Chapter XV

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Era stato un lungo ed estenuante pomeriggio, negli studi della Syco Entertainment. Helinä era stanca, aveva passato ore ad ascoltare i ragazzi cantare e ricantare lo stesso testo, cercando di trovare il modo migliore di adattare le loro voci al pezzo.

Se aveva ottenuto il permesso di scegliere quelle canzoni e farle provare ai ragazzi, era stato solo utilizzando il potere del cognome che portava. Suo padre aveva parecchi amici influenti in svariati ambiti, non a caso Simon era stato più che felice di lasciarle libero accesso agli studi.

Tuttavia, arrivati alle sei e mezza di sera, ancora non avevano finito.

Un po' era colpa sua, le piaceva così tanto la voce delicata di Louis che gli aveva chiesto più volte di ripetere il pezzo, anche se non ve ne era una effettiva necessità.

Al momento poteva ritenersi soddisfatta, le erano piaciuti tutti e quattro, e aveva avuto la possibilità di constatare come ognuno di loro riuscisse a dare un carattere diverso e particolare al brano. Non aveva nulla da dire sull'interpretazione di nessuno, eccetto per il fatto che Zayn ancora non la convinceva.

Non ne conosceva l'esatto motivo, sapeva solamente che anche quando cantava, a lei passavano in mente solo cinque parole: "Scendi. Da. Quel. Fottuto. Piedistallo.". Non c'erano dubbi sulle abilità vocali di Malik, semplicemente lei continuava a considerarlo una gallina strozzata. Con degli acuti impressionanti, certo, ma pur sempre una gallina strozzata!

A quel punto, il momento tanto temuto era giunto. Doveva chiamare Harry, di cui ancora non aveva sentito la voce.

A voler essere sinceri, lei, la sua voce la conosceva alla perfezione: calda, roca, emozionante, avvolgente e penetrante al tempo stesso. Aveva passato anni ad ascoltarlo a sua insaputa, seguendolo in tutti i suoi concerti e spiandolo durante i pomeriggi liberi. Però si era sempre rifiutata di assistere alle registrazioni all'interno degli studi.
In qualche modo, quella stanzetta creava una sorta di intimità ed un'atmosfera tali, da amplificare le emozioni a livelli che sapeva di non poter sopportare.

Ed ora eccoli lì: Harry, con le cuffie accuratamente calate sui ricci, a coprire le orecchie, le mani che di tanto in tanto piroettavano nell'aria, donando un effetto ancora più toccante al brano. E Helinä, dalla parte opposta del vetro. Le spalle rivolte verso il ragazzo in modo da impedirgli di vedere le lacrime lasciate libere di cadere, che ormai le avevano già rigato le guance.

Era sola in quella stanza, mentre la voce del suo protetto si diffondeva dalle casse, che lei stessa si era premurata di mettere in funzione. Era completamente avvolta dalle note profonde della sua voce e dai ricordi, che prepotenti si facevano largo prendendo possesso della sua mente.

In tutto quel trambusto di emozioni e sensazioni, non si era resa conto di una testolina bionda che aveva appena fatto capolino nella stanza.

Un paio di occhi di un azzurro incantevole la stavano scrutando, come per cercare una spiegazione logica a ciò che gli si parava di fronte.

Helinä aveva smesso di piangere già da un po'; ma gli zigomi arrossati, gli occhi cerchiati e le lacrime secche sulla sua pelle, non lasciavano molto spazio all'immaginazione.

Niall le si avvicinò con cautela, quasi fosse sul punto di catturare un cerbiatto ferito. Quando fu a due passi da lei, pronto a domandarle cosa fosse accaduto, un sospiro sconsolato della ragazza gli fece perdere completamente la ragione.

La prese e la strinse al petto, non senza che lei si divincolasse, mostrando una forza decisamente superiore alle aspettative.
Piccolina ma potente, si disse divertito.

Alla fine si arrese e fece un passo indietro, un po' in imbarazzo per la situazione e per il fatto che lì stavano lavorando, non erano più due amici al bar.

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