La voce ritrovata - un appuntamento segreto-

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"Ci vediamo sta sera ai campi da gioco verso le 19.00?" mi domandò Paul prima che il professore entrasse in classe.

Annuii. 

Perchè continuo a farmi del male?

Appena finirono le lezioni corsi via. Non me la sentivo di parlare con il mio ragazzo cattivo. Al solo pensiero del corpo nudo di Angelica sopra quello di Paul mi veniva da vomitare. Fino a dove si sarebbe spinto pur di tenere nascosta la nostra relazione? 

Sue, ora non sta a lamentarti. Ci pensavi prima. Non sei stata te a dire a Paul che ti andava bene tener nascosta questa relazione? 

  Appena le lezioni finirono scappai via. Non avevo voglia di parlare con nessuno. 

 ''Sue, Sue! '' aveva urlato Serena alle mie spalle. 

 ''Dobbiamo parlare di ieri sera'' spiegò. 

 Capii subito a cosa si riferiva.

 '' Ti ho detto che non fa per te! Perché ha dormito nella nostra stanza? Sei stupida?'' mi sgridò. 

 '' Forse ma non ti devo alcuna spiegazione. Questa è la mia vita, non intrometterti! '' le risposi arrabbiata. 

 Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere. Andai in camera a prepararmi. Tirai fuori dall'armadio una canottiera nera con il segno della pace, l'intimo bianco in pizzo e dei pantaloncini jeans. Mi vestii ed uscii. Guardai l'orologio e notai che ero in ritardo di dieci minuti. Corsi fuori. Una goccia dopo l'altra iniziarono a bagnarmi. 

 Prima c'era bel tempo... proprio ora doveva cominciare a piovere? Beh, non ho tempo per cambiarmi. Io vado così.

Raggiunsi i campi da gioco. A quell'ora non c'era nessuno, nemmeno Paul. Aspettai. Avevo freddo ed ero bagnata fradicia e il mio ragazzo con il piercing al labbro non arrivava. Passarono venti minuti prima che mi raggiunse. Appena mi vide, senza dire nulla, si tolse la felpa pesante e me la diede. Mi stava enorme. Mi analizzò un attimo, poi disse: '' Vieni, ti porto a casa mia''. 

 Non poteva fare così, non ero di sua proprietà. Per questo gli urlai di no. Ci guardammo un attimo  negli occhi e a quel punto non riuscì a resistere. Mi venne in contro e mi caricò di peso sulle spalle. Arrivammo a casa sua. Mi aiutò a togliere la felpa e mi diede dei vestiti asciutti. Aspettai con ansia che uscisse dalla stanza, ma non lo  fece.

 '' Non ti aspetterai che mi cambi qui davanti a te? '' lo sgridai e finalmente uscì. 

Mi tolsi la maglietta fradicia e l'intimo. Tirai fuori dal cassettone di Paul un paio di boxer neri. Infine mi infilai la maglietta e i pantaloni del pigiama che mi aveva dato. Quella sera non dormimmo insieme. Lui passò la notte sul divano, mentre io stavo beata nel suo letto. La mattina mi svegliai prima di lui. Andai in bagno a lavarmi. Delle braccia mi avvolsero la vita. Guardai lo specchio e vidi Paul dietro di me con un sorriso stampato in faccia. Mi  passò la lingua lungo il collo. 

 '' Che schifo! Ma sei un cane? '' dissi pulendomi dalla sua saliva. 

 Paul si mise a ridere e, velocemente, riuscì a levarmi i pantaloni. 

 ''Belle mutande'' commentò. 

Stava per togliermi la maglietta quando lo bloccai.

 '' Non, non...non ho il reggiseno '' risposi imbarazzata.

 Il suo sguardo si fece sempre più malizioso.

 ''Oh'' disse Paul. 

Mi mise con le spalle al muro. Il cuore mi batteva all'impazzata. Sentii il suo fiato sul collo. Un brivido mi attraversò tutto il corpo. Fece passare la mano sotto la mia maglietta. Lo fermai.

"Me ne vado" dissi. 

Paul era più incazzato che mai. 

"Sue, non prendermi in giro. Tu non sei una santarellina e vuoi tutto questo più di me"  disse baciandomi il collo.

Lo spintonai e me ne andai. 

"Dove scappi? Il tuo fidanzatino Jospeh ti sta aspettando?"

"Forse ma a te che importa? Tutti lo sanno che stai con Angelica" risposi.

Mi prese per un braccio e mi portò in camera da letto.

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