Chapter XI

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Quando si entra in una stanza e si sente solo frastuono beh, allora si sta sicuramente andando a conoscere i 5 Seconds Of Summer.

Non sono cattivi anzi, sono solamente adolescenti fondamentalmente stupidi.

Questo ovviamente Helinä lo aveva capito leggendo i loro dossier, ma di certo non si sarebbe mai aspettata un'accoglienza tanto calorosa. Specie dopo essersi imbattuta nella reazione fredda e distaccata di Harry.

Due passi e un fischio acuto riempì l'aria. Helinä inarcò un sopracciglio mentre lentamente posava le cartelle sul tavolo di vetro della sala riunioni.

-Wow! Il nuovo manager deve essere un gran figo se ci manda addirittura questo bel bocconcino per ingannare l'attesa!- i ragazzi risero mentre il tinto, un ventenne dai capelli rosso fuoco, ammiccava in direzione della mora.

Helinä non si scompose, procedendo invece a rispondere pacatamente ma in tono fermo, così da precisare subito chi fosse il capo.

-Mhm, molto divertente, Michael. Ti devo sbattere fuori adesso o aspettiamo che tu faccia almeno un po' di soldi prima di sostituirti?- I quattro amici si ammutolirono improvvisamente.

Come si aspettava, anche loro avevano preso la notizia come fossero appena stati travolti da un treno.

Non che la cosa la sorprendesse. Lei stessa non avrebbe mai creduto che una diciannovenne potesse diventare manager, soprattutto assumendo la gestione di artisti di punta come i suoi.

Spostò i lunghissimi capelli dietro le spalle in un movimento elegante, poi investì i ragazzi col suo solito sguardo terrorizzante.

A lei veniva da ridere. Trovava assolutamente ridicolo che qualcuno potesse davvero avere paura di lei, ma la cosa in realtà le forniva grandi vantaggi.

Ad esempio l'effetto sorpresa.

Sì, perché in fondo era pur sempre un'adolescente, anche a lei piaceva ridere e scherzare. E se c'era una cosa che aveva imparato da tutti gli anni di addestramento, era che l'effetto sorpresa è quello che ti fa vincere su tutto!

Lei era la manager d'accordo, ma ciò non significava che non potesse tentare di stringere un rapporto amichevole con i ragazzi di cui si occupava, sempre mantenendoli a debita distanza ovviamente.

-Dunque- cominciò, aggirando il tavolo di vetro e poggiandosi di schiena alla superficie trasparente dal loro lato, così da essere più vicina e da eliminare quella sensazione di superiorità gerarchica. -A meno che non abbiate intenzione di farmi incazzare, non credo ci saranno problemi tra di noi. L'unica cosa che vi chiedo e di andarci piano con questa storia delle groupies. Non vogliamo che diventi uno scandalo e che le fans spariscano, giusto?-

I ragazzi si guardarono un momento pensierosi, poi annuirono simultaneamente, ancora un po' titubanti per la situazione. -Bene!- batté le mani la mora, schiudendo le labbra in un sorriso impeccabile che fece comparire due splendide fossette ai lati della bocca.

Improvvisamente perse completamente il suo aspetto tragicamente dispotico e si trasformò nella visione più tenera che si fosse mai presentata ai loro giovani occhi.

I componenti della band sorrisero felici alla ragazza di fronte a loro e lei capì. Aveva vinto, di nuovo.

-Voi sarete i primi, tra tutte le band che gestisco, ad affrontare un nuovo tour sotto il mio management. Vi confesso di essere emozionata all'idea. Voglio che sia qualcosa di speciale ed unico, proprio come lo siete voi. Quindi dobbiamo darci dentro, essere folli perché in fondo è l'unico modo per essere veri e sorprendenti!
Ragazzi credo in voi e nelle vostre capacità, mi auguro che anche voi riponiate in me la stessa fiducia. Sarà un tour indimenticabile!- esclamò entusiasta, gesticolando con le mani in direzione dei ragazzi.

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