La Stanza delle Cose Nascoste

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Era una mattina temporalesca e ben poco adatta ad una partita di Quidditch. L'inverno era alle porte e il maltempo non sembrava far altro che anticiparne la venuta.

Eppure questo non sembrava interessare ai giocatori, quasi invisibili dalle tribune sotto lo scrosciare continuo della pioggia.

Tra Daphne e Sean, Asteria agitava entusiasta la bandierina con lo stemma di Serpeverde, incurante delle gocce di pioggia che li raggiungevano nonostante avessero la testa coperta dagli spalti soprastanti.

Daphne, al contrario, non era dello stesso avviso e sembrava ben poco propensa a farsi rovinare l'acconciatura dal mal tempo; ma tutti gli incantesimi che pronunciava per proteggersi dalla pioggia sembravano durare pochi minuti per poi svanire, rendendo vano ogni suo sforzo e più irritabile il suo umore.

I giocatori sfrecciavano come tante piccole saette, da una parte all'altra del campo. A stento Asteria riusciva, ogni tanto, a scorgere di sfuggita Draco, il quale inseguiva il boccino praticamente invisibile alla vista a causa del maltempo.

Per questo non fu una partita particolarmente entusiasmante, la quale si concluse con la conquista del boccino d'oro da parte di Corvonero, ma la vittoria di Serpeverde grazie ad un totale di dieci punti in più.

Gli studenti lasciarono velocemente il campo da Quidditch per correre a rintanarsi tra le asciutte mura del castello e incontro ad uno dei soliti banchetti caldi e prelibati nella Sala Grande. Tutti, tranne Asteria che - nonostante le proteste di Sean e Daphne - volle aspettare Draco vicino agli spogliatoi per congratularsi della vittoria appena conquistata.

Ma quando finalmente la squadra di Serpeverde giunse, ad Asteria il loro umore parve tutto fuorché allegro. Difatti il Capitano della squadra sembrava trattenere a stento la rabbia, mentre inveiva apertamente contro Draco, il quale - in testa al gruppo - sembrava intenzionato a raggiungere gli spogliatoi quanto prima.

Quando egli si accorse della presenza di lei, accanto all'entrata, si arrestò di colpo. Probabilmente era uno degli ultimi posti in cui avrebbe immaginato di trovarla.

Asteria, leggendo l'espressione sul volto di Draco, si pentì immediatamente di averlo voluto aspettare e per questo si affrettò a giustificare la sua presenza, che in quel momento sembrava particolarmente sgradita: « È la prima volta che vengo a vederti giocare e volevo festeggiare con te la vittoria ».

In quei giorni sentiva spesso il doversi giustificare difronte alle occhiate che le lanciava il ragazzo. Era più forte di lei. Ma, probabilmente, era facile sentirsi indesiderati quando si faceva di tutto per imporsi su qualcuno. E in quei giorni non aveva fatto altro che scovare i luoghi in cui Draco si rifugiava, per potergli stare accanto. Alcune volte sentiva di renderlo felice, mentre altre - come in quel momento - in risposta riceveva nient'altro che il gelo più assoluto.

Eppure Draco, dopo essersi ripreso dallo stupore iniziale, si precipitò subito a coprirla con il proprio mantello, in quanto la ragazza era ormai zuppa dalla testa ai piedi.

« Ma sei pazza? » disse, mentre la trascinava dentro « Potresti prenderti una polmonite, o che so io! »; la strinse forte a sé e solo una volta entrati nello spogliatoio la lasciò andare.

Asteria tremava leggermente, cercando in ogni modo di non darlo a vedere per non far accentuare l'espressione contrariata già presente sul volto di Draco.

Mentre il ragazzo la scrutava con aria di disapprovazione, si sorprese a guardarla realmente e non nel solito modo distratto di quei giorni. La trovò diversa, come un'immagine dapprima sfocata, divenuta finalmente definita. Notò i suoi capelli neri, i quali le aderivano al viso, le punte leggermente arricciate in piccoli boccoli; gli occhi luminosi abbelliti dalle lunghe ciglia scure e le gote colorite. Draco ora la guardava nello stesso modo in cui si può ammirare l'alba, dopo aver passato l'intera notte in ardente trepidazione.

Come una stella nel buio (Harry Potter ~ Drastoria)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora