Prologo.

2.3K 247 78
                                    

Silenzio. Ecco qual è il rumore che fa chi se ne va, chi cambia strada e decide che tu non sei più la compagnia adatta al suo viaggio. Ecco qual è il rumore della solitudine, del vuoto, dell'assenza: il silenzio. Il silenzio che lacera, che porta alla disperazione, che evidenzia il nostro dolore.

Vuoto. Ecco invece qual è la sensazione che accompagna il silenzio. Il vuoto non puoi colmarlo, non puoi semplicemente mettere su della buona musica o accendere la tv. Non basta, o almeno non basta per molto. Semplicemente dovevo accettarlo il vuoto, dovevo tenertelo perché era l'unica cosa che avevo a cui aggrapparmi, era l'unica certezza che mi restava e l'unica che non avrei voluto avere.

Questi sono i pensieri che mi accompagnavano in quella calda notte di aprile, e che avevano preso in ostaggio Morfeo.

"Vorrei solo dormire, è chiedere troppo?" imprecai mentre guardavo la notte sparire e lasciare spazio ad un altro giorno, un giorno come tanti che di speciale non ha proprio nulla. E facendo partire la mia playlist ecco che partiva "Masterpiece" di Jessie J e inevitabilmente cominciai a canticchiare la frase che più adoro "I'm perfectly incomplete, I'm still working on my masterpiece."

Mi soffermai a guardarmi allo specchio, mi fissai con attenzione, con uno sguardo critico a cui non sfuggiva mai nulla, lo stesso sguardo che più volte mi ha fattta crollare. Non sono grassa, ma non sono nemmeno magra; non sono brutta, ma nemmeno bella. Osservai la mia pancia non piatta, le mie braccia un po' in carne, i miei fianchi, i capelli sempre in disordine. Ma non mi definivo un completo disastro, alle volte riuscivo anche ad amare i miei difetti. Certo, sarebbe stato facile apprezzare le mie imperfezioni se non fosse stato per la presenza di mia sorella: lei è perfetta. Credo non lo ammetterà mai, ma è un qualcosa di fenomenale. Ha un fisico perfetto, è intelligente, ha un sorriso timido ma spettacolare e uno sguardo che alle volte mi spaventa, ha sempre quel velo di tristezza, quel "non so che" di malinconico ma bellissimo. Ma essere come lei, restava solo un sogno, un'utopia. Poi ci sono i miei, descriverli è complicato. Sono la prova vivente che gli opposti si attraggono: mamma è per il dialogo, papà perde le staffe; mamma non sa cucinare, papà potrebbe far invidia ai migliori chef; mamma è affettuosa e dolce, papà non ha ancora ben capito come funzionano le emozioni e tende a nasconderle. Mio padre è il mio eroe, sembrerà banale ma è così. E' raro che dica un "ti voglio bene", è raro che mi abbracci ed è raro che mi chieda della mia vita, ma ci sono le poche volte in cui si apre, in cui mi stringe, mi fa sedere sulle sue ginocchia e mi abbraccia come se fossi ancora la sua bambina e questo mi fa sentire meglio di qualunque altra cosa. Mia madre è LA persona più importante della mia vita: ha visto il mio dolore e se n'è fatta carico, mi ha insegnato ad affrontarlo, a superarlo. Mi ha vista crescere in fretta, bruciare tappe su tappe: la prima volta con i tacchi, i primi trucchi, i primi amori, i primi pianti di "dolore", le bugie, i nostri litigi. Tante volte ha cercato di alleviare i miei dolori e altrettante volte l'ho respinta, mandata all'inferno. Non credo sia facile condividere i propri dolori, no? Soprattutto con la propria madre, con la donna che non vorresti mai deludere. Non è facile guardarla negli occhi ed ammettere ad alta voce che ho fallito, che l'ho delusa non riuscendo ad essere forte come lei ha sempre fatto, come lei mi ha sempre insegnato a fare. Mi mancava tanto la mia famiglia, al solo pensiero mi assaliva la nostalgia di casa.

Una veloce occhiata all'orologio bastò per accorgermi che, come al solito, ero in ritardo.

"Perfetto, si prospetta un bellissimo giorno di scuola" Pensai mentre scendevo le scale.

Feci una veloce colazione, presi la cartella, il cellulare e al mio "io vado, a dopo", la mia conquilina urlò "Buona giornata tesoro".
Chiusi la porta alle mie spalle aspettando di capire se sarebbe stata davvero una "Buona giornata."

Spazio autrice.

Salve! Questo è solo l'inizio, se avete commenti o se semplicemente vi va, votate e scrivetemi. Spero seguiate la storia :)

Make A Wish.|| Cameron Dallas. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora