Capitolo 33

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[GENNARO]

Passarono tre giorni da quando sentii dire dal l'infermiere in quel cazzo d'ospedale "ci dispiace ".

Non ho le forze per muovermi o per fare altro, non riesco a pensare.

Poi il mio istinto mi consiglia di alzarmi, credo fosse lui, o forse era una voce, una vocina frutto della mia immaginazione.
Mi alzo dal letto e scrollo le coperte di dosso, percorro il corridoio e arrivò in sala da pranzo.

Ho fame.

Prendo il pacchetto dei mie biscotti e mi siedo sul divano.
Ne avrò mangiati si è no quindici in cinque minuti.

Continuo a guardare il soffitto bianco, niente lampadari, niente luci accese, niente rumore.

È tutto morto.

Guardo il tavolino davanti a me, in legno.
Pieno di bottiglie vuote di birra.
Alex è stato qui.

Mi alzo, quando sento una voce.

Genn...

Seguo il suono in giardino, il suono troppo familiare.
E la trovo lì, seduta sul prato vicino alle orchidee.

Con i suoi capelli castani raccolti in una coda di cavallo, con i boccoli penzolanti, che mi sorride.
Gli skinny neri e la camicia a colori pastello.

I piedi nudi.

Ciao Genn》mi saluta.

Io mi avvicino, cercando di capire se tutto questo sia un sogno o meno.

A-Amy?

Ciao genn, mi sei mancato
Si alza dall'erba e mi viene in contro. 

Io tremo.

A-Amy... Tu sei morta...》cercai di dire, ma le corde vocali non vibravano.

Se ami una persona, Genn, vai oltre la morte.

In quell'istante feci solo ciò che il mio cuore voleva. La testa? Chi la ascoltava più?

Le misi le mani sui fianchi e cominciai a baciarla, la baciai come non avevo fatto prima, come non avevo fatto mai.

Lei era lì, davanti a me, ora.

Mise le mani nei miei capelli, e ancora con le lacrime che mi ricadevano sulle guance, numerose, urlai per il dolore.
Mi stava facendo male.

Mi staccai, e con lo sguardo annebbiato la vidi allontanarsi, sempre a piedi nudi, da me.

La chiamai, urlai il suo nome più e più volte.
Poi vidi nero, e quando aprii gli occhi c'erano il soffitto della mia camera è Alex davanti a me.

Alex in lacrime, il soffitto era un deserto di teli bianchi.

Genn, ci sto male anch'io ti giuro, ma non puoi continuare così...》si mise le mani alla bocca.

Sei come mio fratello, e ti voglio un bene dell'anima, sei...

Mi manca Amy, Alex...

Anche alcuni dei tuoi capelli, mancano 》mi indicò il materasso, un miscuglio tra lacrime che avevano bagnato interamente il cuscino, e ...alcuni capelli sparsi su esso.

Mentre urlavi il suo nome, piangevi, ti rigiravi nel letto, e... Ti strappavi i capelli

fall » g.b.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora