Ci sono momenti nella vita in cui si deve mettere la paura da parte, cominciare a vivere.
La paura ostacola i sogni, fa perdere occasioni. La paura è una bastarda, ma io lo sono sempre stata di più.Erano ormai due giorni che io e Cameron ci scrivevamo, ed io avevo ricevuto l'invito ad andare a sentire suonare la sua band, ovviamente avevo accettato sotto costrizione di Matthew.. a patto che potessi andarci insieme a Rebecca. La paura di scottarmi era sempre lì, ma questa volta ero decisa a non lasciarla vincere.
Rebecca si era subito mostrata entusiasta ed io ero contenta, almeno avrei avuto lei al mio fianco, almeno avrei potuto avere un sostegno nel caso in cui le cose si fossero messe male.
Ci avevo pensato fin dall'istante in cui Cameron me lo aveva chiesto, Rebecca sarebbe stata il mio piano di evacuazione.
*flashback*
Ero sul letto a guardare l'ennesimo episodio di The Vampire Diaries quando un messaggio mi aveva disturbata. Odiavo essere interrotta e decisi di non prestargli attenzione ma poi un altro messaggio, un altro ancora e ancora mi portarono alla conclusione che avrei dovuto alzare il culo da quel comodo e caldo letto per vedere chi fosse e per cosa mi stesse assillando.Le mie intenzioni erano di mandare a fanculo chiunque fosse, ma quando lessi il nome di Cameron sul display la mia rabbia svanì, come se nemmeno ci fosse mai stata.
E quando lessi il messaggio, il mio sorriso crebbe sempre di piùDa Cameron:
Sabato ci sei? Suono con il mio gruppo, vorrei rivederti.Mi ero precipitata nella camera di Rebecca ed ero saltata sul suo letto, andando anche a sbattere con il ginocchio destro sulla sua gamba beccandomi una gomitata nel fianco e un "sei sempre maldestra" detto con una smorfia con il sorriso e il tono di rimprovero.
Le avevo detto tutto e avevamo chiamato Matthew: una grande discussione terminata con Matthew che mi chiedeva perché avessi esitato e Rebecca che a tradimento aveva già risposto un:"Certo, ci sarò . Dimmi dove e quando. xx"
A cui lui aveva subito risposto:
"Perfetto, in piazza alle 16.00, non tardare eh"E io avevo fatto una faccia a dir poco incazzata, le guance rosse per la rabbia e la mascella rigida. Avevo incenerito con lo sguardo la mia migliore amica e prendendo il telefono avevo scritto un:
"Però porto un'amica :)"
E mi ero sentita meglio, sapendo che lei sarebbe venuta con me. Sapendo che non ero sola, che avrei sempre avuto una via di fuga. Non volevo ammetterlo ma, cazzo, ero fottutamente felice.
*fine flashback*
Quindi lei aveva accettato ed io ero felice, non del tutto perché avevo un'ansia tremenda, ma ero pur sempre felice e orgogliosa di me stessa: stavo cercando di combattere le mie paure più grandi e ci stavo riuscendo.
E il sabato arrivò e la voglia di tirarsi indietro aveva quasi preso il sopravvento, fui tentata a prendere quel fottuto telefono e dirgli che avevo qualche imprevisto, ma una parte di me si era opposta ed ecco che mi trovai a scegliere cosa indossare, sotto l'attenta supervisione di Rebecca e Matthew.
"Qualcosa di casual ma sexy" disse lei.
"Lascia stare il casual e non star a sentire Rebecca, solo sexy" aveva detto lui.
E il battibecco andò avanti per 20 minuti."Ragazzi"
Niente, continuavano"RAGAZZI, PORCA PUTTANA!"
Ed ecco l'attenzione su di me
"Deciderò da sola, voi zitti oppure nemmeno ci andrò."Strano a dirsi, ma funzionò, erano perfino andati al piano di sotto. Ci tenevano più loro che io, era evidente.
Optai per una giacca college blu e grigia, uno skinny jeans e le mie amate vans grigie ai piedi, avevo poi messo un po' d eyeliner e mascara e avevo piastrato i capelli alla perfezione.Appena avevo finito il tutto, mettendo un po' di profumo, mi ero guardata allo specchio con grande paura e mi ero detta un "Vai Danielle, puoi farcela." e avevo tirato su un sorriso convinto che mascherava la mia ansia, o almeno avrebbe dovuto farlo.
Scesi giù e i miei amici non avevano proferito parola sul mio abbigliamento, altrimenti sapevano che mi sarei tirata indietro.
Venti minuti dopo arrivai lì, in piazza, con Rebecca, dove lui aveva ribadito anche cinque minuti prima, chiamandomi con un numero che non era il suo.
Andammo verso di lui, l'avevo visto da lontano: si guardava intorno cercandomi con lo sguardo, poi lo aveva incrociato e aveva sorriso.Camminavo in modo strano, mi sentivo leggera, ma lo stomaco mi faceva male, avevo i crampi e tremavo. Ero ancora in tempo per andare via, eccome se avrei voluto farlo.
Cosa diavolo mi è saltato in mente? Pensai.
Lui era lì, mi studiava, mi guardò per tutto il tempo, ma aveva smesso di sorridere, e i dubbi si erano insinuati in me.
Appena arrivata vicino a lui, chinai il volto e cominciai a fissarmi le scarpe susurrando un "ciao" tanto silenzioso che se non fosse stato ricambiato avrei giurato di averlo detto solo nella mia mente.
Cominaciammo a camminare sui bordi opposti della strada e io mi sentii così stupida. Nessuna parola, niente.
La sala delle prove era abbastanza grande, mi piaceva. Mi presentò James e Tristan, che erano i componenti della sua band e due ragazzi dagli occhi stupendi: il suo migliore amico Nash e il fratello di quest'ultimo, Hayes.
"Allora, ti chiederei qualcosa ma lui mi ha severamente vietato di parlarti.." disse uno di loro, Nash, indicando Cameron e beccandosi un pugno sul braccio da quest'ultimo.
Poi cominciarono a suonare e io a sorridere, erano davvero bravi.
Avevano cominciato con "One way or another." di Blondie ed erano passati a brani celebri dei Queen, dei Radiohead. Ma quella che più mi colpì fu "let her go" dei Passenger, era così dolce il modo in cui lui l'aveva cantata, mi aveva fatta emozionare.Poi però si fece tardi e a malincuore dovetti andare via.
Lui non mi aveva considerata per tutte le prove, mai uno sguardo, mai una parola. Era così palese che non gli interessassi.Ma cosa mi aspettavo? Ero stata la solita ingenua che si illudeva sempre troppo.
"Hey, io devo andare, ci sentiamo" gli dissi e lui si offrì di accompagnarmi fuori con Rebecca.
"Resta qui, fa nulla, so la strada" e lui mi afferrò poco delicatamente dicendo un "ti accompagno, sul serio."
Nash si avvicinò a me e Rebecca e ci abbracciò, questo gesto mi colpì, era un ragazzo davvero dolce.
Hayes, il fratello minore, si avvicinò e ci salutò più timidamente di Nash. Salutammo poi i componenti ed uscimmo, ci ritrovammo immersi nel buio che già era padrone del cielo e che non mi faceva vedere quasi nulla."Allora, ciao" Dissi incerta.
E fu lì che il mio cuore si bloccò, mi aveva appena abbracciata. Un abbraccio di quelli che ti restano addosso anche quando l'abbraccio è finito. Uno di quelli dolci, quelli che ti fanno isolare dal mondo e ti fanno sentire parte di un qualcosa di grande e forte, una sfera di felicità che nessuno può abbattere.
E "ciao" mi disse e quando mi voltai per andarmene mi sentii subito più triste, ma lui mi prese per un braccio, mi girò e fece combaciare le nostre labbra. Un bacio dolce, a stampo, un piccolo tenero bacio che per me significava molto di più.
Per me era un traguardo, una promessa che mi ero fatta e che stavo mantendendo: permettermi di essere felice.Spazio autrice.
Salve, questo è stato il capitolo più bello per me da scrivere, quello che ha un po' più di emozioni e che mi ha fatta sorridere.
Votate e commentate, ve lo chiedo per favore. Spero vi piaccia, a presto! ♡♤
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Make A Wish.|| Cameron Dallas.
Fanfic~Tutto comincia in una notte sconvolgente, in un locale poco distante da New York, in cui Danielle Bradbery si è trasferita da ormai tre anni e in questo locale c'è anche lui: Cameron Dallas. I due si incontrano e nonostante i dubbi della ragazza gi...