Capitolo 9

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"Non moriremo vero?"
"Perché dovremmo morire scusa?"
"Gli aerei possono anche cadere sai?"
"Non hai mai preso un aereo?"
"Non sono una ragazza normale lo dovresti aver capito. Non sono mai andata lontano da Roma, solo quando ho portato Sole al mare tre giorni mi sono spostata. D'estate ho sempre lavorato e non ho mai fatto una vacanza. Le gite le ho sempre saltate per mancanza di soldi"
"Dovevi dirmelo no? Saremmo andati a Milano in treno"
"Ma figurati...adesso mi passa...insomma tu prendi trecento aerei all'anno e non ti è mai successo nulla...potresti distrarmi in qualche modo"
Stephan mi si avvicinò "Pensavo di averti distratta a sufficienza stanotte"
"Non mi ricordo sai"
"Quando continuavi a ripetere "Ancora"...o quando urlavi il mio nome" ridacchiai arrossendo perché quella notte avevo avuto un assaggio di quanto i giocatori di calcio fossero belli carichi dopo una partita, soprattutto vinta. La Roma aveva battuto la Sampdoria 2 a 1 e anche se Stephan non aveva segnato aveva comunque giocato bene e dopo la partita, tornati al suo albergo, avevamo replicato quanto successo a casa mia. Ci eravamo concessi anche una bagno nella vasca idromassaggio, e probabilmente lì avevo continuato a ripetere "Ancora"...
Ora eravamo seduti in prima classe direzione Milano " Distrarmi in quel modo non puoi perché non siamo soli..e ok che io non mi faccio problemi, ma rimanderei a quando saremo senza vestiti...tu sopra di me..." mi avvicinai alle sue labbra "ma un bacio può bastare...forse" mi ritrovai ben presto a cavalcioni su di lui, incuranti del mondo esterno fino a quando l'hostess non si schiarì la voce "Stiamo per decollare"
"Certo...era per farmi passare l'ansia da primo volo" quando lei si allontanò rubai un ultimo bacio a Stephan prima di sedermi al mio posto e allacciarmi la cintura "Ci metteremo poco...cinquanta minuti e siamo arrivati"
"Visto che non posso passare 50 minuti a baciarti, perché poi mi verrebbe in mente di fare altro... tienimi la mano almeno.." Stephan mi strinse la mano e iniziò a parlare a raffica giusto per distrarmi dal momento più problematico, il decollo. Io chiusi gli occhi e sentii un vuoto alla bocca dello stomaco quando l'aereo si staccò da terra ma lo superai agevolmente anche grazie alla bottiglietta di liquore che avevo buttato giù di nascosto da tutti, ma non da lui che continuava a ridacchiare.
"Ragazzino...non ridere"
"Ok la smetto" ma iniziai a ridere insieme a lui prima di baciarlo "Grazie comunque"
"Di cosa Nissa?"
"Di tutto...insomma...del viaggio, di avermi chiesto di venire con te..anche se ci conosciamo da pochissimo tempo..insomma magari sono una serial killer"
"Certo Francesca...oppure mi prosciugherai il conto in banca...ma sai una cosa? Quel tuo sorriso mi ripaga di tutto"
"E perché ragazzino?" gli feci scorrere le dita sul mento...adoravo farlo...
"Perché la prima volta che ti ho vista ho pensato che saresti stata bellissima, ancora di più di quanto tu non sia, se avessi sorriso un pò di più...e avevo ragione.."
Appena sentii l'annuncio che potevo slacciare le cinture, lo feci e mi sporsi verso di lui "Anche tu sei bellissimo ragazzino, soprattutto quando sorridi..." poi a occhi aperti lo baciai e il vuoto alla bocca dello stomaco lo sentii non per la paura di volare ma per qualcos'altro... quel ragazzino mi stava fregando sul serio.

"Hai tenuto la casa perché pensi di tornare un giorno?"
"Chi può saperlo...ora sto benissimo a Roma ma rimarrò sempre legato a Milano...mi è sembrato naturale tenere la casa..."
"Stavo pensando che magari a Giugno potrei ritrovarmi a Roma senza di te.."
"Siamo a febbraio Nissa...e poi non eri tu quella che stava benissimo da sola?"
"Già... per questo non ho mai voluto affezionarmi a nessuno..per paura di ritrovarmi da sola prima o poi" io e Stephan eravamo nello sua casa a Milano, erano le nove e mezza e noi avevamo già preso un aereo e cambiato città, cosa impensabile per me fino a poche settimane prima. Era già tanto se a quell'ora io riuscissi ad articolare due frasi di fila. Eravamo partiti da Roma alle sette e trenta e l'aereo era arrivato indenne a destinazione. Dalll'aeroporto eravamo arrivati in taxi in un comprensorio accanto allo stadio San Siro "Fra...non è da deboli affezionarsi a qualcuno e non volere che se ne vada. E poi magari rimarrò. Ora cosa vuoi fare?"
"A che ora devi essere all'evento?"
"Alle tre...se vuoi possiamo riposarci visto che non abbiamo praticamente dormito..oppure quello che vuoi"
"Riposiamoci..." mi spogliai velocemente e mi infilai sotto le coperte con Stephan "Metto la sveglia così non rischiamo di fare tardi..."
"Ok...riposati ragazzino" mi accoccolai contro di lui e cercai di calmarmi ma una strana sensazione mi gravava sul petto. Ecco perché non avevo mai voluto essere così vicino ad una persona. Solo Sole ma lei non sarebbe mai andata da nessuna parte e poi era mia sorella, fra noi c'era comunque un legame di sangue. Con gli altri avevo sempre preferito mantenere le distanze perché in fondo tutti prima o poi se ne andavano, quindi tanto valeva chiudere il cuore in anticipo. Ma poi era arrivato lui...
Mi rialzai e mi misi a fissarlo mentre riposava. L'espressione rilassata e un accenno di sorriso sulle labbra...mi chiesi che cosa mi avesse attirato in lui...forse il suo essere sempre e comunque positivo, in contrasto alla sottoscritta che era il pessimismo fatto persona. Mi sporsi per lasciargli un bacio sulle labbra e poi mi scostai
"Cosa m'hai fatto ragazzino? Ero così tranquilla fino a quando sei arrivato tu nella mia vita. Non ero propriamente felice ma la mia vita era mia..ora invece sembra che dipenda da te..e ho paura di una cosa. Che peggiori e che io mi ritrovi ad essere innamorata di te. Di questi occhi verdi e di questo sorriso. Ho paura di non poter fare a meno di stare abbracciata a te...non avrei mai pensato di dirlo ma...sto bene con te ragazzino e sta cosa fa paura..
Sto diventando una di quelle ragazze che odiavo fino a poche settimane fa.. Ma dio ragazzino, mi sei entrato dentro come una droga...ho bisogno di te..nella mia vita...con me...la notte ed il giorno...la sera e la mattina.. non importa se te ne andrai fra qualche mese...se continuo così fra qualche mese ti seguirei anche in capo al mondo..." gli sussurrai quelle parole mentre lui dormiva. Quando finii Stephan aprì gli occhi e mi guardò "Quanto hai sentito?"
"Tutto....anche io ho bisogno di te" mi ritrovai con la schiena incollata al materasso e lui che mi baciava facendo scorrere una mano sul mio corpo. Io inarcai la schiena e gli feci passare le mani sugli addominali scolpiti prima di infilare una mano nei boxer. Ben presto il silenzio della stanza fu spezzato dai nostri gemiti...era letteralmente una droga lui, una di quelle belle potenti che ti lasciavano con un perenne senso di euforia...
Mi misi a cavalcioni su di lui e mi slacciai il reggiseno, poi lo attirai a me. Ci disfammo degli ultimi indumenti con l'urgenza di essere finalmente uno davanti all'altra senza nulla a dividerci.
"Nissa? Io non ti lascio andare...ascoltami bene..."
"Non parliamo per favore Stephan"
"Ascoltami invece...quello che provi tu lo provo anche io...quindi non pensare che se finirà starai male solo tu...non facciamola finire..."
Non risposi ma lo feci entrare dentro di me e gli donai non solo il mio corpo ma la mia anima..

La giornata trascorse per me tranquillamente, per lui a fare foto, firmare autografi, rilasciare interviste e parlare nei ritagli di tempo con suo fratello Manuel. Io rimasi nelle retrovie, persa nei miei pensieri, con tre parole che continuavano a ronzarmi in testa "ti stai innamorando".
Volevo sul serio prendere in considerazione la possibilità di amare Stephan? Lui era fantastico, gentile, un bravissimo ragazzo, bello, a letto ci sapeva fare eccome, la nostra intesa, pur essendo molto diversi, era altissima, riuscivamo a parlare di tantissime cose senza annoiarci. C'era nel nostro rapporto anche quel sottile prenderci in giro che ci rendeva un pò fuori dagli schemi ma che non ci faceva mai cadere nella routine. Insomma eravamo ben assortiti e stavamo da dio assieme ma da lì a dire che amassi Stephan ne passava. Ma se quella sensazione che provavo quando stavo con lui fosse proprio amore?
Quando ci ritrovammo sull'aereo del ritorno gli strinsi la mano " Stephan... riguardo a quello che ho detto...insomma...non so perché te lo abbia detto"
"Perché pensavi che non ti ascoltassi e allora ti sei aperta di più... tu hai il brutto vizio di tenerti tutto dentro"
"Mi tengo tutto dentro perché sono rimasta sempre fregata nella vita, soprattutto dalle persone che in teoria dovevano volermi bene. Mia madre, mio padre...tutti i ragazzi con cui sono stata perché cui ero solo la loro puttanella"
"Fra, lo so ma ti vuoi mettere in testa che io non sono come gli altri? Che quello che provo per te oltre ad una grande attrazione è molto altro? Ti ho portata a Milano con me, ti ho portata ad un evento che per quanto possa sembrare una cavolata è importante per me, ti ho fatto entrare nella mia vita..non è una cavolata per me...vuoi che ti dica cosa provo? Mi piaci tantissimo perché non sei la solita ragazza, sei diversa e se all'inizio mi hai intrigato, ora io mi sto innamorando di te...veramente"
"Non so neanche cosa voglia dire amore"
"Nissa...è quello che hai detto tu oggi. È voler stare con me..."
"Voglio stare con te....ma amarti? Ci conosciamo da troppo poco..e poi io sono incasinata..." lui mi zittì con un bacio "Francesca...sei bellissima e mi vai benissimo così...vieni da me stanotte?"
"Certo Stephan...e domani puntuale al locale..vestito elegante e maschera"
"Tu sarai la più bella...e poi volevo farti una sorpresa"
"Veramente? Dimmi qualcosina"
"Neanche morto...ma ti piacerà..." io gli sorrisi e poi guardai Milano che piano piano si rimpiccioliva sempre di più...

*******
Il mio mondo era bidimensionale. O nero o bianco. Non c'era la scala di grigi che le altre persone sperimentavano. Per me non esistevano altro se non quelle quattro mura. Avevo vissuto sempre nella realtà ovattata dell'Istituto e non sapevo cosa ci fosse fuori da lì. Non avevo mai visto un film, un telefilm o un programma televisivo, non avevo mai letto un libro, ascoltavo la musica e passavo ore così. Avevo sempre avuto maestre private che mi avevano insegnato le materie basilari, adoravo la matematica e potevo passare ore a fare calcoli assurdi per tutte le altre persone ma non per me.
Per molti non ero normale, ma alla fine che cosa era la normalità? Le emozioni che sperimentavo erano tutte amplificate, l'amore che provavo per mia sorella era così grande e poi io non riuscivo ad esprimerlo. Lei era l'unica persona che mi fosse sempre stata vicino, l'unica a cui importasse di me, l'unica su cui io avessi mai potuto contare. Lei era bellissima, messe vicino nessuno avrebbe detto che avevamo la stessa mamma, io bionda e lei con i capelli neri, io così magra e lei invece più in carne, ma solo nei punti giusti come diceva sempre lei. Francesca era la mia ancora di salvezza, era l'unico raggio di sole in quella mia vita piatta e monotona.
Sapevo che in lei qualcosa era cambiato, era più allegra quando mi era venuta a trovare l'ultima volta. Non sapevo se avesse veramente il fidanzato, ma se era merito suo di quel cambiamento allora non potevo che esserne felice.
"Sole?" mi girai verso l'infermiera che era entrata nell'aula di musica, la mia aula preferita. Passavo lì le ore, non sapevo suonare nessuno strumento ma mi piaceva sentire il suono dei tasti del pianoforte "Che ore sono?" mi piaceva sapere sempre che ora fosse, anche se alla fine per me non cambiava assolutamente nulla.
"Le sei...hai una visita tesoro"
"Nissa?"
"No, una sua amica però... la faccio entrare?"
Annuii, anche se in realtà non avevo mai visto nessuna amica di mia sorella, solo Giulia e lei veniva solo con Francesca. Quando vidi entrare quella persona pensai subito che da qualche parte dovevo già averla vista. Aveva i capelli tagliati a caschetto e di un colore biondo spento, con una leggera ricrescita grigia. Due occhi verdi simili a quelli di Nissa ma meno belli. I vestiti erano troppo grandi per lei, come se lo avesse acquistati quando era più grassa. Nel complesso non avrebbe mai potuto essere un'amica di mia sorella, anche perché era parecchio più vecchia "Ciao Sole"
"Ciao, tu non sei un'amica di Francesca vero?"
"Certo che sono sua amica...anche se non ci vediamo da un pò..." lei mi fissò poi venne più vicino e mi accarezzò la guancia. Io mi scansai perché quella donna non mi piaceva per niente...
"Tu non sei un'amica di Francesca..."
"Certo Sole.."
"Vattene..."
"Ma certo...dai solo questo bigliettino a tua sorella" la donna mi passò un foglietto e poi uscì. Il biglietto era firmato Vittoria e c'era solo scritto un numero di telefono. Lo misi in tasca e poi andai in camera. Quella donna non mi piaceva proprio....

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