Passo dopo Passo

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«Allora sei sicura che per te sia meglio così, mia cara?» mi chiese dolcemente la signora Weasley, poco prima di lasciarmi smaterializzare.
«Si, penso di sì. A proposito, grazie di cuore per tutto quello che avete fatto per me. Non solo ultimamente, ma anche negli anni precedenti...» le risposi.
«Non c'è di che. Torna quando vuoi. Sei sempre la benvenuta.»
Salutai lei e il resto della famiglia e mi smaterializzai a Londra.

Volevo prendere l'aereo per raggiungere i miei genitori in Australia e restituire loro la memoria. Avrei potuto usare mille altri modi di viaggiare meno 'babbani', ma se dovevo risistemare la mia vita precedente era meglio cominciare in questo modo.
Il volo durò molto e arrivai in Australia il giorno dopo. Tutto questo tempo mi permise di riflettere sul modo di presentarmi ai miei genitori. Decisi che mi sarei finta una ragazza in cerca di un'intervista da inserire in una rivista per dentisti.
Non appena bussai alla porta ricordo che per poco non mi lanciai tra le braccia di mia madre.
Fortunatamente mi fecero entrare e da quel momento cominciai a riprendere in mano un pezzo del mio passato. Dovetti rompere l'incantesimo di memoria e calmare entrambi i miei genitori.
Non è facile perdere la memoria a Londra e ritrovarsi in Australia dopo averla recuperata.
Impiegai qualche ora per raccontare per filo e per segno tutta la mia vita da quando li avevo lasciati.
Quando spiegai della guerra, mia madre per poco non svenne, ma per il resto riuscirono a farsi più o meno una ragione dell'accaduto.
Tuttavia l'unica cosa che riuscì a dirmi mio padre, dopo avermi abbracciata, fu:
«Accidenti Hermione! Davvero in gamba questi maghi. Comunque hai fato bene a toglierci la memoria...penso che io e tua madre saremmo andati di persona a prendere a schiaffi quel mago...Lord Velemort...o come si chiama...se avessimo saputo che tu eri in pericolo. Certo, con scarsi risultati, ma avremmo tentato comunque.
Ah, non è che quando perdo le chiavi della macchina c'è il tuo zampino di mezzo?».
ci fu una risata liberatoria e un'altro abbraccio di famiglia.

Il tempo trascorso con i miei genitori mi fece distrarre per un pò. Riuscii ad accantonare i miei problemi per qualche tempo, anche se la notte, prima di addormentarmi, il viso di Fred faceva capolino nella mia mente seguito da qualche lacrima di nostalgia.
Mia madre e mio padre decisero di ritornare in Inghilterra e io approfittai della loro decisione per aiutarli con il trasferimento e per riprendere la mia vita lì da dove l'avevo lasciata.
In questo modo, anche se avrei passato il resto dell'estate alla Tana prima di ritornare ad Hogwarts per l'ultimo anno, sarei stata comunque più vicina a loro.
La sera prima della partenza per la casa dei Weasley mi sentivo tremendamente agitata. Come avrei dovuto salutare Fred? Come si sarebbero comportati gli altri? Che cosa avrei dovuto dire?
Domande che mi tennero sveglia tutta la notte.

Dal campo dietro alla Tana, dove mi smaterializzai, riuscivo a sentire le risate dei fratelli Weasley e di Harry. Anche lui aveva deciso di passare l'estate lì prima di entrare come Auror al Ministero assieme a Ron.
Li raggiunsi e vidi che si stavano esercitando a Quidditch.
Quando mi notarono si bloccarono di colpo e scesero dalle scope per venire a salutarmi.
«Ben tornata Hermione! » mi disse Ron.
«Sì ci sei mancata!» aggiunse Harry.
Poi lo vidi, accanto al fratello gemello. Fred era ancora più bello del solito. Il suo sorriso, i suoi capelli, il suo viso. Si era ripreso completamente. Prima di salutarlo attesi qualche secondo, sperando che lui si ricordasse qualcosa, che si ricordasse di...me.
Ma non successe nulla.
«Ciao. Ehm vedo che ti sei ripreso bene! Mi fa piacere!» gli dissi cercando di rompere il silenzio.
«Puoi ben dirlo! Avrei voluto perdere anche io un orecchio però. Ora nostra madre non ci può più confondere...finché non escogiteremo il modo.
Comunque volevo chiederti scusa per l'altro giorno, al San Mungo. Mi hanno detto che sei una grande amica di Harry e Ron. Avevo momentaneamente perso la memoria. Hermione giusto? Quella che ama leggere e odia i nostri scherzi?» mi disse con il solito tono scherzoso.
Perché ricordava solo questo? Perché non ricordava che ero molto di più?
«Ehm, si proprio io.» cercai di sorridere.
Continuammo a parlare. Ogni volta che il mio sguardo incontrava il suo sentivo un pezzo del mio cuore spezzarsi. Era il Fred che avevo sempre conosciuto, quello burlone e divertente, incurante dei problemi e sempre pronto a strapparti una risata. Tuttavia non era il MIO Fred.

Poco prima di pranzo la signora Weasley ci chiamò per aiutarla. Io andai a radunare le galline assieme a Harry, Ron e Ginny, mentre George aiutò il signor Weasley a riordinare gli attrezzi in giardino e Fred apparecchiò la tavola.
«Abbiamo dovuto dirgli che poteva non ricordarsi alcune piccole cose perché ha chiesto di te quando è uscito dal San Mungo. Ma non abbiamo aggiunto altro. E il fatto della lettura e degli scherzi se lo è ricordato da solo!» mi disse Ginny incoraggiante.
«Certo avete fatto bene. É strano vedere come sia esattamente uguale a prima tranne per...» le dissi senza finire la frase.
«Lo immagino. Ma non perderti d'animo. Lo hai conquistato una volta...ci riuscirai anche la seconda...»
Il nostro discorso fu interrotto dalla signora Weasley che annunciava che il pranzo era pronto.
Quando mi sedetti notai che il mio tovagliolo era piegato in modo leggermente diverso dagli altri. Era un'abitudine che aveva preso Fred dopo che ci eravamo messi insieme. Diceva che era uno dei tanti modi per dirmi 'sei speciale'.
Nessuno lo sapeva a parte io e lui.
Non so per quale motivo, ma questo riaccese in me la speranza. Era una stupidaggine, magari solo il frutto di un'abitudine, ma per me significava qualcosa.
Lo cercai con lo sguardo, ma lui non mi notò.
Continuai il mio pranzo aggrappandomi al quel semplice gesto, quella piccola attenzione che riuscì a strapparmi un dolce sorriso.

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