"Deve andarci!"
"No che non deve, quella stronza non si merita nulla"
"Thomas, non dire parolacce. Lei è nostra figlia"
"sì, purtroppo lo è "
"smettila! "
"non dirmi cosa devo fare!"
"Ahhhhh!" urlò mia madre.
Corsi in cucina. Stava perdendo sangue dal naso.
"Non è niente" mi rassicurò lei.
La portai in bagno e la medicai.
"Non ti meriti tutto questo"
"mamma..."
"Sai che è così " e lì finì la nostra discussione.
Non le chiesi cosa fosse successo, perchè non ero ancora pronta a parlare di tutto ciò.Venne l'ora di cena. Aiutai la mamma a cucinare. Quando tutto fu pronto, andai a chiamare mio padre. Non rispondeva. Andai nel suo studio. Nulla. Andai in camera sua e non c'era.
"Sarà andato al bar, come sempre" mi disse mia madre.
"Intanto mangiamo" e così facemmo.
"Sai Sue, ormai hai 19 anni e credo sia giunto il momento di parlare di tuo padre"
o no! Non adesso....no!
"Okay..." dissi a bassa voce.
"Quando ci conoscemmo lui non era così..." iniziò lei,
" era bello,divertente, dolce e soprattutto gentile..." vidi una lacrima scorrerle sulla guancia.
" Quando gli annunciai che ero in cinta era al settimo cielo. Eravamo felicissimi. Avevamo una casa stupenda e lavoravamo entrambi. Io medico e lui barista. Però, un giorno, tornò a casa tutto arrabbiato. Gli chiesi cosa fosse successo, ma lui non mi rispose. Si diresse verso il frigo e tirò fuori una bottiglia di vino che avevamo comprato il giorno prima "
"oh, mamma..." commentai io
"Si buttò sul divano e iniziò a bere. Mi sedetti accanto a lui e fu lì che mi disse che era stato licenziato. Da quel giorno non ha più lavorato e ogni sera va al bar. Volevo che tu lo sapessi e che capissi che tutto ciò non è colpa tua "
"lo so mamma" la rassicurai.
"Mi aiuti a riordinare? " mi chiese.
Presi i piatti e andai a lavarli.
"In questi anni ho accumulato un po' di soldi che ho voluto mettere da parte per te"
"per me?" Dissi stupita.
"Sì, per te. Voglio che tu vada al college. Non devi più sopportare tutto questo."
non potevo crederci. Rimasi in silenzio per tutta la serata. Ero troppo stanca per affrontare quell'argomento.
"Sono stanca...ne parliamo domani okay?"
"Okay" mi rispose lei. Sembrava delusa.
Il sole splendeva in quella giornata di Maggio, gli uccelli volavano felici nel cielo, i bambini urlavano, saltavano e giocavano, tutto sembrava perfetto. Mi chiedevo quando avrei potuto conoscere anche io quella che le persone chiamano 'gioia'. In casa mia regnava il caos e io avevo solo bisogno di staccare la spina.
Chiamai le mie migliore amiche: Rachele, Denise ed Elisa. Ci organizzammo e decidemmo che ci saremmo incontrate alle 15.00 in centro. Guardai l'orologio: le 14.15. Corsi subito in bagno. Mi truccai velocemente, pettinai i miei lunghi capelli biondi e mi infilai un vestito color azzurro e delle scarpe bianche con un un po' di tacco. Appena le vidi le abbracciai forte.
" che succede? " mi chiese Denise
"già... hai l'aria triste " aggiunse Rachele
" no no...è che avevo bisogno di vedervi " le rassicurai.
Andammo a prendere un gelato poi ci sedemmo su una panchina lì vicina
"sapete, le cose a casa non stanno andando molto bene e mia madre sta pensando di mandarmi in un college il più lontano possibile da mio padre "
"oh tesoro..." commentò Elisa che era stata in silenzio tutta la giornata.
" ci mancherai però credo faccia bene tua mamma" disse Denise che ultimamente era quella che più si preoccupava per me .
" ti verremmo a trovare " aggiunsero all'unisono Rachele ed Elisa.
"Guardate che non è sicuro che io parta" le rassicurai.
Facemmo un giro per negozi. Rachele comprò una minigonna nera che voleva mettere la sera dopo per andare in discoteca con il suo ragazzo. Elisa, invece, prese una bellissima camicia a quadri rossa e nera che ultimamente andava di moda. Io e Denise però rimamemmo senza nulla.
"Stai tranquilla nel prossimo ci sarà qualcosa che fa al caso nostro" mi diceva ogni volta che uscivamo da un negozio.
Le dicevo che non volevo nulla perché a casa mia ero piena di vestiti solo che la verità era che non avevamo soldi in quel periodo. Passammo un paio d'ore tra vestiti e camerini, fino a che, anche Denise trovò qualcosa che le piaceva. Non ero delusa, anche se non avevo comprato nulla, a me andava bene così, almeno pensavo.
" ecco qua "
disse Elisa mentre mi mostrava un bellissimo e costosissimo abito nero e bianco.
"Spero ti piaccia"
"oh, Elisa... non ci posso credere! "
"Sai, l'avevo capito cosa ti stava succedendo. Ho pensato ti servisse un vestito per quando andrai al college " .
Volevo solo abbracciarla, ma scoppiai a piangere. Senza dire nulla, le altre mi circondarono e mi strinsero il più forte possibile, mentre i passanti ci guardavano male. Non volevo partire per il college senza di loro. Erano la mia famiglia, il mio tutto.
" ti divertirai un sacco al college con tutti quei ragazzi carini, mentre noi saremo a scuola a studiare"
"fra due anni verrete anche voi" le rassicuravo io.
La giornata passò velocemente e, una volta arrivati davanti casa mia, ci salutammo e poi io sparii nel buio.
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La voce ritrovata
Genç KurguNon avrei mai pensato di potermi innamorare di Paul. Lui coraggioso e intrepido, io, invece, sono solo una ragazza come le altre. Una che non sa pensare da sola, una anche troppo sensibile e che sta sempre sui libri. Eppure è successo. Mi sono innam...