La voce ritrovata - vita da college-

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"Allora... fra poco vengono dei miei amici. Dobbiamo andare in un posto. Ti dispiace se ti lascio sola?" mi chiese Serena.

"No, vai pure. Tanto ho ancora molte cose da sistemare. Non mi annoierò" la rassicurai.

"okay, okay...ora vado a prepararmi ".

Un'oretta dopo uscì dal bagno. Aveva un chilo in più di trucco, una minigonna nera, una canottiera dello stesso colore, una specie di collare per cani rosso e delle scarpe ovviamente nere, di circa 10 cm.

"Qualcosa non va?" disse lei notando che la stavo fissando.

"no, no...scusa" e mi girai dall'altra parte.

"Sere sei pronta? " urlò qualcuno da dietro la porta,

"Venite. Mi servono ancora 10 minuti ".

Un ragazzo moro, con i capelli leggermente ricci,degli occhi enormi verdi e un piercing al labbro, entrò per primo. Seguito dal suo amico con i capelli neri e gli occhi azzurri. Erano veramente affascinanti.

"Lei è... come hai detto che ti chiami? " chiese la mia compagna di stanza.

" Sue..." risposi.

"Piacere, io sono Joseph lui è Paul " si presentò il ragazzo dagli occhi azzurri.

"So presentarmi da solo" affermò l'amico.

Che caratteraccio!

" Io allora vado a leggere divertitevi "

" è stato un piacere conoscerti, Sue " mi salutò Joseph. Era veramente gentile.

"Legge pure? che sfigata".

Ero andata un attimo in bagno, quando sentii queste parole che mi spezzarono il cuore. Era la voce di Paul. Quella frase, non so bene il perché, ma mi ricordò mio padre e subito pensai alla mamma che era lì da sola, con lui. Decisi di chiamarla.

"Pronto?"

"Mamma..."

"Tesoro! Stai bene? Stai piangendo? "

"Forse" risposi.

"Ma cosa, ti ho lasciata solo un' ora fa e già piangi? "

"Scusa..."

"non scusarti. Ascolta sono in macchina. ti chiamo dopo" e chiuse la telefonata.

Prima di chiamarla non avevo pensato alla possibilità che lei non fosse ancora arrivata, pur sapendo che il viaggio durava due o tre ore. Sentii la porta chiudersi. Serena e i suoi amici dovevano essersene andati. Tornai in camera e tirai fuori dalla borsa il computer. Andai sul sito del college e guardai un po' di foto, fino a che non mi stancai e decisi di uscire un po'. Tirai fuori dall'armadio una felpa pesante grigia e me la infilai sopra la camicia. Presi la borsetta, ci misi dentro il telefono e uscii. Notai subito dei ragazzi e delle ragazze con i capelli bagnati e nascosti solo da un asciugamano, che vagavano per il corridoio.

Questa dev'essere una cosa normale per chi vive qui al college, ma non per me.

Andai fuori dall'edificio e mi diressi verso i campi da gioco. Dei ragazzi, altamente sexy e muscolosi, stavano giocando a rugby. Non era possibile che avessi pensato quelle cose. Non era da me. Mi sedetti su una panchina e osservai dall'alto i giocatori. dopo un po' guardai l'orologio. Erano passate già due orette e iniziava a farsi buio.

"Ehi bellezza, tu devi essere nuova, vero? " saltai in aria dalla paura.

Mi voltai e vidi che un ragazzo muscoloso, con un po' di barba e i capelli spettinati si era seduto sulla panchina accanto a me.

ma i ragazzi del college sono tutti così belli?

"Ci sei?? " mi chiese lui riportandomi sul pianeta terra.

"Sì, scusa. Sono nuova" risposi con un filo di voce.

"Non essere timida...sei molto carina" commentò lui, avvolgendomi il braccio attorno la vita.

"Scusa, ma devo andare". dissi cercando di liberarmi dalla sua presa.

Tutti i tentativi erano inutili, era troppo forte.

"Dai, resta a giocare con me... il sole non è ancora tramontato. "

"Fede lasciala stare." intervenne un ragazzo dalla voce familiare. Paul.

"Se vuoi puoi unirti a noi fratello. Ci divertiremo molto con lei".

"Stronzo, ho detto lasciala stare " mi difese l'amico di Serena.

Il corteggiatore se ne andò.

"Mai girare da sola per il college in questi posti " mi sgridò Paul.

Stavo per rispondergli, ma mi ricordai che cosa aveva detto quando era in camera mia. Mi limitai ad alzarmi e me ne andai. Mi raggiunse correndo.

"Voi ragazze viziate non sapete dire grazie? Quello chissà cosa ti avrebbe fatto se non ci fossi stato io!"

Continuai a camminare senza dire una parola.

"Vaffanculo, me ne vado" concluse lui e se ne andò.

All'improvviso i sensi di colpa affiorarono in me. Cercai di cacciarli via ma non ci riuscii. Decisi di tornare in camera.

" Dove sei stata? " mi domandò Serena.

Sembrava preoccupata...no, impossibile.

"ero andata a fare un giro..."

"okay... ti va sta sera con me, Paul e Joseph di andare a una festa alla confraternita? Ci diveritremo moltissimo!"

"No, mi dispiace non vado alle feste. Non sono quel tipo di ragazza."

"Dai, ci saranno alcolici, musica e tanti tanti ragazzi fighi".

Solo al pensiero che ci sarebbero state bibite alcoliche mi veniva la nausea. La gente ubriaca è pericolosa e lo so bene. Qualcuno poteva farmi del male.

"Scusa, non vengo"

"Sai, credo che Joseph sia attratto da te".

Quelle parole mi scioccarono. Non ero mai piaciuta ad un ragazzo. Pensai subito che si trattasse di uno scherzo.

"Okay..."

"Come vuoi. Io vado ciao" e uscì dalla stanza.

Mangiai e andai a letto. Dormii malissimo quella notte.

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