capitolo 5

38 8 0
                                    

Emma scese dalla carrozza indolenzita ma felice di essere finalmente giunta a destinazione. Il cocchiere suonò il campanello del grande palazzo e sulla soglia apparve uno strano maggiordomo con il naso a punta che li invitò ad entrare.
Emma si stava godendo il panorama del grande cortile e dai bellissimi fiori azzurro cielo quando il cocchiere le impose di entrare a conoscere il duca.
Il palazzo era immenso. Sembrava un labirinto intricato pieno di stanze e corridoi popolati di servi e persone indaffarate.
Arrivarono in una stanza di pietra grigia con grandi vetrate di puro oro che arrivavano fino ad un grande balcone nel medesimo materiale.
Sul grande trono di marmo bianco, al centro della parete di fronte all' ingresso, sedeva un uomo giovane che indossava una pesante corona ď argento massiccio.il suo mantello di seta nera gli dava un aspetto tenebroso che ad Emma non piacque affatto.
- Buonasera...sono il duca Arturo...è un piacere fare la tua conoscenza principessa . Benvenuta nel mio palazzo.
-sono onorata- rispose Emma poco convinta. Quel duca non gli piaceva e quegli occhi color del ghiaccio la inquietavano tantissimo.
Mentre Emma faceva le sue riflessioni, dalla finestra entrò un grosso rapace con piume gonfie e lucide : un aquila.
-Voglio presentarvi Mafalda , la mia aquila da compagnia-sorrise il duca facendo appoggiare il rapace sul suo braccio.Poi aggiunse :
-Posso farti vedere la tua camera principessa? - Chiese alla ragazza.
-si , grazie - e detto questo si avviarono.

Entrarono in una grande stanza in pietra nera e lucida con al centro un grande letto bianco e grigio.
I mobili avevano venature nere e il parquet chiaro contrastava molto bene con l' insieme.
Un grande balcone dava sul giardino interno del castello e il sui bellissimi vasi di rose che prendevano dalla tettoia.
-Spero sia di tuo gradimento chiese ľ uomo avvicinandosi a lei
-Sì ,grazie. Vorrei chiederti il permesso di sistemare le mie cose.
-Certo .Ci vediamo a cena ... alle ore 8 - la informò il sovrano.
-Non mancherò ,arrivederci .

Dopo aver disfatto le valige Emma si spazzolò i capelli castani godendosi il tramonto.
Dopo poco udì uno strano schiamazzare dal cortile ed Onice cominciò a ringhiare puntando il muso verso il portone.
Delle guardie stavano portando un ragazzo incatenato fino alle prigioni e quando quello alzò la testa e vide il leone cominciò a divincolarsi furiosamente .
Le guardie riuscirono a chiuderlo in cella ma Emma guardando il leoncino capì che qualcosa non tornava nel suo sguardo triste .
Doveva assolutamente conoscere quel ragazzo.

L' Altra metà del diamante Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora