Capitolo 4

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La simulazione fu la stessa di quella che affrontai durante gli allenamenti di mattina. Ogni tot mi arrivava una scarica elettrica, ciò stava a significare che consumavo troppa energia e che la mia attività celebrale era troppo forte.
Dopo tante scosse riuscii a controllarmi, ad usare tanto ma non troppa forza nel combattimento.
Quando uscii dalla stanza ero stanca ma non sentii la stessa stanchezza di questa mattina mi sentivo molto più leggera e sentivo ancora energia in me; vidi James aspettarmi fuori con in mano un casco da moto.
"Che cosa vuoi farne con quello?"-chiesi incuriosita.
"Hai superato il test del controllo dei tuoi poteri, ora dobbiamo andare a vedere le armi per te."-mi rispose James.
"Non ho bisogno di armi per combattere, ho la mia forza mi può bastare"-gli risposi. Lui mi guardò con uno sguardo che non provava emozione, mi lanciò il casco e mi ordinò:
"Non puoi sopravvivere solamente con la violenza che hai dentro, là fuori ci sono persone che possono eliminarti con uno schiocco di dita, quindi tu ora mi segui e andiamo a prendere un arma."
Lo guardai in modo strano, ma intanto lo seguii.
Fuori dal quartiere generale ci aspettava una Harley-Davidson Softail Breakout blu scura, James mise il casco e ci sali e con un cenno di capo mi invitò a salire dietro di lui, misi il casco anche io, mi sedetti e mi aggrappai a lui. Quel momento mi ricordava qualcosa, come se avessi già vissuto quel momento. Appoggiai la testa sulla schiena di James e notai che il suo battito accelerava sempre di più.
"Hey James che hai?"-chiesi con tono serio ma preoccupato.
"Niente ho solo caldo."-rispose anche lui con tono serio.

Quando il sole calò noi ci fermammo in un parcheggio di in un negozio di vinili.
"James che diavolo ci facciamo qui?"-chiesi.
"Entra "-mi ordinò senza nemmeno rispondermi.
Alla cassa c'era un uomo alto e robusto, dalla folta barba bionda e da una chioma anch'essa di color oro. James mise le mani sul bancone e disse all'uomo:
"La lancetta gira in senso antiorario" l'uomo si abbassò verso il tavolo e accese qualcosa. Una porta dietro di lui si aprì e ci indicò ad entrare, James porse una mano verso di me e subito dopo la appoggiò alla mia schiena e mi spinse cautamente davanti a lui. Scese le scale mi ritrovai davanti a me uno scaffale pieno di armi da fuoco, bombe a mano, coltelli e maschere anti gas. Rimasi a bocca aperta di fronte a ciò, mi recai verso la sezione dei coltelli visto che mi ispiravano, James mi prese dal cappuccio e mi fermò.
"Che diavolo fai?"-chiesi in tono infastidito.
"Fermati ti dobbiamo procurare un arma da fuoco non da taglio. Te la cavi con il combattimento a mano libera è inutile che ti focalizzi su quel genere di armi, tu hai bisogno di qualcosa quando ti trovi in difficoltà."-mi rispose James con tono tranquillo e rilassato ma nello stesso tempo autoritario.
James andò verso le armi da fuoco, le osservò attentamente poi ne prese una e me la porse.
"Questa è per te, perfetta per le tue esigenze."-mi disse orgoglioso sia di se che della pistola.
Io la presi e la osservai attentamente.
"Ma c'è un problema...non so come si usa..."-dissi imbarazzata.
"Non ci vuole una laurea prendi miri e tac premi il grilletto."-mi prese la pistola di mano e mi dimostrò come si usava.

Salutato l'uomo io e James montammo sulla moto e ritornammo in città. Quando arrivai davanti a casa, James parcheggiò la moto, si tolse il casco e mi salutò, mi disse anche che lui abitava in fondo alla mia stessa via e che se c'era bisogno bastava che accendessi un auricolare che era in comunicazione con il suo e con altri agenti e potevo chiedere aiuto, ma lui mi rassicurò che potevo farne anche a meno grazie alla mia forza potevo già affrontare qualcuno ma non si sapeva mai.
Entrai in casa, lanciai le chiavi sul tavolino all'entrata, tolsi le scarpe da corsa, mi buttai sul divano e mi addormentai. Più tardi qualcuno bussò alla porta, io preoccupata presi la pistola che era sul comodino a fianco al divano e la nascosi dietro la schiena intanto andai a controllare chi era alla porta. Quando aprii davanti a me vidi un ragazzo alto, muscoloso e biondo ed indossava un costume bianco, blu e rosso, e dietro con se portava uno scudo.
"Ciao Alex scusa se ti disturbo ma ti devo parlare"-disse cercando di avvicinarsi a me. Io indietreggiai e accesi l'auricolare che portavo nascosto sull'orecchio nascosto da un ciuffo di capelli.
"Chi sei?"-chiesi al ragazzo.
"Come...non ti ricordi?! Sono il capitano Steve Rogers...sono Captain America, eri in infermeria con me Tony Stark e il dottor Bruce, e lui cercava di aiutarti."-mi rispose Steve.
"Vattene via"-gli ordinai con tono autoritario.
"Hey ti prego ti dobbiamo...cioè volevo dire ti devo spiegare molte cose che sono successe..."-mi disse con voce dispiaciuta. Spalancai gli occhi e lo guardai con aria minacciosa.
"Ho detto vattene via"-gli dissi con voce roca.
"Ti prego lascia che io..."-cercò di finire la frase ma io con un grido che fece suonare gli anti furto delle auto gli dissi "ho detto di andartene!!!", quasi ci fu l'eco in tutta la via.
Lui indietreggiò prese lo scudo dalla schiena e si mise in posizione.
"Mi dispiace Alex ma dobbiamo..."-quando finì la frase Iron Man e Falcon scesero giù in terra. Steve lanciò lo scudo verso di me tentando di colpirmi, ma grazie ai miei riflessi riuscii a schivarlo, Falcon e Iron Man vennero verso di me e anche loro vollero colpirmi. Con i poteri che avevo sarei riuscita a combattere...ma con tre uomini con un armatura...non lo so ero impaurita e indecisa nello stesso tempo, tentai di sconfiggerli da sola.

Presi lo scudo di Captain America e glielo lanciai addosso, feci un salto e lo colpii da dietro ma lui subito si girò, Iron Man volava e cercava anche lui di colpirmi alle spalle ma ogni tentativo falliva perché io con la mia abilità riuscivo a schivare tutti i suoi colpi, Falcon combatteva insieme a Captain America contro di me. Le mie forze si stavano indebolendo, tre supereroi contro una ragazza che possiede energia negativa e una super forza  era una lotta tosta. Di colpo arrivò James e iniziò a combattere con me contro gli altri.
"Alex la pistola"-mi sussurrò James.
"Che cosa hai detto?"-chiesi a James quello che aveva detto prima visto che non avevo capito nulla a causa del caos che c'era.
"LA PISTOLA!"-gridò James.
Con uno scatto riuscii a prendere la pistola dalla mia tasca posteriore e iniziai a puntare a Captain America (visto che lui era il bersaglio più forte).
Con un colpo secco riuscii a prendergli la spalla.
"Alex che cosa vuoi?"-mi chiese James irritato.
"Niente perché?"-risposi.
"È da tutto il tempo che mi....tocchi la schiena"-si girò verso di me rimanendo a bocca aperta"o mio dio che diavolo è quella roba nera che si sta espandendo sempre di più?"-mi disse preoccupato.
Mi guardai e testai il corpo e sentii qualcosa andare su dal collo fino al viso e dalla schiena uscivano quasi delle ali appuntite che subito rientravano nella schiena. D'un tratto la mia vista si appannò e mi trasformai in qualcosa...in un mostro vero e proprio, sentivo che ero gigante, avevo unghie affilate e lingua biforcuta, gli occhi si sono estesi di più e avevo denti affilati ...avevo in me il simbiote.
James indietreggiò e mi squadrò da cima a fondo, io non dandogli retta continuai a combattere contro gli altri.
Riuscii a far cadere Iron Man per terra e distruggergli l'armatura e a Falcon pure, mentre con Captain America riuscii a sparagli prima e quindi fu subito "fuori gioco" e se ne andò via con gli altri.
Piano piano iniziai a diventare normale, e James aspettò.
"Vieni a casa mia sarai più al sicuro."-mi tese un braccio e me lo appoggiò sulle spalle e mi portò via con se; voltandomi vidi la casa in mille pezzi...va beh tanto non c'erano cose importanti.

L'alba del giorno seguenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora