La voce ritrovata

la voce ritrovata - il ragazzo del parco-

Era Paul. Osservai quel nome al lungo, ma non volli rispondere. Spensi il telefono.

Nel giro di qualche ora mi ritrovai a casa. Non avrei mai pensato di tornare indietro di mia spontanea volontà. Avevo desiderato così tanto allontanarmi dalla mia famiglia, ma purtroppo non ebbi altra scelta. Mamma quando  mi vide per poco non scoppiò a piangere.

Mio padre non mi cagò di striscio. Dissi a mia mamma che ero stanchissima per il viaggio e che le avrei raccontato tutto il giorno dopo, solo che non era così. Non avevo sonno, ma volevo stare un po' da sola. Andai in camera e tirai fuori dalla borsa il mio amato computer, il telefono e le cuffiette. Accesi il cellulare, aprii l'app per la musica e cliccai su produzione casuale. In un batter d'occhio le mie orecchie si riempirono di musica sublime... quella degli AC/DC . I miei gusti sono sempre stati particolari, basta vedere Paul.

devo smetterla di pensare a lui!

La mia mente diceva una cosa e il mio cuore un'altra. Per un attimo dimenticai ciò che era successo al college e del perchè ero andata via, anche perchè nemmeno io sapevo cosa stava succedendo, c'erano stati troppi cambiamenti e troppo velocemente. Decisi di ricordarmi di Paul solo per le cose belle che aveva fatto per me...solo che non me ne veniva in mente nessuna, ma nonostante tutto io continuavo ad amarlo.

Accesi il computer e andai a controllare la pagina di facebook di Paul.

Perchè continuo a farmi del male?

Continuavo a ripetermi mentre scorrevo le foto del mio ragazzo cattivo. Il mio occhio cadde subito su un paio di foto in cui c'era il mio amato dagli occhi verdi con una ragazza molto più bella di me. Mi ricordava qualcuno, ma non sapevo chi. Andai avanti e dopo un paio di minuti la riconobbi...era Angelica. Erano foto vecchie, era impossibile riconoscerla. Aveva una capigliatura più...sobria? E aveva anche un modo di vestire diversissimo da quello che aveva quando l'avevo conosciuta...il mio. Vestiva proprio come me e dopo averla guardata meglio notai una certa somiglianza. Visto che tutto ciò non mi bastava, per farmi ancora più male, andai a leggere i commenti.

" siete una bellissima coppia" diceva il primo.

" sta attento perchè sono sempre in tempo per rubartela"

" che fortunata che è Angelica" diceva un altro.

Dopo un po' non ce la feci più. Spensi sia il telefono che il computer e andai a coricarmi.

Le lacrime non aspettarono ad arrivare. Erano lacime silenziose, per non farsi sentire. Quelle lacrime di persone che vogliono far finta che vada tutto bene, per non far soffrire quelle poche persone che ha accanto, anche se dentro vanno a pezzi. Pur avendo sonno, non riuscii ad addormentarmi, per questo tirai fuori dalla borsa il mio diario e iniziai a scrivere.

Senza accorgermene mi addormentai. Mi svegliai verso mezzogiorno. Non era da me!

La casa era vuota perchè mia mamma era a lavorare e mio padre non si sa mai dove va.

Decisi di farmi un giro al parco. C'erano tantissimi cani e bambini che giocavano in quella giornata di sabato. Mi sedetti su una panchina ad osservare.

" Posso sedermi?"

Mi domandò un ragazzo biondo dagli occhi verdi come quelli di....no! Non dovevo pensargli.

Mi risvegliai dai miei pensieri e gli annuii.

" Lo trovi anche te magnifico?"

" Cosa?" chiesi.

" La natura, il caldo, le risate dei bambini. E' così...così rilassante" rispose.

"Già..."

" anche se mi chiedo cosa ci faccia una ragazza bella come te qui tutta sola soletta "

" non ho nessuno " spiegai.

" Beh, sfogati con me " mi propose il ragazzo dal nome a me sconosciuto.

"Manco mi conosci, e io non conosco te! Ti piace provarci con la prima ragazza con il cuore spezzato che trovi nel parco, vero? Levati, vah! "

" Piacere, sono Albert e mi piace aiutare la gente e restituirgli il sorriso che degli stronzi gli hanno tolto. Detto questo tolgo il disturbo" disse Albert prima di andarsene.

Tornai a casa, ma non arrabbiata più che altro triste. Mi ero comportata così male con quel ragazzo. Passai il resto della giornata in camera. Il giorno dopo tornai al parco.