo stesso tempo timore.

Salutai e scendendo le scale, uscii dal portone dove c'erano tutti i bambini, tra cui Sonia.

Quando la vidi la prima volta era triste e in disparte, invece quando la incontrai quel giorno era quasi come tutte le altre bimbe, sorrideva anche!

Lei mi guardò, io la guardai, ci sorridemmo, mi avvicinai.

Continua...

UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora