La rabbia, esiste sentimento più bello? Un sentimento che porta ad un'eccesso di coraggio, di forza inaudita, di liberazione. La rabbia che ti fa sentire padrone del mondo, che ti fa temere da chi ti circonda, che ti dà il potere di far affondare il nemico nel baratro della paura.
La rabbia era l'unica cosa che sentivo in quel momento, l'unica cosa che scorreva nelle mie vene mischiandosi al sangue caldo che defluiva velocemente. Presi una delle compresse giornaliere che mi erano state prescritte dal cardiologo e andai verso la mia scuola, verso il teatro che avrebbe ospitato la mia ultima tragedia, il mio ultimo show per dire addio a quella scuola in grande stile.
Varcai l'ingresso con un passo deciso e grintoso, la mia rabbia forse era palpabile nell'aria poiché si voltarono tutti intimoriti a fissarmi. Avevano tutti lasciato in sospeso l'azione che stavano compiendo pochi secondi prima del mio ingresso trionfale, il mio ingresso su quel palcoscenico per l'ultima volta. Mi restava una settimana, ma sarei stata cacciata da scuola dopo quello che avevo intenzione di fare.
Adocchiai subito una delle sue amiche, come potevo non riconoscerle? Erano delle fottute barbie a grandezza naturale.
"Dov'è?" Chiesi fredda, dura.
"Calma Bradbery. Non so dove sia." Mentiva, era evidente, ed io di essere presa in giro non ne avevo voglia.
La presi per le spalle, la spinsi contro gli armadietti.
"Ho detto di dirmi dov'è, non è educato mentire, lo sai?""È nel bagno a r-rifarsi il t-trucco." Quella era la sensazione di potere che amavo, vedere la paura negli occhi degli altri non faceva altro che incoraggiarmi.
"Danielle, ti prego, calmati. Ti scongiuro, non fare cose azzardate. Parliamone un po', si?" Matthew era arrivato in tempo per lo spettacolo, per il mio gran debutto. Sapeva che la mia intenzione era quella di colpirla, mi conosceva.
"Parlare?" Risi amaramente, ad alta voce, ma uscì fuori più come uno sbuffo "Deve patire il mio dolore."
"Ma il tuo è un dolore interno, non puoi farglielo provare. È una puttana, non ha sentimenti." Aveva detto proprio la cosa che mi aspettavo dicesse, non aveva capito.
"Il mio dolore non è interno, è fisico. Sento le ossa farmi male, la carne bruciare, la mia testa esplode, i miei occhi bruciano. Ti sembra psicologico?" Lui non rispose. "RISPONDI." Urlai in preda alla disperazione.
Continuò a non rispondere, capendo forse che ero inarrestabile, che ero ferita.
Continuai la mia camminata verso il bagno delle ragazze, il mio prossimo scenario.
"Samantha, tesoro, come stai?" Chiesi entrando in silenzio e facendola saltare dallo spavento.
"Che vuoi Bradbery? Non ho tempo da perdere." Il suo tono strafottente non migliorava la situazione.
"Perché proprio il mio ragazzo?" La mia voce alta di prima era stata sostituita da una pacata, glaciale.
"Io non so di cosa tu stia parlando." Continuò ad applicare sul suo viso quel fottuto mascara.
"Adesso basta prese in giro!" Urlai battendo la mano sull'armadietto accanto al lavandino "Basta cazzate." Urlai ancora più forte.
Cominciò a prestarmi attenzione, ad indietreggiare.
"Non potevi prendertene un altro, eh?" Urlai con tutte le mie forze.
"Io non so cosa tu stia dicendo, davvero." Continuava, non capiva quanto fossi seria.
Mi avvicinai a passo svelto, senza badare alla piccola folla che si era fatta alle nostre spalle.
Arrivai ad un passo da lei, la colpì il faccia con quanta più forza fosse possibile.
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Make A Wish.|| Cameron Dallas.
Fanfic~Tutto comincia in una notte sconvolgente, in un locale poco distante da New York, in cui Danielle Bradbery si è trasferita da ormai tre anni e in questo locale c'è anche lui: Cameron Dallas. I due si incontrano e nonostante i dubbi della ragazza gi...