Capitolo 11

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"Alex...mi ha chiamato Pierce..."-disse James preoccupato.
"Cosa voleva?"-chiesi preoccupata.
"Ecco i dottori hanno trovato una specie di Virus nel tuo sangue..."-rispose.
"Beh non mi stupisco, visto che ormai ho un simbionte nel corpo, il mio sangue è fluo!"-dissi alzando la voce.
"Un virus che può cancellare tutti i tuoi poteri e trasformarli in uno solo"-disse lui prendendomi per le spalle guardandomi dritta negli occhi.
"E di che potere si tratta?"-chiesi.
"Non lo so...Pierce mi ha detto che domani devi andare in laboratorio per saperne di più"-rispose.
"Ma...siamo in pieno scontro con L'Hydra. Non posso anzi non possiamo permetterci distrazioni!"-gridai e tutti in sala si voltarono verso di me per poi ritornare a guardare lo schermo del televisore.
"Alexandra...è una cosa importante vai, ma non dire nulla a Pierce di quello che sta succedendo...prenderai la mia moto ricorda sii prudente e non fare idiozie"-disse lui.
"Ok..."-risposi annuendo per poi andare in camera a dormire.

Mi svegliai alle 5 del mattino così avevo abbastanza tempo per farmi una doccia, mangiare, vestirmi e poi partire.
Durante la doccia notai che sul polso avevo il simbolo di satana, cercai di lavarlo o almeno toglierlo ma non ci riuscii, così feci il possibile per coprirlo con un po di fondo tinta. Quando finii di asciugarmi, presi un paio di jeans, una canotta nera e il giubbotto di pelle e li indossai.
Finito di fare tutto chiusi bene la porta di casa, salii sulla moto e mi recai al palazzo dell'Hydra.
Parcheggiata la moto corsi a prendere l'ascensore per salire al piano 20 dove si trovava il laboratorio, uscii dall'ascensore e mi precipitai verso un uomo in camice bianco.
"Mi scusi sa dove si trova la porta per il laboratorio del signor Pierce?"-chiesi.
"Si venga con me....immagino che lei sia Alexandra...abbiamo molte cose da dirle"-disse lui facendo un ghigno.
"Alexandra Come procede la missione che vi ho assegnato a te e a James??"-disse Pierce non appena io entrai nel laboratorio.
"Ehm bene grazie abbiamo trovato vari modi per svolgere ciò che ci ha assegnato"-risposi sicura di me.
"Hmmm benissimo...beh allora ti abbiamo chiamato qui a rapporto perché alcuni dei miei più fidati scienziati hanno trovato qualcosa di speciale nel tuo DNA, ora vorrei lasciare la parola al signor Bruce"-disse Pierce guardando verso il dottore.
"Allora Alexandra abbiamo identificato una strana sostanza nel tuo corpo...e si trova nella scala della radioattività più alta... è come se tu fossi un conduttore di elettricità, il tuo organismo si sta evolvendo! Tutti i superpoteri che hai adesso scompariranno e avrai solamente la possibilità di essere elettrica. Potresti dare energia a tutta New York per svariati anni!"-disse il dottore euforico, poi un uomo venne verso di me e mi legò i polsi con delle manette.
"Hey ma che diavolo fai?"-chiesi arrabbiata cercando di liberarmi.
"Beh Alexandra visto che hai questo potere...noi te lo faremo usare nel miglior modo possibile."-disse Pierce facendo un ghigno e avvicinandosi di più a me.
"Per esempio?"-chiesi ringhiando.
"Alimentando tutte le basi, gli edifici, i laboratori scientifici dove potranno nascere nuove forme di vita in grado di fare qualsiasi cosa...., macchine del futuro e armi prodotte dal caro signor Stark"-Finì la frase sorridendo, poi Pierce mi fece portare in una stanza e rinchiudere lì dentro.
La stanza era abbastanza piccola, non aveva finestre, né un letto, c'era solamente una misera sedia di legno e per di più vecchia, ero in una cella in pratica...e ora mai ero in trappola e non avevo via di uscita.

Dopo un ora arrivò una guardia che mi portò in una stanza migliore di quella in cui stavo prima. La stanza era una sorta di appartamento, ben arredato e con tutto il necessario per sopravvivere, c'erano persino dei vestiti nell'armadio della camera da letto.
"D'ora in poi tu abiterai qui e servirai a colui che ti ha creato."-disse la guardia con tono freddo per poi andarsene e chiudere la porta.
Mi sedetti sul letto e mi guardai in torno, era bello stare lì in un certo senso, ora mai avevo una casa fissa ma...senza James non era la stessa cosa, mi mancava, mi mancavano i suoi baci veloci sulle mie labbra, il suo sguardo intenso, la sua stretta di mano...chissà se mi avrebbe salvato o se potevo semplicemente cavarmela da sola.
E ora? Che ne sarà stato di me e della mia vita? Il mio destino era segnato?

L'alba del giorno seguenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora