Chapter XVI

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Ci sono giornate così belle da sembrare surreali, altre invece, che davvero sembrano iniziare storte per poter solo peggiorare.

A Helinä sembrava che la sua intera vita fosse completamente basata sul secondo tipo.

Riflettendoci non era stata sempre così, c'era stato un tempo in cui lei aveva corso felice nei prati, giorni in cui osservava il Mondo con gli occhi di una bambina, di una sognatrice.
È tutto bellissimo quando vedi la vita con quegli occhi, tutto ciò che ti circonda sembra meraviglioso e tu sei carico di speranze e aspettative.

Il problema si pone quando, la visione paradisiaca del Mondo, viene sostituita da un incubo senza fine. Incubo che, per inciso, non dipendeva nemmeno da lei.

Helinä stava riordinando il salotto, messo a soqquadro da quel tornado della sua migliore amica. Sbuffò, abbassandosi a raccogliere la carta di un cioccolatino caduta a terra, mentre stancamente spostava una piccola ciocca dietro l'orecchio.

-... E insomma, ha passato mezz'ora a parlarmi di te ininterrottamente. Dovevi vedere i suoi occhi, BRIL-LA-VA-NO! Dovresti uscirci!- concluse Lilith, sistemandosi meglio con la schiena affondata nei cuscini del divano.

La mora annuì distrattamente, non aveva ascoltato nemmeno una sillaba di tutti i quindici minuti del monologo appena concluso.

Lilith colse subito l'aspetto assente e pensieroso della padrona di casa. Doveva trovare un modo per farla tornare sulla terra, pensò la rossa, assottigliando gli occhi color ghiaccio in una piccola fessura, scrutando l'amica che, accovacciata, raccoglieva tutte le sue cartacce.

Non che l'argomento trattato fosse realmente così interessante, stava semplicemente cercando di convincerla a passare una serata fuori da quell'appartamento vuoto e triste, in compagnia di Nathan, uno dei loro confratelli. Ora però voleva capire cosa la distraesse così tanto, anche se una certa idea già se l'era fatta.

-Ah dimenticavo, Harry ha fatto un incedente ieri ... Praticamente è stato quasi un frontale, la sua macchina si è ribaltata più volte, ha preso fuoco... - la mora continuava ad annuire senza prestare attenzione. -E niente, è morto.- concluse con no chalace.

Ora ... come minimo, una persona a cui viene riferita la morte di qualcuno, specialmente se si tratta di una persona cara, dovrebbe mostrarsi almeno un pizzichino sconvolta. Ma no, Helinä non fece una piega. -Capisco.- fu la sua semplice risposta, e no, lei non l'avrebbe accettata.

A quel punto Lilith si tirò a sedere di fretta -HELINÄ!!- strillò, riuscendo finalmente ad attirare su di sé tutta l'attenzione dell'amica. -Ti ho appena detto che Harry è morto e tu mi dici solo "capisco"!?-

Helinä strabuzzò gli occhi, alzandosi di scatto mentre la mascella quasi toccava il pavimento per quanto la notizia l'avesse stordita.
-Morto?! Quando? Oddio è la fine, siamo tutti spacciati ora!- esclamò, cominciando a camminare avanti e indietro, gesticolando convulsamente mentre una serie di imprecazioni, molto poco adatte, lasciavano le sue labbra.

-Finiscila, lui sta bene. Helinä ma che ti prende? Non hai ascoltato nemmeno una parola. Dovresti togliertelo dalla testa, quel pallone gonfiato di Styles, e cominciare a pensare più a te stessa. E no!- portò le mani in avanti Lilith, in segno di stop, impedendo alla ragazza di fronte a lei di interromperla -Non ho dimenticato la tua missione. Ma Helinä, quanti anni hai perso dietro a lui? Hai buttato via tutta la tua adolescenza per proteggerlo dal suo Mondo, un Mondo che nemmeno conosce. Non sarebbe tutto più semplice se gli dicessi la verità?-

Helinä tacque per alcuni secondi, come per poter sopperase le sconvolgenti parole appena udite. -Mio padre voleva questo, Lilith. Mi ha messa al Mondo per proteggere lui e questo è quello che farò.-

Lilith annuì debolmente -E tu, Hel? Tu cosa vuoi?- domandò, la preoccupazione chiara nello sguardo, mentre la sue iridi di ghiaccio agganciavano quelle smeraldo dell'amica. -Vuoi davvero continuare a farti trattare come la peggiore delle schifezze? Vuoi continuare a sentirti chiamare "stupida ragazzina viziata", dopo aver sacrificato la tua intera vita per lui? Un dannato egoista?-

-Lil io ...- non esisteva una vera risposta o meglio, la risposta a quelle domande andava in netto contrasto con gli obiettivi a cui Helinä puntava. Così decise per una risposta più diplomatica. -Doveva andare così ... Io lo amo, è questo che conta.- la rossa sospirò, annuendo in accordo.

Sapeva che nulla avrebbe mai cambiato l'idea che la sua migliore amica si era fatta della situazione.
Eppure lei non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di una ragazzina radiosa, dai lunghi capelli lisci e bruni e gli occhi di un verde lucente, che quando sorrideva illuminava il mondo intero. Una ragazzina che amava correre nel parco vicino al collegio e aiutare i senzatetto come le era possibile. Una bravissima studentessa che tutti i pomeriggi aiutava le altre bambine dell'Istituto a studiare e fare i compiti, sembrava non stancarsi mai. Questa era la ragione per cui avevano fatto amicizia, Lilith era rimasta affascinata proprio dal suo costante buon umore, scoprendo poi anche l'ipnotizzante spessore del suo animo profondo.

Quell'immagine era in netto contrasto con il ricordo del suo corpo martoriato, il corpo di quella stessa ragazzina in fin di vita, mentre quegli unici respiri che le rimanevano, li dedicava a chiedere perdono ad un diciottenne dalla chioma riccioluta e gli occhi verdi, brillanti come due smeraldi. Lui non lo avrebbe mai saputo. Non avrebbe mai saputo che ad un isolato dal locale in cui lui sedeva, ridendo e scherzando mentre sorseggiava un drink con gli amici, una sedicenne aveva perso la vita per poter salvare la sua.

Ed ora Lilith stava lì seduta sul divano comodo del salotto di Helinä, mentre la osservava andare in cucina a buttare la spazzatura, con passo stanco e tirando un po' su col naso.

Era raro vedere il suo lato sensibile, ma dopotutto non poteva biasimarla. Con tutto quello che aveva passato, anche lei si sarebbe chiusa a riccio anzi, probabilmente non sarebbe nemmeno più uscita di casa.

Carezzò piano la pelle del divano, ripensando a tutto quello che era successo negli ultimi quattro imprevedibili anni.

Come si può arrivare a rinunciare a tutto per un persona con cui non hai nemmeno mai parlato?

Doveva ammettere che quella morettina aveva proprio una forza di volontà ferrea, lei non sarebbe mai stata capace di fare una cosa simile, soprattutto non sarebbe riuscita a rinunciare ai propri sogni per nessun motivo al mondo, tanto meno per un ragazzo che non mostra nemmeno il minimo rispetto.

Forse avrebbe dovuto provare a conoscerlo, questo Harry. Almeno per capire cosa avesse di tanto speciale da portarla a sacrificare se stessa ancora e ancora, senza mai vedere la luce alla fine del tunnel.

Così decise, lo avrebbe fatto. Sarebbe andata in quell'ufficio, all'insaputa di Helinä, e avrebbe parlato con quel ragazzo così complicato.
Probabilmente avrebbe perso la sua migliore amica per sempre, ma forse sarebbe riuscita a donare un po' di pace a quel piccolo Angelo ferito.

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