Chapter 5.

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La felicità non si sa mai quanto possa durare: a volte dura una vita, a volte un solo giorno e a volte, per uno scherzo del destino, nemmeno un secondo. La felicità è nascosta, è nelle piccole cose: nel rumore della pioggia, nell'odore del caffè che la mattina invade la casa, nel guardare l'alba, nel ritrovarsi avvolti da un piumone in pieno inverno. Nessuno riesce mai a coglierla, nessuno sembra accorgersi delle piccole cose, ma per me sono state importanti sempre e solo quelle.

Dopo quel bacio, nemmeno ricordavo come fossi arrivata a casa. Confusa, spaesata e fottutamente felice, questo è certo. Non feci altro se non toccarmi le labbra tutta la serata, cercando di ricordare quanto fosse bella la sensazione delle sue labbra sulle mie, delle sue braccia intorno al mio corpo, del suo profumo bellissimo che avevo inalato quando mi aveva abbracciata e del suono così dolce che produceva con quella chitarra: sembrava essere un tutt'uno con quello strumento, gli risultava naturale pizzicare quelle corde ed era una scena dolcissima quando, senza accorgersene, si mordeva il labbro inferiore dalla concentrazione.

Rimaneva un solo problema: la distanza, anche se non esagerata, che ci divideva.
Con i miei impegni e i suoi, come avremmo fatto a vederci? E soprattutto avrebbe voluto vedermi ancora? Mi aveva baciata perché lui voleva o perché la situazione lo richiedeva?

Una parte di me provò a spiegarmi che era inutile farmi film in testa, che anche lui sarebbe andato via una volta resosi conto di quanto fosse difficile starmi intorno: un'acida del cazzo dopo un po' ti stanca, no? Se ne erano andate già troppe di persone, ero abituata a sentirmi sempre come quella che aveva la piena colpa per ogni persona che andava via, ero abituata a non credere ad eventuali promesse fatte di notte sotto le stelle, a non credere nelle frasi esageratamente dolci.
Non ero mai stata nemmeno fidanzata, ma le amicizie, quelle mi avevano lasciata con l'amaro in bocca. Ecco, una parte di me provava a ricordarmi tutto questo aspettando che come al solito le dessi retta.

Ma non quella mattina, quella mattina mi alzai consapevole del fatto che non importava più cosa fosse successo nel mio passato, di quante persone fossero andate via lasciandomi sola, dovevo riuscire nel mio intento, dovevo rincorrere la felicità a qualsiasi costo.

Mi alzai come al solito alle 7.00 ed ero già intenzionata a spaccare qualsiasi cosa mi si fosse messa davanti.
La mattina era sempre la stessa storia: volevo dormire, fregava un cazzo di arrivare puntuale ma dovevo e quindi ero perennemente incazzata, poi prendevo un caffè verso le 11.00 ai distributori e tutto cominciava a sembrarmi più semplice, più simpatico.

"Buongiorno Dani, dormito bene?" fece irruzione nella mia camera la mia conquilina nel momento in cui uscì dal bagno vestita e pronta.

"Buongiorno, e non farmi domande la mattina, sai quanto lo odio." ed era vero, si era trovata spesso a fare i conti con la mia ira mattutina e non era mai finita bene.

"Beh, come mai? Il tuo principe azzurro non si è fatto sentire?" Mi provocò e solo in quel momento mi ricordai di avere un cellulare e tra i tanti messaggi, uno attirò la mia attenzione:

Buongiorno splendore, spero tu abbia dormito bene.
xx -C.

E fanculo ai caffè, all'acidità mattutina, al sonno e alla scuola: mi accorsi che bastava questo per cominciare bene una giornata, un suo messaggio.

"Uh, tu che sorridi di mattina..Ti ha scritto eh?" Un urletto i entusiasmo lasciò le sue labbra prima di continuare "Non sai ieri quanto eravate...."

"Shhh, zitta. Non ho intenzione di parlare di questo. Dobbiamo andare a scuola. Susu."

E andammo a scuola entrambe consapevoli che, mai come quella volta, la mattina era piaciuta molto.

Cameron mi aveva scritto un messaggio, oggi voleva che andassi nel suo paesino, così potevamo vederci. Inutile dire che ero contenta. E se davvero gli fossi piaciuta? Se non ero solo un passatempo? Cercai di ignorare i dubbi e i pensieri negativi.

Non ci pensai più di tanto, così alla fine delle lezioni mi preparai rapidamente, indossando un jeans nero e una camicetta bianca, e mi diressi in stazione: l'ansia a mille, il cuore che batte fortissimo, il senso di nausea e di confusione erano i miei compagni di viaggio su quel treno.

E quando scesi, eccolo in tutto il suo splendore. Con le braccia allargate pronte ad accogliermi, con un sorriso enorme e bellissimo stampato sul volto, con uno sguardo dolce che mi invitava ad avvicinarmi. E lo feci, mi avvicinai lentamente, con le gambe pesanti e il cuore leggero, con i crampi all'addome e il petto che quasi doleva.

Mi strinse forte a sè, come se avesse aspettato di poterlo fare da una vita. Io, dal mio canto, ricambiai l'abbraccio con tanto entusiasmo.

"Ti stavo aspettando, non vedevo l'ora che scendessi da quel treno. Come stai?" Disse ridendo

"Ti ho fatto aspettare molto? Mi dispiace.." mi feci rossa in viso, mi preoccupai di aver già rovinato tutto, ancora prima che cominciasse a nascere qualcosa.

"No, non fraintendere. Era un modo carino per dirti che aspettavo con ansia."

Sì accorse, evidentemente, che ero in imbarazzo perché cominció a cambiare discorso.

"Allora cosa fai? Nella tua vita indendo. Interessi? Hobbie?" parlò veloce mentre cominciavamo a camminare. Cosa facevo? Bella domanda. La mia vita era piatta, normale. Niente di eclatante, nessun talento in particolare. "Nulla, mi dedico allo studio e disegno, quando ho tempo. Tu? Oltre alla chitarra? Vai sempre in giro per discoteche a provarci con le ragazze?" e lui rise, rise tanto per il tono sicuro che volevo fare e che invece era uscito incerto, distorto.

"Io? Tu piuttosto, vai sempre in giro per locali a farti baciare da chiunque ti si metta davanti?" Disse con tono divertito, come a volermi stuzzicare.
"Certo, prima di te ho ballato con altri tre ragazzi ma.." lo vidi improvvisamente smettere di sorridere, "Ma li ho allontanati, non volevo ballare con loro." aggiunsi, e i suoi lineamenti si addolcirono di nuovo.

"E pensare che io nemmeno volevo ballarci con te." Disse non accorgendosi nemmeno delle sue stesse parole e io mi accigliai.

"Cosa intendi dire?", lui deglutì, chiaramente in difficoltà.

"Io volevo ballare con la tua amica, Rebecca, perché la conoscevo, volevo provarci e sapevo che sarebbe stata una facile... ma poi nella confusione ho scambiato te per lei e ho cominciato a ballare con te e quando me ne sono accorto era tardi." disse con nonchalance, come se la cosa non lo riguardasse, come se non ne stesse parlando con la diretta interessata.

Non voleva me, voleva la mia amica. Non mi aveva scelta perché mi trovava carina, ero solo stata un incidente di percorso, una che per sbaglio si era trovata a baciare. E avevo ragione, la volta scorsa mi aveva baciata perchè la situazione lo richiedeva, lui non voleva me.

Forse fissai il vuoto così a lungo da preoccuparlo e un "non te la prendere" era uscito dalle sue labbra, ma come facevo a non prendermela? Mi sentivo ferita, umiliata, ingenua.

"Devo andare." cercai di essere impassibile, fredda.

"Non andare, io sono contento di aver ballato con te e non con lei, sul serio." non so se fosse realmente dispiaciuto, se si rendesse conto di quel che aveva detto e il tono disinteressato con cui l'aveva fatto.

Con la mia solita maschera di indifferenza mi voltai non prestando attenzione alle sue imprecazioni, salì sul treno sentendo un suo "Cristo, non andare." e le porte si chiusero.

Andai via, tornai a casa, il mio posto era quello, con i miei soliti amici e la mia solita vita. Fanculo il desiderio di provare ad essere felice con qualcun altro, di innamorarmi. Fanculo.
Il telefono vibrava nella tasca dei miei jeans, ma lo ignorai, chiunque fosse poteva aspettare e se fosse stato lui, poteva andarsene a fanculo.

La mia vita era un cliché, ogni volta che qualcosa sembrava andare bene, accadeva qualcosa di brutto che mi faceva perdere di nuovo la fiducia nel genere umano. La verità era quella: la felicità, a quanto pare, non ne voleva sapere nulla di me.

Spazio autrice.
Sono contenta dei voti e delle visualizzazioni, mi fa piacere che a qualcuno interessi la mia storia. Vi ringrazio e vi lascio al capitolo, alla prossima.

P.S. Votate e commentate! ♡♤

Make A Wish.|| Cameron Dallas. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora