La voce ritrovata - un accordo doloroso-

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  Il giorno dopo andai a lezione. Il primo corso fu quello di letteratura inglese. Amavo quella materia. Leggevo fin da piccola. Quando finivo i miei libri, mi intrufolavo in camera di mia mamma e ne prendevo in prestito uno. Ho pensato spesso di scrivere un libro. Alle elementari ero molto brava nei temi, prendevo sempre i voti più alti. Per questo avevo scelto quel corso. Solo che non avrei mai pensato che un ragazzo come Paul lo frequentasse. Infatti spesso non veniva, ma quel giorno si presentò in aula e si sedette accanto ad una ragazza. La gelosia bolliva dentro di me. Mi sentivo stupida. Lui non era di mia proprietà e poi, tra noi non c'era nulla, diciamo. Comunque, in quel momento, non importava se non ero fidanzata con Paul, ma io quella lì, l'avrei voluta strozzare. Continuava a fissare il mio ragazzo cattivo. Per mia fortuna, Paul non le diede tanta retta. Era troppo impegnato a giocare con la matita che aveva in mano. Oddio quanto era dolce, come un bambino. Con difficoltà, riuscii a smettere di fissarlo e mi concentrai sulla lezione. L'ora passò lentamente, troppo lentamente. La presenza di Paul mi disorientava, mi faceva impazzire. Non potevo continuare così, dovevo parlargli. Quando il corso finì, lo presi in disparte e gli parlai. Dovevo chiarire. Quando mi vide accennò un piccolo sorriso. Avrei voluto passargli la mano fra i capelli e baciargli quelle sue splendide labbra, ma mi trattenni.

 ''avevi bisogno di me, piccola? '' mi domandò.

 Arrossii. Non mi aveva mai chiamato così. Quando si accorse che ero un po' a disagio, mi alzò il viso e mi guardò negli occhi. 

'' preferisci che ti chiami bimba viziata? '' disse lui.

 Feci no con la testa. Sorrise. 

'' dimmi, di cosa avevi bisogno? '' 

''io...io...'' non avevo più il coraggio di parlargli.

 Feci un respiro profondo. 

'' non posso, non capisco a che gioco tu stia giocando. Da quando in qua frequenti letteratura inglese e soprattutto, perché a volte mi odi e a volte no? Perché devi farmi impazzire? '' confessai.

 Finalmente c'ero riuscita.

 ''E te scusa? Tu non mi fai impazzire? I giorni in cui sei stata dai tuoi, stavo da cani. Non potevo più darti fastidio, non potevo più inventarmi scuse per vederti. Mi annoiavo a morte. Per questo sono venuto a prenderti. Comunque, non ti ho mai odiato...cioè, forse, un pochino...all'inizio ''. 

Ancora una volta ero senza parole. Al prossimo corso mancavano circa due orette.

 '' tu ora hai lezione? '' domandai a Paul. 

Mi rispose di no. Ne approfittai e gli chiesi di venire in camera mia. Rise. Odio quando trova sempre un doppio senso in tutto. Passammo davanti alla ragazza vicino alla quale si era seduto il mio Paul a lezione. Era arrabbiatissima, io invece morivo di gioia. Una volta superata, mi girai in dietro e la salutai con la mano, poi tornai da Paul e lo presi a braccetto. 

 Così impari. Lui non si tocca.

  Una volta arrivati, gli offrii qualcosa da bere e poi ci accomodammo sul divano.

 '' Paul...che cosa cerchi? ''

 ''cosa? '' sembrava confuso.

 '' ti vuoi solo divertire con me o cerchi qualcosa di serio? '' spiegai. 

L'avevo messo a disagio. 

Si passò più volte le mani fra i capelli, poi rispose: '' io, non cerco nulla di serio. Non sono quel tipo di ragazzo, però non potrei mai sopportare di farti ancora del male. Non voglio giocare con te, Sue. Mi stai cambiando. Stai cambiando il mio modo di vedere le cose, ma purtroppo ancora non so cosa voglio. Sicuramente non cerco nulla di serio ''.

 Ovviamente, una lacrima mi rigò il viso.

 '' no, non piangere '' mi supplicò. 

Si alzò dal divano e venne verso di me. Lo allontanai.

 '' ti prego, non farmi questo. Non è colpa mia... '' disse lui.

 '' sarà meglio se non ci vediamo più '' risposi. 

Stava impazzendo. Aveva gli occhi lucidi...forse stava solo facendo finta. Forse non era veramente dispiaciuto. Stava per dire qualcosa, ma cambiò idea. Lo accompagnai alla porta. Stava per uscire quando si girò verso di me. 

'' E se ci vedessimo di nascosto? Nessuno dovrà sapere nulla di quello che sta succedendo tra noi. Anche se non è nulla di serio ''.

 Era veramente a pezzi, come me. Decisi di credere al suo dolore. Aveva un bisogno disperato di me, lo sentivo. Non so cosa mi spinse ad accettare la sua proposta, ma lo feci.  

La voce ritrovataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora