capitolo 4

44 9 0
                                    

Le ore passavano lentissime in quella stupida carrozza.
Emma teneva lo sguardo fisso sul leoncino ma quello continuava a dormire.
Onice lo studiava da lontano : non gli erano mai piaciuti gli estranei, soprattutto animali .
La ragazza si stava annoiando tantissimo e per ingannare
l' attesa le aveva provate tutte.
Aveva cercato di far funzionare quella sottospecie di lettore MP3 che i suoi le avevano regalato lo scorso natale, aveva provato a canticchiare ma il cocchiere aveva chiesto silenzio e in fine aveva cercato di giocare con Onice ma quella era troppo impegnata a studiare il nuovo ospite per accorgersi della padrona.
Mentre cercava un modo per ingannare l' attesa il cucciolo si svegliò sbadigliando.
La lupacchiotta si spaventò e corse a nascondersi dietro ad Emma che per poco non scoppiò a ridere vedendo ľ espressione dei due cuccioli ; uno spaventato e ľ altro abbastanza addormentato.
- Ciao piccolino- disse allungando la mano verso la testa del leone- come va?
Il cucciolo la leccò e si guardò attorno come se stesse cercando qualcosa di importante.
-Cosa cerchi? Il tuo padrone?
Gli occhi delľ animale so velarono ed Emma lo guardò preoccupata e triste .
Onice lo stava annusando con insistenza a tal punto che quello le soffiò; ma nessuno può osare soffiare ad una lupacchiotta reale, soprattutto se si tratta di Onice quindi e lei gli saltò sulla schiena morendo gli le orecchie.
I due diedero vita ad un combattimento esilarante che fece cadere Emma dal sedile per il tanto ridere e cadendo se li trascinò dietro finendo tutti a zampe alľ aria.

Mentre Emma rideva di gusto , la carrozza entrò nel grande cortile del palazzo del duca Arturo e dall a grande finestra dei suoi alloggi quello lì stava fissando.
Sul suo volto si disegnò un ghigno crudele : il suo piano si era appena attuato.

L' Altra metà del diamante Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora