*Canzone per il capitolo:
"Mi abituerò" di Ligabue.*Quel ti amo mi aveva spiazzata, decisi di non rispondere in quel momento, decisi che era una cosa troppo importante per esser detta senza pensarci, così, su due piedi.
Non ero pratica in queste cose, era pur sempre la mia prima storia e su certe cose dovevo chiedere un parere a persone più esperte.
Mi addormentai, avevo bisogno di pensare. Avevo bisogno di elaborare tutto ciò che era successo in quei giorni, avevo bisogno di capire il suo gioco quale fosse: un giorno nervoso, il giorno dopo il candidato perfetto al premio di 'miglior ragazzo del mondo'. Inoltre non eravamo tornati insieme, non ne avevamo nemmeno parlato, non eravamo nulla e lui aveva detto che mi amava.
***
Se la serata precedente era andata bene, la mattina dopo era decisamente stata pessima.
Al mio risveglio, lui non c'era, era uscito a quanto aveva detto Gina.
Io lo avevo aspettato fino all'ora di pranzo, l'avevo chiamato, avevo mandato tremila messaggi, ma nulla."Nash" dissi al cellulare.
"Dani, hey, dimmi" rispose lui, con un tono molto allegro.
"Puoi venirmi a prendere? Ho bisogno di parlare con te." Cercai, in vano, di non far trapelare la mia delusione, la mia tristezza.
"Arrivo tra venti minuti" disse staccando poi la chiamata.
E come previsto, venti minuti dopo Nash era lì, a scrutare il mio viso preoccupato con quei suoi occhioni.
"Dani, che succede?" Chiese lui
"Cameron, non riesco a rintracciarlo, sono preoccupata." dissi scuotendo la testa.
"Vieni, andiamo a prendere qualcosa di caldo in caffetteria e ne parliamo." disse aprendomi la portiera dell'auto.
Il viaggio in auto fu tremendamente snervante, un silenzio tombale interrotto solo dai miei e dai suoi sospiri. Vedevo come mi guardava, le occhiate che mi lanciava per vedere se la mia espressione restava sempre così afflitta.
Arrivammo in una caffetteria, un posto abbastanza accogliente, poco affollato e molto spazioso, mi piaceva molto e mi meravigliai di non esserci mai entrata prima.
"Allora, non trovo più Cam, stamattina era sparito..Non..non capisco." Dissi affranta, una volta preso posto in uno dei tavolini accanto alla finestra, poi ordinammo due caffè.
Spostai lo sguardo dalla finestra al ragazzo seduto difronte a me. Lui evitava il mio sguardo, non aveva il coraggio di dirmi qualcosa.
"Nash. Tu sai qualcosa, parla!" Cominciai a perdere le staffe con quel ragazzo che di fatto non aveva fatto nulla di male, ma coprire qualsiasi cosa avesse fatto Cameron.. lo rendeva colpevole ai miei occhi.
"Dani, so solo che è andato fuori città..non so altro, ha smesso di rispondere anche a me." Disse lui.
Cominciai a trattenere le lacrime che minacciavano di uscire, sentivo gli occhi pizzicare e provavo a concentrarmi su tutto ciò che accadeva fuori dalla caffetteria: fissavo le macchine, le persone che andavano di fretta, i bimbi che giocavano nel parco difronte.
"Danielle, mi dispiace tantissimo." Provò a farmi proferire parola, ma non ne avevo più, non sapevo più cosa pensare.
Mi alzai di scatto dalla sedia attirando l'attenzione di tutte le altre persone presenti.
"Vado via" lasciai la mia parte dei soldi e mi diressi verso l'uscita.
"Ti accompagno a casa di Cameron, so che stai lì" mi rincorse.
Lo fermai, lo guardai male e l'unica cosa che fui in grado di dire fu:"No, vado a casa mia e ci vado da sola."
Lui si dovette arrendere alla mia volontà e mi guardò andare via, sparire dalla sua visuale.
***
Avevo chiamato Sabrina lungo il tragitto, mi era venuta a prendere lei a metà strada. Appena mi aveva vista, non aveva fatto domande, mi aveva fatta salire in auto e non aveva detto nulla per tutto il tragitto: mi conosceva bene, sapeva che farmi domande avrebbe solo peggiorato la situazione, sapeva che dovevo essere io a parlarne.
Dopo pochi minuti arrivammo a casa e ci buttammo sul divano, io abbracciai uno dei cuscini e mi rannicchiai vicino al bracciolo sinistro, lei accanto a quello destro.
"Ieri mi ha detto 'ti amo' e stamattina era sparito." Dissi io, provando a rompere quel silenzio che si era creato.
Lei mi fece cenno di continuare.
"Stamattina mi sono svegliata e non c'era più, niente di niente. Nessuna risposta ai messaggi o alle chiamate. Nessun biglietto. Non so più cosa fare o cosa dire, pensare. Sono così confusa, mi sento così vuota. Credevo davvero che le cose si stessero aggiustando, che lui fosse intenzionato a cambiare atteggiamento. Che illusa.."
Mi abbracciò forte, mi cominciò ad accarezzare i capelli e la schiena e io piansi tutte le mie lacrime, tutta la mia delusione, tutto il mio dolore.
"Dani, guardami", staccò poi dalla sua spalla e mi asciugò il volto dalle lacrime, "sono sicura che ci sarà una spiegazione più che valida. Abbi fede, tornerà presto."
"E se non torna?" Chiesi io, facendomi di nuovo piccola tra le sue braccia.
"Se non torna, dovrai abituarti. Non sarà bello, non sarà facile, ma ti giuro che passerà tutto. Ci sono io con te."
"Stasera che ne dici se andiamo ad una festa? Mi ha chiamata poco fa Espinosa, mi ha chiesto se volevamo andare ad una festa, Nash deve averlo avvertito di aver parlato con te e del tuo star male.. Tanto lui non ci sarà.." provò lei a convincermi.
"Ci sto, andiamo" dissi poco sicura.
"Andiamo a prepararci allora!" Disse battendo le mani e trascinandomi al piano di sopra.
***
"Ma la festa a casa di chi è?" Chiesi poi a Sabrina, mentre finivo di stirare i capelli.
"Una certa Kate, mai sentita, ma hanno detto che dà delle feste da urlo." Rispose Samantha entrando in bagno.
"Sei arrivata, finalmente. Ti stavo aspettando! Come sto?" Chiesi girando su me stessa.
"Stai benissimo, Dani. Il rosso ti dona molto. Siete pronte a vedere il vestito che si cela sotto al mio cappotto?" Chiese imitando la voce di qualche presentatrice della TV.
"Siiii" urlammo io e Sabrina imitando il pubblico.
Samantha ci mostrò il suo vestito, era davvero bello: nero, stretto sulla vita e poi scendeva a palloncino, con dei punti luce sotto al seno ed intorno alla scollatura a cuore.
"Sei stupenda Sam!" Urlai abbracciandola.
"Avete finito? Matthew è giù con Nash e l'altro Matt." Ci interruppe Sabrina.
Arrivammo in macchina e cominciammo a ridere e scherzare, fin quando non arrivammo a destinazione: Casa di Kate Wesley.
"Sarà divertente, promesso" urlò Sabrina, trascinandomi con lei e gli altri all'interno della casa. Non sapevo se sarebbe stato divertente o meno, ma volevo divertirmi, ne avevo bisogno e così scelsi di lasciarmi trascinare in quel caos, in quel mix di persone stupide e disperate che si erano date all'alcol o alle droghe e quella sera non le avrei giudicate, ero esattamente come loro: stupida per averci creduto e disperata per essere stata abbandonata, di nuovo.
Spazio autrice.
Salve Ragazze, so di essere stata assente per ben 6 giorni e mi dispiace tantissimo, ma la scuola mi sta massacrando, ci sono i crediti, le interrogazioni, l'ansia (soprattutto). Ad ogni modo eccovi un altro capitolo, spero vi piaccia. Vi mando un bacio, vi adoro. ♤♡
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Make A Wish.|| Cameron Dallas.
Fanfiction~Tutto comincia in una notte sconvolgente, in un locale poco distante da New York, in cui Danielle Bradbery si è trasferita da ormai tre anni e in questo locale c'è anche lui: Cameron Dallas. I due si incontrano e nonostante i dubbi della ragazza gi...