Capitolo 11

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Berkeley,16 Settembre 1988

oggi è arrivato il giorno dell'anniversario della morte del padre di Billie. In questi ultimi giorni Tré mi ha implorato di passare con lui questa giornata,saltando scuola. Alla fine,ho ceduto. Nostro padre oggi iniziava il lavoro presto,quindi ci alziamo con tutta calma. Facciamo colazione e ci prepariamo. Indosso una maglietta a maniche lunghe che arriva a metà coscia bordeaux,leggins neri e le mie solite Converse. Anche Tré si veste per l'occasione:camicia a maniche corte,rigorosamente a righe verticali,cravatta e pantaloncini. Mi chiedo come faccia a sopportare il freddo vestito così leggero. Pronti per uscire,mio fratello mi chiama.

-cosa c'è?-

-prendi queste.-

mi passa delle lattine di birra.

-ma...perché?-

-non chiedere,fai meglio. Andiamo,siamo in ritardo.-

ci dirigiamo verso casa di Billie. Non è molto distante da scuola,cinque minuti in più. Appena arrivati,entriamo accolti da Mike. È una casa modesta,spoglia. In salotto c'è una piccola tv e un camino. La cucina è piccola. Al piano superiore ci sono le camere della madre di Billie e del suo compagno,che il ragazzo tanto odia. Ci sono anche le camere di alcuni dei suoi fratelli,anche se la maggior parte sono già via con lavoro e famiglia. La camera di Billie è piccola,con decine di poster,dischi in vinile e cassette. Ci sono fogli sparsi ovunque,con testi e pentagrammi. C'è anche una piccola libreria. Appoggio le lattine accanto alle bottiglie. Ce ne sono troppe. Qui finirà male...

-eccovi finalmente,Martina...-

lo guardo e gli accenno ad un sorriso.

-sentiti a casa tua. Iniziamo? Mia madre non tornerà a casa prima delle 16.00,quindi possiamo rilassarci.-

i tre si siedono e iniziano a chiacchierare,sorseggiando birre e fumando. Io giro per tutta la camera,guardando ogni minimo particolare.

-Billie,posso...sistemare?-

odio il casino. Soprattutto quando ci si muove a fatica,proprio come in questa stanza. Mi guarda e fa le spallucce. Fa un tiro dalla sigaretta e fa uscire una nuvoletta dalle sue labbra.

-fa' come vuoi.-

inizio a riordinare. Raccolgo tutti gli spartiti e tutti i testi,sistemandoli sulla scrivania e dividendoli. Con la coda dell'occhio vedo Billie che mi guarda,per poi girarsi. Nella pila dei testi ne trovo uno che non lo sembra affatto...

Lei. Lei. Quella ragazza dagli occhi da cerbiatta,di quel nocciola così bello. Dai capelli corti,lisci e vispi. Quei capelli in cui vorrei affondarci le mani,quella piccolezza che solo lei può raggiungere. È così piccola...ma così forte. La sogno ogni notte. Non riesco a toglierla dalla testa. È così bella...vorrei solo abbracciarla e baciarla...

-che cosa stai leggendo?-

mi richiama Billie. Sussulto,ricominciando a mettere a posto.

-niente...-

lo sento alzarsi.

-non è vero. Che cosa stavi leggendo?-

gli altri cercano di calmarlo ma lui si avvicina fulmineo a me. Vado a sbattere contro la scrivania,sussultando. I suoi occhi...non sono più i suoi bellissimi occhi verdi. Sono offuscati da alcol e...droga. Stava fumando della Marijuana.

-Billie,lasciami stare...-

cerco di allontanarlo con le braccia. Si avvicina ancora e ancora. Le mie mani toccano il suo petto.

-cosa.stavi.leggendo.-

mi fa paura. Non riesco a guardarlo negli occhi. Con la coda dell'occhio vedo gli altri due alzarsi,pronti per intervenire. Lo so che non mi farebbe mai del male,però in questo stato...

-stavo leggendo uno dei tuoi testi...-

si allontana leggermente,per poi avvicinarsi al mio orecchio.

-ti controllo.-

un brivido gelato percorre la mia schiena. Ritorna a sedersi. Guardo mio fratello. Mi fa un sorriso tirato. Ok,basta sistemare. Prendo un foglio bianco e una matita. Mi metto in un angolo e mi metto a disegnare quella scena. Billie che si scola una bottiglia di birra,mio fratello che fuma una sigaretta normale e Mike una canna. Un'altra delle mie passioni,il disegno. Dopo un po',mentre cancello un tratto uscito male,urto con il braccio qualcosa. Appena mi volto,vedo che è Blue. Solo che sta cadendo. Con le braccia cerco di fermarla,peggiorando solo le cose. Cade contro il pavimento freddo e vedo due corde saltare. Ora sono davvero nella merda. Billie si gira e mi guarda,come gli altri. Mi alzo in piedi e balbettando delle scuse,arretro fino a mettermi con le spalle all'angolo della stanza. Il ragazzo si alza,con rabbia repressa. Si avvicina a me e mi guarda.

-sarai felice ora,no? Ora che sono saltate due corde per colpa tua,due corde della MIA chitarra,della mia Blue,che cosa vuoi dire?-

-Billie...scusa...io...non volevo...-

recupera la chitarra e la appoggia sul letto,per poi ritornare da me. Appoggia le mani contro il muro,bloccandomi ogni possibile via di fuga. Mi guarda negli occhi. Sono terrorizzata. Deglutisco,tremando come una foglia. Fa un sorriso storto,scuotendo la testa.

-e pensare che io ti amavo...-

con un dito blocca la mia testa tra l'angolo dei due muri. Perché nessuno lo ferma?

-vattene da qui,non ti voglio più vedere. Mai più. Altrimenti...peggio per te.-

si avvicina alle mie labbra. Ci soffia sopra e sento la puzza di fumo invadermi. Nei suoi occhi scorgo per un secondo quella luce bellissima di Billie,quella luce che mi rivolse quando mi insegnò a suonare la mia prima nota con la chitarra. La luce della bontà e dell'amore. Poi tutto si rifà cupo. Sento il suo profumo agli pino silvestre invadermi ancora una volta le narici,insieme a quello dell'alcol e del fumo. Le sue labbra sono sempre più vicine alle mie,ormai schiuse per il bacio imminente. Anche se non è lui e lo so benissimo,non riesco a resistere. Le sue labbra si posano sulle mie,voraci. Mette una mano dietro la mia nuca,per tirarmi ancora di più a sé. Il cuore,in petto,mi sta esplodendo. Sento le gambe molli. Mille emozioni mi vorticano nel cervello. Passione,Amore,Paura,Tristezza. Il suo sapore mi invade la bocca,ritardandomi i sensi,il suo profumo mi invade,il cervello sta andando in palla. Le sue labbra,così morbide,che si muovono veloci e aggressive. Il suo respiro affannato,vorace di me.

Il tutto viene bloccato da una strana sensazione:la Paura. Lo spingo via,riprendendo fiato. Mi guarda,con un sorriso malizioso.

-esci da questa casa. Ora.-

dietro di lui non c'è nessuno. Lo guardo un'ultima volta prima di uscire di corsa. Ha iniziato a piovere. Trovo i due ragazzi seduti sotto il porticato di casa Armstrong.

-tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?-

no,semplicemente mi ha baciato mentre era fatto. Tutto qui.

-no,tornate dentro,ha bisogno di voi. Vi prego una cosa:fatelo smettere. Ci vediamo ragazzi.-

inizio a correre sotto la pioggia,piangendo. Torno a casa,devastata.

//Hypoglycemia//Green DayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora