17.

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"Cat, quindi vieni alla festa di halloween?" Chiese Jass seduta sul mio letto, stava giocando con il mio vecchio pupazzo che usavo per dormire.

"Si, se no tuo fratello non mi lascia libera" mi stesi sul letto vicino a lei e li presi il pupazzetto dalle mani.

"Hey! Ridammelo!" Affermò Jass imbronciandosi.

"No, lui è mr Piper" ero gelosissima di mr Piper, me lo aveva regalato mia mamma il primo natale che avevo festeggiato con loro, cioè al mio primo anno di vita.

"Stronza!" Io e Jass ci eravamo avvicinate tantissimo nell'ultimo periodo, l'unica cosa che non sapeva di me era dell'incidente aereo e della morte dei miei genitori.

Io gli feci una linguaccia e lanciai mr Piper nell'armadio aperto. Lei si slegò i capelli e ci passò le mani arruffandoli.

"Mio fratello è strano con te" disse dal nulla.

"Si, l'unica cosa strana è che mi vorrebbe morta"

"No, dico che è più felice, anche quando litigate, gli occhi li si illuminano"

"Solo perché si diverte. Ash non prova niente per me, e io non provo niente per lui. Jass, la cosa è reciproca"

"Caat" urlò Lorenzo aprendo la porta.

"Cosa vuoi?"

"Devo uscire, lo dici tu ad Alec?" Da quando in questa casa era arrivato Lorenzo, io facevo costantemente la portavoce. "Si glielo dico, ora fuori da camera mia"

"Qualcuno ha il ciclo?" Domandò, dietro di me sentii Jass sghignazzare e io stavo per strozzarlo.

"Lore, vai fuori. Ora."

"Si, hai decisamente il ciclo" presi un cuscino e glielo lanciai, ma presi la porta perché lui era già uscito.

"Odio mio cugino" sbattei la testa più volte sul cuscino, maledicendo Lore, che prima o poi mi avrebbe fatto venire un esaurimento nervoso.

"A me invece piace, almeno ti riempie le giornate"

"Sì, da quando i miei sono morti lui e mio zio sono stati dei punti fissi" tappai subito la bocca accorgendomi di cosa avevo appena detto, non l'avevo mai detto a nessuno e soprattutto con così ttanta leggerezza, e sulla bocca quelle parole avevano un sapore amaro, disgustoso.
Jass mi guardò con gli occhi sgranati, mi sembrò di vedere le rotelle girare nella sua testa.

"I t-tuoi sono m-morti?" Balbettò.

"Si, non ho voglia di parlarne" la sua espressione cambiò, era come se provasse pena per me. "E per favore, togliti quell'espressione dalla faccia, non sono un uccellino con l'ala spezzata. Non provare pena per me"

"Scusa, non volevo" abbassò il viso e mi sembrò di vedere una lacrima scorrere sul suo viso.

Lei di colpo si slanciò contro di me e mi strinse fra le braccia, il suo corpo a contatto col mio era caldo, non avevo mai abbracciato nessuno che non fosse stato la mia famiglia, e ora ricambiare era strano. Con un po' di paura la strinsi a mia volta e potei sentire i suoi singhiozzi.

"Jass perché piangi?" Le chiesi.

"Mi ricorda molto la storia di mia sorella" una cosa?

"Tua sorella?"

"Io e Ash avevamo una sorella, eravamo tutti molto uniti, era più piccola di me e Ash di un anno, si chiamava Abby. Un giorno era in macchina con Ash, lui era andato a riprenderla da una festa e a un certo punto un camion li ha presi in pieno, dalla parta di Abby. Ash ne è stato distrutto, ha cominciato a giocare intensamente a football, finché un giorno non si è rotto una gamba e non ha più potuto giocare. Da quel giorno è cambiato.
Sai, tu me la ricordi, avete o meglio lei aveva, il tuo stesso carattere scontroso, la stessa vivacità e la voglia di vivere ma di non sapere come fare. Per questo dico che è diverso quando sta con te, mi ricorda quando stava con lei." Lei singhiozzò più forte e io la strinsi di più a me.
Forse era per questo che gli occhi di Ash erano così scuri, così pieni di tenebre. Non era riuscito a liberarsi dai fantasmi del passato, e in questo eravamo molto simili..
Tutti e due rotti e feriti dalla stessa cosa, dalla morte.
Tutti e due che ci incolpavamo per non essere riusciti a salvarli.

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