18: Happiness.

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Era il grande giorno, finalmente Skandar usciva dall'ospedale dopo esserci stato un mese; mese in cui non c'era stato un solo giorno che io non fossi andata a trovarlo insieme a Thomas. Anche Tom era felice ora, aveva una ragazza fantastica al suo fianco: nel mese in cui Skan era stato in ospedale una mia amica, Francesca, era venuta a trovarmi; doveva rimanere una sola settimana, invece lei e Thomas si erano innamorati e ora viveva anche lei con noi. Ero felice per loro, Tom si meritava il meglio, e Francesca era perfetta per lui.
Avevo organizzato una festa a sorpresa per il suo ritorno, c'erano tutti i suoi amici e parenti; Tom era andato a prenderlo, e Francy mi stava vicino, cercando di calmarmi, ma senza successo.
Stavo parlando con la mia amica quando improvvisamente mi girai a guardare verso il giardino ed eccolo lì, Skandar: era sorpreso di vedere tutte quelle persone lì per lui, ed era felice, sorrideva, e il mio cuore saltava; corsi verso di lui e gli saltai addosso; lui mi strinse e mi disse:"Sei tu l'artefice di tutto questo?" Sorrisi:"Beh, sì, ma Thomas e Francesca mi hanno aiutata, non ce l'avrei mai fatta da sola!" Lui mi baciò davanti a tutti, infatti si levò uno scroscio di applausi e noi arrossimmo, imbarazzati.
Passai la maggior parte della serata con Tom e Francy, perché i familiari e gli amici avevano letteralmente preso in ostaggio Skan, e non c'era verso di sottrarlo alle chiacchiere; decisi di lasciare soli i miei amici, in fondo era anche normale che passassero un po' di tempo solo tra loro due! Mi avvicinai a Skandar, ma prima di parlargli mi girai a guardare Thomas e Francesca: lui la stringeva a se, lei sorrideva, i loro occhi brillavano, e io ero così felice per loro, erano fatti l'uno per l'altra! Poi si baciarono e io pensai fosse giusto lasciargli la loro privacy, quindi mi rivolsi verso Skan. "Vediamoci alla casetta sull'albero tra dieci minuti!" Gli sussurrai all'orecchio, poi me ne andai.
Salii la scaletta di legno che portava alla casetta di legno che Skandar mi aveva raccontato che lui e Tom avevano costruito poco dopo aver cominciato a vivere insieme, e mi sedetti a guardare le stelle; poi spostai lo sguardo verso il basso, sperando di vedere il mio ragazzo che veniva da me, ma non fu così; mi alzai, decisa ad andarlo a chiamare di nuovo, ma non appena mi alzai sentii qualcuno abbracciarmi da dietro, mi girai e vidi che era lui. "Scemo, mi hai fatto prendere un colpo!" Risi. "Scusami piccola, mi perdoni?" Mi fece il musino, sapeva che non sapevo resistere a quell'espressione; io mi avvicinai a lui e lo baciai: sentii le sue mani stringermi la schiena, e io gli buttai le braccia al collo. "Certo che ti perdono, come faccio poi senza di te?" Mi sorrise e mi abbracciò, poi ci stendemmo per terra a guardare le stelle mano nella mano. Era da un po' che stavamo chiacchierando stesi per terra, quando sentimmo dei passi salire la scaletta: erano Thomas e Francesca. Ci alzammo e gli andammo incontro; "Oh, scusate ragazzi, pensavamo non ci fosse nessuno!" Disse Tom. "Non preoccuparti Tom, non vi cacciamo!" Risi, e feci ridere anche lui. Mi girai a guardare il cielo stellato, pensando a tutto quello che avevo passato in quei pochi mesi che avevo vissuto a Londra; presi le mani di Skandar e Thomas, e Tom prese quella della sua ragazza. Ci ritrovammo a guardare le stelle tutti e quattro per mano, felici di essere insieme.
"People fall in love in mysterious ways." Questa frase aveva accompagnato tutto questo mio periodo di vita a Londra, e avevo capito che è vero che le persone si innamorano sempre in modi misteriosi, ma i misteri possono essere anche risolti a volte, e noi ci eravamo riusciti.
Si prospettava una vita felice insieme al mio ragazzo e i miei due migliori amici.

People fall in love in mysterious ways Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora