capitolo 6

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Salgo le scale e busso alla sua porta. Mi apre con un sorriso stampato in faccia. Entro e vado verso camera sua. Lui è davanti alla porta di entrata che mi fissa.

"Mi scusi non posso far entrare gli sconosciuti" mi dice ridendo.

Torno in dietro e metto la mia fronte sulla sua.

"Mi conosci fin troppo bene, Pietrazzo" gli dico.

Lui mi mette una mano sulla spalla e mi spinge. Prende un cuscino dal divano dopo aver chiuso la porta e me lo lancia in faccia.

"Questa è guerra!" gli dico in segno di sfida.

Prendo il cuscino che mi ha lanciato e glielo ritiro.

"Beccato!" urlo a Giampy.

Dopo un po' Pietro mi prende in testa.

"Boom! Headshot bitch!" esulta.

Finisco nell'inciamparmi nel mio stesso cuscino e a cadere tra le braccia di Giampy. Il cuore mi batte a mille. Quegli occhi. Cerco di distogliere lo sguardo ma nessuno dei miei muscoli vuole muoversi, persino i polmoni. Anche lui mi guarda. Ho l'impulso di baciarlo ma i miei muscoli partono a scoppio ritardato e mi alzo.

Lui mi sta squadrando dalla testa ai piedi. E dopo due minuti di silenzio tombale rompo il silenzio.

"Allora non dobbiamo registrare?" dico senza pensarci, qualcuno doveva dire qualcosa.

"Si ecco, a proposito" mi risponde.

"Che c'è?" chiedo un filo preoccupato.

"Non-non c'è nessun video" confessa.

"Allora perché non potevi semplicemente chiedermi di venire qua?" aggiungo.

"È complicato. Pensavo che dicendoti il vero motivo non saresti venuto" dice lui.

"Perché non dovrei? Siamo migliori amici cosa ci sarà mai di così tanto terribile?"

"Beh si tratta di Anastasia" mi tenta di spiegare.

"Cosa è successo?" chiedo leggermente scazzato. Non mi piace l'argomento Anastasia, o ragazza che si scopa il mio migliore amico.

"Ci trasferiremo....a Milano"

My Angel, PietroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora