16.

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Ottobre era ormai agli sgoccioli, erano passate un paio di settimane da quando erano arrivato i mio cugino, e avevo recuperato il rapporto perso negli ultimi anni, era diventato una costante nella mia vita, come Jass, Davon e le continuate litigate con Ash. Con quest'ultimo ci vedevamo solo a scuola, e quando uscivamo tutti insieme lui non si faceva vedere.

Quando chiesi alla sorella cosa aveva lei rispondeva evasivamente come: "è un brutto periodo" o "lascia stare è una vecchia storia" e il discorso finiva lì, non mi interessava più di tanto, ma molte volte la curiosità vinceva su tutto e io mi ritrovavo ad avere domande a cui nessuno avrebbe mai risposto.

Nelle ultime settimane, Lorenzo si era integrato perfettamente, e adesso, faceva parte del gruppo ristretto di amici maschi di Ash, che comprendeva lui, Ash e Davon.
In compenso avevo legato molto più con Jass e quest'ultima un giorno si era fatta scappare che le piaceva Davon da un paio di anni.
Celine non mi dava più fastidio, e dopo il nostro primo e ultimo battibecco, si era limitata a lanciarmi occhiatacce che io ricambiavo.
Tutto stava andando per il meglio.

Per questo ora ero seduta con tranquillità al mio banco, vicino ad Ash, mentre aspettavo che la professoressa di letteratura entrasse con i nostri compiti corretti.

"Cat vieni alla festa di halloween?" Chiese Ash, e si, nell'ultimo periodo aveva cominciato a chiamarmi Cat, eravamo amici adesso, solo quando avevamo litigate serie mi chiamava con il mio nome intero, in queste settimane ne avevamo avuta una, e non ci eravamo parlati per giorni, poi lui aveva messo da parte l'orgoglio e mi aveva chiesto scusa. Avevamo un rapporto strano, qualcosa che oscillava in continuazione tra l'amicizia e l'odio.

"Quale festa?"

"Quella di Celine"

"Scordati che vado a casa di Celine" affermai scocciata anche solo per la domanda. Io stavo alla larga da lei e lei stava alla larga da me, questo era il nostro accordo taciturno.

"Dai, starai con me e gli altri" fece un espressione da cucciolo, convinto di intenerirmi, quanto si sbagliava.

"No"

"Dai" cominciò a punzecchiarmi una guancia con il gommino della matita, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Ho detto no" lui stava per dire qualcosa, ma venne interrotto dall'arrivo della professoressa in classe.

Lui scarabocchiò qualcosa sul mio banco, e io, per l'ennesima volta alzai gli occhi al cielo mentre trattenevo un sorriso.

Non è finita qui. Aveva scritto, io per tutta risposta gli scarabocchiai un dito medio sul banco, sperando che questa volta avrebbe capito che non sarei andata a quella stupida festa.

Principalmente per due motivi: il primo era che non sono mai stata ad una festa.
E il secondo perché la organizzava Celine, magari questa si sbronzava e mi rovescia qualcosa addosso, e se fosse successo, mi sarei ritrovata coinvolta in una rissa e non avevo voglia.

"Allora ragazzi, oggi ho portato i vostri compiti, e devo dire che ne sono molto delusa, avete preso tutto sottogamba. Ma alcuni di voi, sono stati perfettamente abili con la penna" ci comunicò la professoressa di filosofia.

"Come il mio prof" disse una ragazzo, credo si chiamasse Jò, ma non ne ero sicura, di solito non dimenticavo i nomi ma non riuscivo ad associarli alle facce.

"David! Scrivere: i miei addominali sono la bellezza. Non è una cosa seria, ed è per questo che hai preso una F"

"Fantastico" borbottò il ragazzo di cui avevo sbagliato il nome, e lasciaò andare la testa sul banco imprecando contro qualcuno o qualcosa.

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