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Le lezioni diventavano sempre più noiose e le vacanze di Natale erano sempre più vicine.

Mancavano solo tre giorni.

"Quindi le particelle entrano in coesione..." la professoressa di scienze parlava, ma dubitai fortemente che qualcuno la stesse ascoltando.

Seduta nel banco dietro di me Ambar mi fissava insistentemente, il suo sguardo mi bruciava sulla nuca, secondo me sperava di vedermi sciogliere sotto il suo sguardo da un momento all'altro.

Mi voltai un attimo verso di lei, credo per curiosità e la guardai attentamente, in una frazione di secondo provai a catturare tutti i più piccoli particolari che aveva.

Era bellissima come la prima volta che l'avevo vista: i capelli castani gli cadevano delicatamente sulle spalle, il naso all'insù e le guance rosee le davano un aria delicata ma il sorriso maligno che aveva mentre mi guardava non trasmetteva niente di buono.

Una pallottola di carta arrivò sul mio banco e io mi voltai verso il mittente; Amber.

Se vuoi giocare, giochiamo. Aveva scritto nel biglietto.
Io sbuffai, neanche gli risposi, non avevo tempo per le bambinate.

Nella mia vita mancava solo una pazza, fantastico! Di bene in meglio.

Avrei voluto solamente dormire per due anni e svegliarmi quando tutto sarebbe finito, soprattutto la lezione di chimica.

Quando finalmente suonó la campanella, sfrecciai verso il mio armadietto

Qualcosa mi fece inciampare e io mi trovai sdraiata sul pavimento.

Quando alzai lo sguardo vidi e sentii tutte le persone che stavano in corridoio, ridere e Ambar che mi guardava con un sorriso maligno e soddisfatto sul volto.

"Dovresti stare più attenta" esclamò con finto dispiacere porgendomi una mano per alzarmi.

"La mano puoi mettertela su per il culo" affermai stringendo i denti.

"Stavo solo cercando di aiutarti!" Si lamentó lagnosa, per fare scena davanti a tutti.

"Stronzate." Dissi alzandomi. "Sei tu che mi hai messo lo sgambetto per farmi cadere"

"Ma cosa dici? Perché non vuoi ammettere che sei caduta?" Chiese guardandosi intorno.

"Perchè non vuoi ammettere che sei una troia?" Chiesi quando ero faccia a faccia con lei.

"Perché non ammetti di essere una merda?"

"Tu sei meno di una merda. Almeno qualcuno la merda la caga" esclamai. Un boato di risa e di -ooh- si levò in corridoio e io andai via soddisfatta e risi di Ambar che voleva sembrare matura ma che in realtà si comportava come una bambina.

"Hey girl!" Mi salutó Jass arrivando di fronte a me.

"Hey"

Perché questo armadietto non si apre?

Stupido armadietto! Perché ogni volta che qualcosa mi va bene, tutto poi va peggio di prima?

"Mi stai ascoltando?"

Cosa? Chi stava parlando?

"Cat?"

"Mm" mugugnai aprendo finalmente l'armadietto.

"Ci stai quindi?"

Eh?

"A fare cosa?"

"Non mi stavi ascoltando!"

"Scusa" dissi facendoli un sorriso da orecchio a orecchio.

"Stavamo pensando di partire per le vacanze di Natale."

Skaters Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora