My Angel, Pietro

Capitolo 1

"Dai Giorgio sbrigati! Vuoi arrivare in ritardo ad un appuntamento così importante?"

Ed eccomi li, a vestirmi in fretta e furia con le prime cose eleganti che pescavo dall'armadio, per andare ad un appuntamento "importante". Amo la mia ragazza, ma cavolo quando ci si mette non la finisce più.

Siamo in macchina, lei guida sicura, la strada é più nera della pece, solo quei fanali bianchi illuminano la strada. Il cielo stellato e le montagne come paesaggio e io qui in una macchina a ripensare mentalmente la mia presentazione.
"Ciao, mi chiamo Giorgio, piacere. *no ma bravo, piacere? Cosa hai 70 anni?*" riprovo "Ciao mi chiamo Giorgio, ho 20 anni e sono il migliore amico di Pietro, felice di conoscerti" ok adesso ci siamo.

"Che hai?" mi chiede preoccupata.

"Niente, ero sovrappensiero" dico tutto di un fiato.

"Non torturarti, andrà bene" mi rassicura. A volte è veramente la mia ancora.

La strada sembra non finire mai e io ho fatto un buco per terra da quante volte ho battuto quel piede dall'ansia.
Io, lei e la radio. Sempre la stessa canzone in tutte le stazioni. Sembra che Adele mi perseguiti, e adesso non ho proprio bisogno di canzoni deprimenti mischiate ad ansia e paura. Paura di deluderlo, di deludere la mia ragazza e me stesso. Andrà bene mi ripeto, ma lo penso davvero? Ormai non lo so neanche io. Credo di star impazzendo *si lo credo anche io*, perfetto ci mancava solo il mio subconscio a ricordarmelo.

"Siamo in viaggio da troppo o è una mia impressione?" dico stremato.

"Dai siamo quasi arrivati" dice anche lei stanca dal viaggio.

"Finalmente!" dico di soprassalto spaventandola.

"Ah! Scemo mi hai fatto paura" ride ma dentro mi vorrebbe ammazzare, si legge negli occhi.

Mi guarda e mi sposta con una mano. Ridiamo e la bacio su una guancia.

"Ecco la casa è questa, pronto?" dice girandosi verso di me.

Sinceramente non so se ero pronto ma devo farlo per Pietro. La guardo e annuisco poco convinto. Mi prende per la mano e camminiamo verso la casa. Ho paura.