Capitolo 13

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14 febbraio 2016
Fumavo avidamente una sigaretta appoggiata al muro fuori dal B&B dove mi aveva dato appuntamento mia madre. Erano le tre di una domenica pomeriggio qualunque per molte persone, anzi per tantissime coppie era il pomeriggio di San Valentino, per me era un giorno che non avrei dimenticato facilmente.
Quella sera avrei lavorato al locale come al solito, anche se Ettore mi aveva quasi obbligata a stare a casa. Ma io avevo bisogno di lavorare e così lui si era adattato. La serata sarebbe stata tutta dedicata a quella ricorrenza e quindi il dress code doveva essere assolutamente elegante anche per noi bariste/cantanti/tuttofare del "360 gradi". Mi ero messa un classico tubino nero, con una profonda scollatura sulla schiena e dei tacchi neri. Insomma sarei stata quasi una brava ragazza se non fosse stato per i tatuaggi e i capelli.
Buttai la sigaretta schiacciandola con il tacco a spillo e poi salii al secondo piano di quell'anonimo edificio. La Stazione Termini era a pochi passi, intorno a me un'accozzaglia di romani e stranieri che parlavano tutte le lingue del mondo.
Mia madre mi aveva detto di aver trovato un posto da dormire in quel B&B che aveva solo tre camere, un bagno ed un cucinino. Quando bussai ad aprirmi fu proprio lei..quando la fissai non la riconobbi neanche. Il tempo non era stato clemente con lei. Quando aveva partorito Sole era una bella ragazza di 25 anni, a parte gli occhi vitrei causati dalla droga. Era ricercatissima dai ragazzi e aveva decine di tipi che le ronzavano attorno. Si vestiva un pò come facevo io ora, mostrando quello che Madre Natura le aveva dato. Anche dopo due gravidanze era comunque molto bella. Ora a 40 anni solo gli occhi verdi tradivano il nostro grado di parentela. Indossava una tuta ed era a piedi nudi. Stava fumando, e non una sigaretta "Almeno potevi evitare di farti uno spinello...impesterai tutto quanto"
"Sono sola per oggi...." lei si fece da parte per farmi entrare "Come lo paghi sto posto?"
"Io ed il proprietario siamo diventati amici"
"Fai la puttana...bene"
"Tale madre...tale figlia...o no?"
"Io lavoro in un locale per pagare l'affitto e tutto il resto...che poi qualche ragazzo mi paghi a volte è una cosa a parte...dare della puttana a tua figlia dopo 15 anni che non la vedi è una bellissima cosa comunque...complimenti... È nel manuale della brava mamma?"
"Francesca..."
"Chiamami Nissa per favore... Francesca è per le persone a cui tengo"
"Sono tua madre"
"E quindi? Posso farmi un caffè?"
"Certo..." mi tolsi il giacchetto di pelle e lo lasciai su una sedia poi iniziai ad armeggiare con la macchinetta "Cosa ci fai a Roma?"
"Ho 40 anni...la mia casa è qua"
"Che cosa romantica..."
"Quanti tatuaggi hai? Non sono un pò troppi?"
"Con il mio corpo e la mia vita faccio quello che voglio..." buttai giù d'un fiato il caffè bollente e poi misi le mani sul tavolo della cucina "Ascoltami bene. Non so perché tu sia tornata, non so cosa tu abbia in mente ma mettiamo in chiaro tre cose...uno non ti darò un euro...due non credere di fare la parte della mamma premurosa dopo 15 anni...tre prova ancora ad avvicinarti a Sole e ti ammazzo"
"Addirittura?"
"Ha avuto un attacco ieri sera..."
"Non sono mica stata io"
"Sentì brutta stronza...ho badato a lei per 15 anni, sai quanto tempo è? 15 fottuti anni...ho iniziato a 8 anni a curarla, quando ho iniziato a lavorare ho cominciato a mettere da parte i soldi per lei, per quando farà 18 anni e dovrò decidere cosa fare... Io l'ho cresciuta...vedendola star male, guardandola mentre aveva le crisi e non riusciva neanche a respirare da sola..io, non tu...quindi stai lontana da lei"
"Non puoi impedirmi di vederla"
"Ah no? Il tribunale ci metterebbe molto poco ad emettere un ordine restrittivo contro di te.."
"Sono vostra madre Francesca"
"Non chiamarmi così! Tu sei solo un'approfittatrice che ora vuole qualcosa. Cosa vuoi?"
"Il tuo fidanzatino non ha problemi economici no?" la presi per le ascelle e la alzai di peso, poi la sbattei contro il frigorifero e le tenni la mano sulla gola "Non nominarlo...non sei degna di pronunciare il suo nome...capito? Azzardati ancora a dire una cosa del genere e ti ammazzo. Non scherzo.." poi la lasciai andare "Sparisci di nuovo, è meglio per tutti"
Poi afferrai borsa e giubbotto e uscii sbattendo la porta.

Gironzolai per Roma guardando le vetrine e fumando una sigaretta dietro l'altra. Avevo parcheggiato nei pressi della Stazione ma mi allontanai parecchio da quella zona e mi ritrovai, non sapevo neanche io come, davanti al mio negozio di tatuaggi di fiducia. A gestirlo un ragazzo che si chiamava Simone, ma che tutti conoscevano come Astro. Aprii la porta e lo scampanellio consueto strappò il proprietario da una serrata partita alla Play.
"Nissa, tesoro mio...solo tu puoi passare da me la domenica di San Valentino"
"Ho voglia di un nuovo tatuaggio..."
"Così mi piaci...che facciamo bimba?"
"Una "S"....il problema sarà trovare un posto libero"
"Ha un significato particolare?"
"Diciamo di si...è l'iniziale di una persona speciale"
"Allora che ne dici di farla sul cuore? O comunque vicino...possiamo farla sopra il seno destro...vuoi una cosa piccola o grande?"
"Piccola...mi piacerebbe mettere la lettera dentro qualcosa...il cuore è banale però"
"Un triangolo"
"Un...triangolo?" fissai Astro interdetta "Mi sembra perfetto... non fare domande"
"Io? Non sono il tipo e lo sai" Simone mi tolse il giacchetto appoggiandolo ad una sedia, abbassai la parte superiore del tubino e poi mi sedetti sulla sedia reclinabile. Simone era un maestro dei tatuaggi, veloce, efficiente, parlava poco e faceva dei lavori fantastici. Ormai l'ago era mio amico, non sentivo quasi il dolore anche se quel particolare punto poco sopra il seno era molto sensibile. Astro si muoveva con sicurezza e neanche un'ora dopo ebbi la mia "S" dentro il triangolo. Il contorno era leggermente sfumato e la lettera era in un carattere che sembrava antico. Era perfetta "Sai come funziona...se lo vuoi più marcato lo ripasssiamo fra un pò di tempo" annuii rivestendomi e poi pagai "Corro a lavorare..." baciai Astro sulla guancia e lui prima che uscissi sentenziò "Per farti una tatuaggio così sei proprio innamorata".

Mi sei scoppiato dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora